Se i lemuri hanno (davvero) il ritmo nel sangue…

Indri Indri indri

Canti e richiami degli indri offrono una chiave per scoprire le origini della musica.

“Mi piace se ti muovi, mi piace se ti muovi, mi piace quel che muovi…e allora MUOVI!”

Così cantano i lemuri dalla coda ad anelli (Lemur catta) nel film di animazione “Madagascar”, un motivetto che rimane in mente per la sua allegria e per il suo ritmo. Chissà se il regista sapeva che un’altra specie di lemure, l’Indri (Indri indri) canta per davvero. Proprio sulle loro doti canore si basa una nuova ricerca nata dalla collaborazione tra gli studiosi dell’Università di Warwick e quella di Torino. Il gruppo, guidato da Chiara de Gregorio e Marco Maiolini ha analizzato le emissioni sonore degli Indri, osservandone struttura e organizzazione, per capire se ci sia un punto di contatto con la nostra musica. I risultati sono stati pubblicati su Annals of the New York Academy of Sciences.

I lemuri: animali che parlano e cantano

Gli indri vivono nella foresta pluviale del Madagascar ed emettono una varietà di suoni funzionalmente diversi, composte da elementi separati da pause. I richiami finora registrati sono riconducibili a tre categorie: clacson, ruggiti di allarme e ruggiti introduttivi al canto. I clacson sono ritmici e rapidi, consistenti in una successione di note brevi e forti che vengono prodotti in presenza di potenziali predatori terrestri. Per i rapaci, i lemuri invece emettono ruggiti di allarme, ovvero una sequenza di vocalizzazioni aspre. Infine, i ruggiti introduttivi, simili a quelli di allarme, vengono emessi come cappello al canto appunto, con funzione di richiamo. Per quanto riguarda i canti, sono organizzati in frasi di frequenza discendente, composte da un intervallo tra due e sei note di lunghezza differente, dove quelle di durata maggiore, meno modulate, sono generalmente emesse all’inizio. Anche questo tipo di vocalizzazione è riconducibile a tre differenti contesti, ovvero durante gli incontri territoriali tra diversi gruppi familiari, durante incontri dello stesso gruppo sociale, ma in assenza di contatto visivo e come avvertimento territoriale quotidiano.


Foreste rumorose…

I ricercatori hanno registrato le emissioni sonore di 51 individui appartenenti a 22 gruppi di Indri che vivono in cinque diverse aree di foresta pluviale in Madagascar: 6 gruppi nella foresta di Analamazaotra, 2 nella foresta di Anjozorobe, 3 nella Station Forestière di Mitsinjo, 9 nella foresta di Maromizaha e 2 nel Parco nazionale di Mantadia. Nel dettaglio hanno raccolto 820 contributi canori individuali, 710 dei quali erano canti di avvertimento, 51 territoriali e 59 di coesione, mentre, per quanto riguarda i richiami, 469 sequenze di ruggiti introduttivi, 60 di clacson e 26 di ruggiti di allarme. Hanno analizzato il ritmo, la struttura melodica e la durata e posizione delle pause. Grazie al materiale ottenuto è stato possibile osservare le differenze tra i due tipi di vocalizzazioni, in primis il ritmo più lento dei canti rispetto ai richiami. A livello di struttura melodica poi gli intervalli tra i canti non cambiano a seconda della tipologia, a differenza dei richiami, che risultano più variabili. Un’altra differenza risiede nel numero di categorie ritmiche, in quanto i canti ne presentano da una a tre, mentre i richiami possono presentarne al massimo una, ma possono anche non essere riconducibili ad alcuna categoria.


L’origine comune della musica

La composizione musicale negli esseri umani è caratterizzata da una forte isocronia, struttura ritmica secondo cui gli intervalli di tempo tra un suono e quello successivo hanno tutti una durata approssimativamente uguale, ma, per quanto riguarda il registro parlato, questa struttura ritmica è raramente utilizzata. I ricercatori hanno osservato la presenza di isocronia durante gli episodi di canto coordinato tra i lemuri, ma hanno anche riscontrato categorie ritmiche nei richiami di allarme mostrando quindi analogie trasversali, dal parlato alla musica degli animali. Gli Indri, quindi, mostrano isocronia sia nei canti che nei richiami, equivalenti funzionali della musica e del parlato umani. Quanto osservato è in parte in linea con l’ipotesi di Geissmann, secondo cui i richiami nei primati e la musica umana potrebbero essere derivati da forme ancestrali di richiami, come quelli antipredatori. Un’ipotesi alternativa è che l’isocronia possa essere un tratto ancestrale sia dei richiami che dei canti.

Le radici della musica e della comunicazione umana sono ancora da approfondire, ma anche questa ricerca suggerisce che gli elementi fondamentali della musica umana possono essere fatti risalire ai primi sistemi di comunicazione dei primati.

Riferimementi:

Chiara De Gregorio et al., “Isochrony as ancestral condition to call and song in a primate”, Proceedings of Annals of The New York Academy of Sciences, 25 June 2024 doi: 10.1111/nyas.15151


Immagine: Charles J. Sharp, “Indri (Indri indri), Analamazaotra Special Reserve, Madagascar”, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons