Scoperto il nuovo antenato del lupo

Canis lupus laying

Un team internazionale di scienziati tra i quali dei ricercatori dell’Università di Firenze, propongono una nuova specie di canide (C. borjgali) come il più probabile antenato del lupo attuale


Nella Paleontologia non sempre occorre scavare per scoprire una nuova specie. Accade, talvolta, che lo scavo sia già stato effettuato in passato e i preziosi reperti già accuratamente classificati. Nuove conoscenze e ulteriori indagini su questo materiale conservato nei musei di tutto il mondo, possono, però, portare a nuove scoperte senza dover spostare nemmeno un granello di sabbia.

È quello che è accaduto quando un team di ricercatori composto da scienziati dell’Università di Firenze, del Museo Nazionale della Georgia, dell’ICREA di Barcellona e dell’HIPES e dell’URV di Tarragona, ha riesaminato alcuni crani di canidi fossili provenienti dal sito georgiano di Dmanisi, famoso per la ricchezza di reperti appartenenti al primo/medio Pleistocene (tra cui diversi ritrovamenti umani; Pikaia ne ha parlato qui e qui), e conservati presso il Museo Nazionale della Georgia. Questi reperti, datati circa 1,8 milioni di anni fa e storicamente attribuiti alla specie di canide Canis etruscus, posseggono delle peculiarità craniche che, secondo questo team internazionale di ricercatori, sarebbero impossibili da sottendere alla variabilità intraspecifica della specie a cui erano stati assegnati.

La storia del genere Canis inizia in Nord America nel tardo Miocene. Le specie appartenenti a questo genere poi si diffonderanno anche in Asia fino ad arrivare in Europa alla fine del Pliocene, ovvero circa 3 milioni di anni fa. C. etruscus, vissuto proprio in questo periodo e rinvenuto in diversi siti europei, è considerato ad oggi l’antenato del lupo odierno (C. lupus), passando per la specie “intermedia” C. mosbachensis. Quest’ultima, infatti, presenta delle caratteristiche morfologiche “moderne” simili a quelle dei lupi attuali, mentre nei crani fossili di C. etruscus sono riscontrabili dei tratti più “primitivi”.

In un articolo pubblicato sulla rivista Frontiers in Earth Science i ricercatori sostengono che il materiale riesaminato rinvenuto a Dmanisi, non possa essere ricondotto al ben noto C. etruscus e propongono che sia riconosciuta una nuova specie chiamata C. borjgali.

Per giungere a tale conclusione, gli scienziati hanno effettuato analisi morfometriche comparative su crani di diverse specie estinte e odierne del genere Canis. Per la prima volta in assoluto, i ricercatori si sono serviti inoltre della ricostruzione di immagini in digitale e della realtà aumentata per permettere ad altri ricercatori nel mondo di poter visualizzare in tre dimensioni alcuni dei campioni studiati, semplicemente scaricando un QR code. Questa tecnologia permette a qualunque ricercatore o curatore museale di poter comparare un cranio di C. borjgali con un cranio presente nella propria collezione e permette quindi una condivisione di informazioni e dati senza eguali.

Le analisi condotte sembrano confermare che questa specie, vissuta nella prima parte del Pleistocene, fosse strettamente imparentata con C. mosbachensis, pur conservando qualche tratto più “primitivo”, mentre fosse molto più distante e “moderna” rispetto a C. etruscus.

L’ipotesi degli scienziati è che C. etruscus sia entrato per primo in Europa alla fine del Pliocene (3 milioni di anni fa circa) attraversando il territorio georgiano, vero e proprio crocevia per molte specie provenienti sia dall’Asia che dall’Africa, e che durante il primo Pleistocene (1,8 milioni di anni fa circa) il genere Canis sia andato incontro ad una radiazione adattativa originando diverse specie. Tra queste troviamo C. borjgali come antenato diretto di C. mosbachensis o come specie a lui strettamente imparentata. Secondo alcuni autori, C. mosbachensis darà poi direttamente origine al lupo attuale (C. lupus), mentre, secondo altri, C. mosbachensis è l’antenato comune posto alla base del clade che comprende il lupo (C. lupus), il coyote (C. latrans) e lo sciacallo grigio (C. lupaster).

In ogni caso, per ciascuno di questi scenari, la nuova specie C. borjgali è da considerarsi quindi uno degli antenati comuni più recenti del lupo attuale. Questa scoperta aumenta pertanto la nostra conoscenza del complesso quadro evolutivo del genere Canis in Europa.


Fonti
Bartolini Lucenti S, Bukhsianidze M, Martínez-Navarro B and Lordkipanidze D (2020) The Wolf From Dmanisi and Augmented Reality: Review, Implications, and Opportunities. Front. Earth Sci. 8:131. https://doi.org/10.3389/feart.2020.00131

Immagine: Gary Kramer / Public domain, via Wikimedia Commons