I Neanderthal hanno copiato strumenti da Homo sapiens?
Due studi paralleli mostrano la presenza di Homo sapiens nei Balcani già 46.000 anni fa e un probabile scambio tecnologico con Homo neanderthalensis
I Neanderthal hanno vissuto in Europa per un periodo che va dai 400.000 ai 40.000 anni fa. Anche tra le grotte dei Balcani sono numerosi gli strumenti attribuibili a questa specie dato che furono molto prolifici e ingegnosi nella produzione di oggetti e tecnologie (Pikaia ne ha parlato qui e qui). Nella grotta bulgara chiamata Bacho Kiro, sul versante settentrionale della catena montuosa dei Balcani (Stara Planina) e a circa 70 km a sud del fiume Danubio, ritroviamo numerosi resti di animali macellati, tra cui ossa e denti, e utensili di pietra risalenti a più di 50.000 anni fa.
Tuttavia, in un nuovo studio pubblicato sulla rivista Nature, un team internazionale ritiene che alcuni strumenti, precedentemente attribuiti ai Neanderthal, appartengano invece a una popolazione di Homo sapiens migrata in Europa precocemente, data la loro somiglianza alla tecnologia IUP (Paleolitico Superiore Iniziale) dell’uomo moderno di quel periodo tipica del Medio Oriente. I ricercatori hanno estratto il collagene da 1271 frammenti di osso e hanno applicato un nuovo metodo chiamato ZooMs (Zooarchaeology by Mass Spectrometry) per analizzarle. Quattro frammenti degli strati più antichi, risalenti a circa 46.000 anni fa, sono risultati essere umani. I ricercatori hanno quindi estratto il DNA da queste ossa, e da un molare di incerta attribuzione, scoprendo che le sequenze mitocondriali combaciano con quelle di Homo sapiens. Il team sta ora analizzando il DNA nucleare di altri frammenti fossili.
Gli ultimi Neanderthal sono scomparsi dall’Europa occidentale circa 40.000 anni fa (Pikaia ne ha parlato qui), quindi è ipotizzabile che le due specie umane si sarebbero sovrapposte nel continente per almeno 5.000-7.000 anni; precedenti studi sul DNA hanno infatti dimostrato che si sono stati casi di incrocio (Pikaia ne ha parlato qui, qui e qui).
Uno studio parallelo, guidato da ricercatori del Max Planck Institute, ha datato direttamente il collagene di 95 ossa, grazie alla tecnica del radiocarbonio, provenienti sempre dagli stessi strati della grotta Bacho Kiro. I risultati, pubblicati su Nature Ecology & Evolution riportano che le ossa umane, e alcuni manufatti rinvenuti, risalgono tra i 43.650 e i 45.820 anni fa. Le età delle ossa animali, con chiari segni di lavorazione di umani, suggeriscono che si trovavano nella grotta probabilmente già a partire da più di 46.000 anni. Dati paleoclimatci ci mostrano come all’incirca in questo periodo, il clima dell’Europa aveva iniziato a riscaldarsi, il che potrebbe aver spinto Homo sapiens ad avventurarsi a nord dal Medio Oriente, nei Balcani e oltre, portando con sé la propria tecnologia tipica del periodo. Tuttavia il DNA di questi pionieri mostra che non hanno lasciato discendenti in Europa. I ricercatori riportano che i ciondoli realizzati con i denti degli orsi delle caverne di Bacho Kiro sono simili ai ciondoli che si pensava fossero opera di Neanderthal e che sono stati realizzati circa 42.000-44.000 anni fa, la cosiddetta industria châtelperroniana, che si trovava per la prima volta nel sito di Grotte du Renne in Francia. Secondo questo team, è ipotizzabile che i Neanderthal hanno ereditato e fatto propria una tecnica di lavorazione da Homo sapiens dato che questa risulta essere più antica.
Queste nuove scoperte stanno anche riaccendendo un dibattito di lunga data su come i Neanderthal e gli uomini moderni possano essersi influenzati a vicenda dato che i primi hanno realizzato artefatti IUP simili qualche migliaio di anni dopo.
Fonti
Hublin et al. Initial Upper Palaeolithic Homo sapiens from Bacho Kiro Cave, Bulgaria. Nature, published online May 11, 2020; doi: 10.1038/s41586-020-2259-z
Fewlass et al. A 14C chronology for the Middle to Upper Palaeolithic transition at Bacho Kiro Cave, Bulgaria. Nat Ecol Evol, published online May 11, 2020; doi: 10.1038/s41559-020-1136-3
Immagine: Daniela Hitzemann (left photograph), Stefan Scheer (right photograph) / unknown (reconstructions) / CC BY-SA, via Wikimedia Commons