Quando la musica fa bene e non solo all’anima
Cosa accomuna la musica della natura alla nostra? Ci sono dei punti di incontro? Marlow Straling in “It Rocks in the Tree Tops, but Is That Bird Making Music?” uscito sul New York Times, cerca risposte a queste domande
“La musicista in me ha riconosciuto il musicista in loro”: così la dottoressa Hollis Taylor, violinista, ornitologa e ricercatrice presso l’Università Macquarie, sente il legame della natura con la musica, come riportato dalla giornalista Marlow Straling nell’articolo “It Rocks in the Tree Tops, but Is That Bird Making Music?” uscito la scorsa estate sul New York Times. La musica della natura non è solo affascinante, ma i suoni e i rumori che ci circondano posso aiutarci concretamente.
Le ricerche condotte finora sono giunte a una conclusione: la struttura delle canzoni degli uccelli è simile a quella della musica prodotta da Homo sapiens, in quanto tempo, pitch e timbro sono arrangiati come nelle nostre composizioni e melodie. La Dottoressa Taylor ha addirittura osservato dei comportamenti particolari, riconducibili a delle sessioni di riscaldamento vocale, prove e gare canore in alcuni uccelli. Inoltre alcune specie hanno dimostrato di avere la capacità di imparare canzoni e sequenze vocali: si tratta sia di uccelli come pappagalli e colibrì, ma anche di pipistrelli, elefanti e mammiferi marini. Alla base di queste capacità c’è sempre il cervello, spiega Johan Bolhuis, zoologo specializzato in neurobiologia cognitiva sia in ambito ornitologico che a livello della mente umana. Bolhuis sostiene che questi animali abbiano un modo simile al nostro per apprendere la musicalità. Sembra che gli uccelli canori siano più vicini a noi persino rispetto ai primati in termini di musica e condividano con noi le abilità creative nella composizione di melodie e suoni. Così come la musica risuona con i nostri stati d’animo e ha il potere di condizionarli, anche gli uccelli possono inoltre influenzare il comportamento dei loro simili sia per avvicinarli ai fini dell’accoppiamento, sia per mandarli via. Le loro canzoni fungono anche come segno di riconoscimento, di identità.
Immagine: di Karen Arnold, pubblico dominio, via publicdomainpictures.net
Studiare la melodia della natura e lasciarsi ispirare
Grazie alla bioacustica è possibile indagare le dinamiche all’interno delle comunità di animali, a partire dagli uccelli, ma anche delfini, pipistrelli, gibboni e molti altri. Analizzando lo “spartito della natura” i ricercatori possono trarre numerose informazioni, preziose per lo studio e la conservazione delle specie, con una conseguente reazione a catena sulla salute degli ecosistemi. Non si tratta solo del benessere di animali e piante, perché gli effetti positivi di un ambiente sano si riflettono anche sulla qualità della vita dell’uomo. “C’è della magia nella musica. Anche le canzoni degli uccelli sembrano avere un po’ di magia” afferma lo psicologo Ofer Tchernichovski, sempre citato sul New York Times. I suoni naturali ispirano sentimenti ed emozioni nella mente umana da sempre ed hanno stimolato l’uomo nella produzione musicale. Come dice lo psicologo Daniel J. Levitin, l’autore di “Fatti di Musica”, le nostre melodie hanno radici molto antiche, risalgono a prima che l’uomo diventasse sapiens. Una recente ricerca inoltre ha dimostrato che nel neolitico la civiltà Natufiana non solo costruiva flauti primitivi utilizzando le ossa cave degli uccelli, ma stando ai suoni che producevano probabilmente erano stati ispirati dai versi di alcuni rapaci.Suoni della natura: si parla davvero di musica?
Ci viene spontaneo rimandare l’ignoto a qualcosa di conosciuto, come in questo caso i richiami degli animali alle sonorità prodotte dall’uomo, ma possiamo davvero chiamare “musica” l’insieme di melodie emesse dagli altri esseri viventi? Nell’articolo Marlow Straling ha cercato di fare il punto della situazione raccogliendo diversi pareri e gli esiti di studi esistenti con focus principale sui canti degli uccelli.Le ricerche condotte finora sono giunte a una conclusione: la struttura delle canzoni degli uccelli è simile a quella della musica prodotta da Homo sapiens, in quanto tempo, pitch e timbro sono arrangiati come nelle nostre composizioni e melodie. La Dottoressa Taylor ha addirittura osservato dei comportamenti particolari, riconducibili a delle sessioni di riscaldamento vocale, prove e gare canore in alcuni uccelli. Inoltre alcune specie hanno dimostrato di avere la capacità di imparare canzoni e sequenze vocali: si tratta sia di uccelli come pappagalli e colibrì, ma anche di pipistrelli, elefanti e mammiferi marini. Alla base di queste capacità c’è sempre il cervello, spiega Johan Bolhuis, zoologo specializzato in neurobiologia cognitiva sia in ambito ornitologico che a livello della mente umana. Bolhuis sostiene che questi animali abbiano un modo simile al nostro per apprendere la musicalità. Sembra che gli uccelli canori siano più vicini a noi persino rispetto ai primati in termini di musica e condividano con noi le abilità creative nella composizione di melodie e suoni. Così come la musica risuona con i nostri stati d’animo e ha il potere di condizionarli, anche gli uccelli possono inoltre influenzare il comportamento dei loro simili sia per avvicinarli ai fini dell’accoppiamento, sia per mandarli via. Le loro canzoni fungono anche come segno di riconoscimento, di identità.
La natura è maestra, anche nella musica
C’è ancora molto da scoprire nel mondo della musica “naturale”, ma una cosa è sicura: ha ispirato i musicisti. La Dottoressa Taylor si è esibita in giro per il mondo con composizioni orchestrali ispirate al canto degli uccelli, mentre Francois-Bernard Mâche, compositore francese, fondatore della zoomusicologia, sostiene che gli uccelli possano aver influenzato le composizioni di Stravinsky. Mozart invece, in una lettera destinata al padre, ha scritto che trovava “piacevole” il canto dello storno europeo che ha tenuto con sé a Vienna per tre anni, e l’accuratezza con cui l’uccello aveva imparato e ripeteva precisamente una delle sue composizioni. Non ci sono prove concrete, ma rimane l’idea che gli uccelli abbiano influenzato i suoi lavori. Insomma, i suoni della natura sono una fonte di benessere per l’uomo e possono essere usati anche per la conservazione delle specie e dell’ambiente che ci circonda. La musica è una preziosa presenza nella vita di tutti gli esseri viventi.Immagine: di Karen Arnold, pubblico dominio, via publicdomainpictures.net
Sono laureata in Scienze biologiche presso l’Università degli Studi dell’Insubria. Ho iniziato raccontando la natura ai ragazzi in un parco vicino casa e ho frequentato il Master Fauna e HD, per specializzarmi nella comunicazione ambientale.