Meteoriti in biblioteca
Pikaia ha letto per voi “Meteoriti: storie cadute dal cielo” scritto da Davide Persico, geologo dell’Università di Parma
Il 21 gennaio 2019 molti astronomi e appassionati hanno guardato con grande interesse alla prima eclissi lunare del 2019 e hanno avuto un inatteso regalo: hanno infatti potuto assistere anche ad un impatto meteorico che è stato ripreso in maniera chiara da diversi osservatori proprio grazie alla minore luminosità lunare. L’impatto di meteoriti sulla superficie lunare non è di per sé di un evento raro, tanto che il progetto di studio NELIOTA (acronimo di Near-Earth Object Lunar Impacts and Optical TrAnsients) ne ha già censiti oltre cinquanta.
Se vi state chiedendo se questo valga anche per la terra, una lettura perfetta per voi è indubbiamente il libro “Meteoriti: storie cadute dal cielo” scritto da Davide Persico, geologo dell’Università di Parma ed edito da Edizioni Delmiglio.
Leggendo “Meteoriti” scoprirete che “a differenza di quanto si crede, non è così raro veder cadere o addirittura poter toccare delle meteoriti. Anzi posso affermare che tutti quanti, durante le nostre vite, ne siamo spesso, anche se inconsapevolmente, investiti. La nostra atmosfera è infatti ogni giorno attraversata da una moltitudine di frammenti extraterrestri” che a contatto con la nostra atmosfera si consumano per attrito per poi formare microscopiche sferule. Senza che ce ne accorgiamo, ogni anno piovono sulla Terra oltre 30.000 tonnellate di materia extraterrestre, in grani di polvere interplanetaria di dimensioni micrometriche.
Come sottolineato da Davide Persico, ogni anno “si stima che il numero di rocce delle dimensioni di una palla da tennis o più che raggiungono la terra si aggiri sulle cinquecento”. Molte di queste finiscono in mare (dove è impossibile recuperarle) oppure si disintegrano in piccolissimi frammenti, a meno che non cadano, ad esempio, in aree coperte da ghiaccio o neve, in cui diventa più facile trovarli, come ben dimostrano dalle trentamila meteoriti raccolte in Antartide (sappiate che circa 700 di queste meteoriti sono conservate presso il Museo Nazionale dell’Antartide a Siena).
Non dovete però preoccuparvi: i casi di persone colpite da meteoriti sono veramente rarissimi e Gerrit Blank (il cui caso è citato nel libro) è uno dei pochi “fortunati” recenti, elenco in cui merita indubbiamente un posto d’onore anche Ann Hodges che, il 30 di novembre del 1954, venne colpita di striscio ad un fianco da una meteorite di poco meno di 4 chili caduta sulla sua casa in Alabama.
Per chi ha interessi biologici e più in generale di scienze della vita, le meteoriti hanno indubbiamente un grande fascino perché l’estinzione dei dinosauri alla fine dell’Era Mesozoica è stata attribuita ad una meteorite caduta nell’odierno Yucatan circa 66-67 milioni di anni fa: “i detriti causati dall’impatto vennero proiettati <scrive Davide Persico> nell’atmosfera in una densa cappa di polvere che avvolse l’intero pianeta. Ne seguirono spaventosi cataclismi, quali uno tsunami gigantesco, incendi su scala continentale, mesi di buio e gelo e, successivamente, un fortissimo riscaldamento da effetto serra”, ma il ritorno alla normalità vide anche l’inizio del successo dei mammiferi (su Pikaia ne abbiamo parlato ad esempio qui e qui).
Un secondo elemento di interesse biologico è indubbiamente legato alla presenza di molecole organiche rinvenute in diverse meteoriti, risultato che ha indotto molti scienziati ad investigare il ruolo svolto dai meteoriti nella nascita dei componenti base della cellula. Alcuni asteroidi potrebbero aver infatti funzionato da “fabbriche di molecole” che hanno portato sulla Terra gli ingredienti per la vita nel corso di impatti meteorici. L’ipotesi della panspermia è una teoria sicuramente affascinante ma non molto facile da difendere rispetto all’idea di una origine terrestre della vita derivata dall’esperimento di Miller-Urey. La panspermia aprirebbe alcune interessanti prospettive perché “una conseguenza della panspermia è che la vita in tutto l’universo dovrebbe avere una biochimica sorprendentemente simile perché deriverebbe dagli stessi organismi ancestrali”, ma, anche se più noiosa della teoria della panspermia, l’idea che la vita sulla Terra sia nata proprio sulla Terra per il momento resta la proposta maggiormente sostenuta da dati.
Ad una meteorite è infine associato un altro evento che ha ispirato negli anni decine di autori di libri (tra cui Isaac Asimov nel racconto Lo scienziato pazzo e Arthur C. Clarke nell’introduzione di Incontro con Rama) e videogiochi (come ad esempio Assassin’s Creed e Call of Duty: World at War): “l’evento di Tunguska”, una gigantesca esplosione nell’atmosfera dovuta ad una meteorite che fece cadere 80 milioni di alberi in Siberia. Come be ricordato da Davide Persico: “Quella di Tunguska fu una esplosione pari a mille atomiche di Hiroshima. Grazie allo studio di alcuni ricercatori italiani si è provato che in quest’area della Russia si verificò il maggiore impatto storicamente accertato tra il nostro pianeta e un corpo celeste.
In Italia la più antica meteorite conosciuta risale al 1511 ed è descritta da Pietro Martire d’Anghiera nel suo Opus epistolarum. Vi sono però almeno una decina di ulteriori testimonianze di meteoriti “italiani” dal 500 all’ottocento sino al meteorite caduto ad Alfianello nel 1883 che è ancora oggi il più grande caduto in Italia. Andando al sito del progetto PRISMA è possibile segnalare le proprie osservazioni oltre che accedere alla rete italiana di camere all-sky per l’osservazione di meteore brillanti (fireball e bolidi), al fine di determinare le orbite degli oggetti che le provocano e delimitare con un buon grado di approssimazione le aree dell’eventuale caduta di frammenti per poter recuperare le meteoriti.
Leggendo “Meteoriti”, un libro “nato per il desiderio di apprendere e poi continuato per il piacere di condividere”, scoprirete come le meteoriti sono classificate e che composizione chimica possono avere, potrete leggere le testimonianze dirette di testimoni di impatti di meteoriti o di chi li ha studiati dal ‘500 ad oggi e scoprirete che “Ex libro lapidum historia mundi” ovvero dal libro delle rocce viene la storia del mondo. Il libro di Davide Persico ha il merito di essere un ottimo stimolo per avvicinarsi a questo “libro” di pietra per cercare nuovi spunti per comprendere l’origine della vita, oltre che per pensare ad altri possibili mondi, “gli stessi di cui ci raccontano le meteoriti che ogni tanto giungono a noi”.
Biologo e genetista all’Università di Modena e Reggio Emilia, dove studia le basi molecolari dell’evoluzione biologica con particolare riferimento alla citogenetica e alla simbiosi. Insegna genetica generale, molecolare e microbica nei corsi di laurea in biologia e biotecnologie. Ha pubblicato più di centosessanta articoli su riviste nazionali internazionali e tenuto numerose conferenze nelle scuole. Nel 2020 ha pubblicato per Zanichelli il libro Nove miliardi a tavola- Droni, big data e genomica per l’agricoltura 4.0. Coordina il progetto More Books dedicato alla pubblicazione di articoli e libri relativi alla teoria dell’evoluzione tra fine Ottocento e inizio Novecento in Italia.