Sempre più soli: la biodiversità alle soglie della sesta estinzione

sempre più soli copertina

Come possiamo tutelare la biodiversità? Non ci sono soluzioni facili, ma possiamo iniziare riducendo il nostro impatto. Pikaia ha letto per voi “Sempre più soli”, una eccellente riflessione sulla conservazione della biodiversità scritta dallo zoologo Maurizio Casiraghi

Da alcuni mesi sono iniziate le attività di ricerca del National Biodiversity Future Center (NBFC), il centro nazionale dedicato alla tutela della biodiversità e finanziato nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Tra gli obiettivi del NBFC vi è la riduzione del 30% della perdita di biodiversità entro il 2030, oltre che il recupero per almeno il 15% degli equilibri ecosistemici mediante azioni di ripristino ecologico degli habitat. Ma quale è lo stato della biodiversità e perché è importante conservarla?

Nei giorni scorsi a uno studente che mi poneva queste domande ho suggerito, senza alcuna esitazione, la lettura dell’ottimo libro Sempre più soli (Il Mulino, 2023), in cui lo zoologo ed evoluzionista Maurizio Casiraghi racconta il nostro pianeta alle soglie della sesta estinzione di massa.
Grazie a un non comune mix di passione e competenze, Casiraghi guida il lettore dall’Africa all’Ecuador, passando per l’Europa e l’Italia, seguendo le tracce della testuggine Lonesome George, di Benjamin il tilacino, dell’alca impenne, del dodo e della ritina di Steller alla scoperta di un mondo sempre più povero di biodiversità. Sempre più soli ha però il merito di non limitarsi a raccontare la storia di tante specie che non ce l’hanno fatta (solitamente grazie a noi!), ma di ricordaci che non stiamo vedendo una storia già finita:
quello che mi chiedo – scrive Casiraghi – è se non stiamo concentrandoci soltanto su un aspetto della questione; se cioè non stiamo raccontandoci una storia ancora in corso come se non solo fosse il finale già scritto, ma fossimo addirittura ai titoli di coda“. 

Questo non toglie che la situazione sia grave, ma che siamo ancora in tempo per provare a invertire questa tendenza. Sapere che c’è stato un declino preoccupante degli insetti nell’arco degli ultimi 40 anni e che nei prossimi decenni potremmo perdere sino al 40% delle specie oggi note, deve diventare uno stimolo a capire come evitare questa possibilità.
Il libro di Casiraghi se da lato, quindi, ribadisce che spesso non siamo stati molto bravi a prevedere l’impatto delle nostre azioni, dall’altro ci invita a pensare cosa possiamo imparare dai tanti dati che abbiamo a disposizione al fine di costruire un futuro diverso:

il tempo è ormai giunto – scrive Casiraghi – perché si inizino a fronteggiare le conseguenze del nostro stile di vita. Stiamo sottraendo al mondo naturale sempre più spazio, allargando le aree antropizzate su tutto il pianeta“.

La biodiversità in numeri: perché tutelare la biodiversità in Italia

In Italia ci sono 24 parchi nazionali (che coprono quasi il 5% del territorio nazionale), 134 parchi regionali (pari al 5,7% dell’Italia) e 30 aree marine protette. Se si considerano le riserve statali, regionali e le altre aree tutelate si arriva a un totale di 871 aree protette, cui vanno aggiunti oltre 2.500 siti della Rete Natura 2000. Sommando l’estensione di tutte le aree protette e dei siti Rete Natura 2000, all’incirca il 22% dell’Italia è posto sotto tutela.

Questo dato deriva dal fatto che l’Italia ha il più alto tasso di biodiversità in Europa. Abbiamo 5.600 specie vegetali, pari al 50% delle specie europee, e oltre 57.000 specie animali, ovvero il 30% di quelle presenti nell’intero continente. Una ricchezza che si concentra in una superficie pari a un trentesimo di quella europea. Nel nostro paese, le specie vegetali endemiche (cioè quelle che vivono solo o prevalentemente nella nostra penisola) rappresentano il 15% della flora totale, considerando anche quelle presenti nelle principali isole del Mediterraneo, ma escludendo le specie endemiche alpine in quanto distribuite anche fuori del territorio italiano. Sono quasi 30.000 le specie animali che nascono e si riproducono quasi esclusivamente in Italia.

Possediamo informazioni adeguate sullo stato di conservazione solo del 5% circa delle specie attuali descritte (circa 100.000 specie). Se anche le specie realmente presenti sul pianeta fossero 6-8 milioni, questo significa che staremmo ignorando lo stato di conservazione di circa il 99% dei viventi. C’è quindi ancora molto lavoro da fare dato che per gran parte del mondo vivente la conoscenza sullo stato di conservazione è frammentaria e lacunosa“.

A fronte però di una simile ricchezza, i dati disponibili indicano che il 30% degli habitat naturali italiani è minacciato (la maggior parte dei quali è collegato agli ambienti umidi di palude, costieri e ripariali), così come il 45% delle 1.265 specie di animali vertebrati presenti sul nostro territorio. Il dato non è certamente positivo ma in molti paesi europei la situazione è ancora peggiore, dato che fino al 50% delle specie conosciute di vertebrati è in pericolo. Oltre un terzo dell’avifauna europea rischia l’estinzione, soprattutto nell’Europa nordoccidentale e centrale. Questa situazione è dovuta principalmente ai danni provocati ai rispettivi habitat dal cambiamento di destinazione d’uso dei terreni, in particolare a seguito della diffusione dell’agricoltura e della silvicoltura intensive, del crescente sviluppo delle infrastrutture, del prelievo dell’acqua e dell’inquinamento

Che cosa fare per non essere sempre più soli?

Quando si parla di tutela della biodiversità capita spesso di trovare scienziati pronti a suggerire soluzioni semplici. Tra i tanti meriti di Sempre più soli c’è il fatto che non si propongono facili soluzioni, ma anzi Maurizio Casiraghi ribadisce espressamente:
Una soluzione facile per rimediare ai danni fatti non c’è. Sarebbe bello averla tra le mani e non solo in linea puramente teorica. Purtroppo però il problema è grande, complesso e non risolvibile con ricette magiche. Ve ne sarete accorti, questo libro non ne contiene perché sono il primo a non credere che esistano. (…) Ma non spaventiamoci, non lasciamo prevalere lo scoramento. (…) Dobbiamo trovare dei compromessi tra la nostra crescita e un maggiore rispetto per il mondo che ci circonda. Lo possiamo fare solo aumentando la nostra consapevolezza. (…) Ognuno di noi conta, perché non ci si salva da soli, in questo mondo”.


Tutti quindi possiamo dare un contributo: informiamoci sull’impatto delle nostre abitudini, rinunciamo al superfluo e torniamo a guardare al mondo che ci circonda come qualcosa di cui siamo parte. Proviamo quindi a immaginare un futuro diverso rispetto a quello che si prospetta se insisteremo sulle vie attuali, un futuro in cui possiamo provare a non essere sempre più soli.
Sulla porta di una classe nella scuola di mio figlio compare la scritta “Qui studia il futuro del nostro Pianeta”. Sempre più soli di Maurizio Casiraghi ci propone una idea di futuro a cui tutti dovremmo lavorare senza esitazioni per potere guardare negli occhi i nostri figli senza dover dire loro “avremmo potuto migliorare il mondo, ma non lo abbiamo fatto”. Prendiamo atto del fatto che la ragione delle difficoltà di questo mondo siamo noi, ma che anche la soluzione a questi problemi passa da noi. Non ci resta quindi che rimboccarci le maniche!