Un viaggio nel tempo e nello spazio con “Storia della Terra”

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Pikaia ha letto per voi “Storia della terra”, l’ultimo libro del geologo italiano Alessandro Iannace.

Come sappiamo che la terra è tonda? Come ne conosciamo le dimensioni? Ciò che abbiamo imparato sulla terra come influenza il nostro modo di vedere il pianeta su cui viviamo? Questi sono solamente alcuni dei quesiti da cui parte il bellissimo viaggio che il geologo Alessandro Iannace propone al lettore nel suo libro Storia della terra (Laterza, 2023).

Sulle spalle dei giganti della geologia

Iannace propone un vero e proprio viaggio nel tempo e nello spazio, accompagnati dai tanti filosofi, naturalisti, geologi e scienziati che nel corso di numerosi secoli ci hanno aiutato a comprendere l’evoluzione del nostro pianeta. Tanti contributi che molto spesso stupiscono per la capacità che questi autori hanno avuto di ricostruire teorie innovative globali partendo da osservazioni locali. Rocce mute e coperte da licheni, che hanno raccontato a chi le ha osservate storie di antiche trasformazioni e sconvolgimenti. Dalle leggi di Niccolò Stenone al calendario geologico di Giovanni Arduino molte delle tappe di questo viaggio partono, o comunque passano, dall’Italia e dall’Europa continentale, che per alcuni aspetti non sono tra i luoghi più semplici in cui studiare la storia della Terra. Come scriveva però il naturalista francese Georges Cuvier, “se si mette tanto interesse a seguire nell’infanzia della nostra specie le tracce cancellate di tante nazioni scomparse, come si potrebbe non metterne anche a cercare nelle tenebre dell’infanzia della Terra le tracce delle rivoluzioni passate?“. 

Indubbiamente questa posizione venne condivisa da molte nazioni che ben presto nel corso dell’Ottocento iniziarono una vera e propria esplorazione geologica sistematica della Terra inseguendo però non solamente la conoscenza, dato che lo sfruttamento minerario divenne ben presto tra i principali elementi di traino di queste attività di ricerca. Ciò non toglie però che queste spedizioni esplorative ci abbiamo aiutato anche a capire meglio l’età del nostro pianeta e i cambiamenti che lo hanno portato a essere ciò che noi possiamo vedere facilmente muovendoci con Google Earth. Parafrasando Lewis Carroll, anche in geologia “poco alla volta, pezzo per pezzo, è cresciuto il racconto della Terra, scolpendo insieme tanti strani eventi“, grazie a meticolose osservazioni e ricorrenti confronti e discussioni.

Il punto di vista del geologo

Per un geologo — scrive Iannace — andare in giro per la natura, in montagna come al mare, o anche guardare le immagini di esterni spettacolari di un film, comporta una piccola condanna: il cervello immediatamente inizia a guardare il paesaggio attraverso il suo filtro speciale, quel filtro che gli consente di vedere una storia laddove tutti vedrebbero semplicemente delle forme e delle rocce. Non si creda che ciò finisca per inaridire le proprie capacità di osservazione, anzi potremmo dire che le esalta in quanto al piacere di osservare un bel paesaggio si aggiunge il fascino di immaginarne le trasformazioni nel corso del tempo“.

Immaginazione che ha guidato anche l’opera di tanti scrittori e per molti aspetti quello che Iannace propone è anche un viaggio letterario, che ci permette di seguire le orme di Arthur Conan Doyle e Jules Verne, così come di scendere all’inferno con Dante. Il lettore potrà, inoltre, viaggiare nel mondo sotterraneo immaginato dal gesuita Athanasius Kircher, che nel Seicento realizzò numerose pubblicazioni di grande formato, arricchite da pregevoli incisioni di notevole valore artistico e di grande forza comunicativa (qui la versione digitale). Queste opere per altro, se confrontate con quelle di Stenone, tracciano una sorta di confine ideale che demarca la nascita di quella che potremmo definire la geologia moderna rispetto a una visione precedente, che guardava alle teorie dei precedenti filosofi più che alle reali osservazioni in campo.
Il libro di Iannace ha, inoltre, il merito di guidare il lettore non solamente nella storia della Terra, ma anche in quella della geologia, permettendo anche ai meno esperti (ma non solo!) di ricordare i tanti scienziati, i cui nomi sono stati spesso dimenticati.

In generale la storia della geologia è poco nota nell’ambiente scientifico. (…) Un po’ perché non esistono personaggi che assurgono a popolarità mondiale, come Einstein, Maxwell o Galileo. Ma più in generale, perchè è poco presente tra i geologi l’attenzione alla radici delle teorie più importanti che essi praticano ogni giorno“.

Scienziati e teorie che sono oggi importanti anche per raccontare come è stata la terra nel passato e come potrebbe essere nel futuro, per ricordare i tanti cambiamenti che ne hanno caratterizzato la lunga esistenza perché, come scriveva il mineralogista e astrobiologo americano Robert M. Hazen, “come un artista precoce, il nostro pianeta ha reinventato se stesso più e più volte, provando in ogni fase qualcosa di nuovo“.
Cambiamenti che hanno ovviamente influenzato anche l’evoluzione dei viventi che sono ben presenti in numerosi capitoli di Storia della Terra.  Un libro che non è rivolto ai soli geologi e che è capace di scavare a fondo nel passato, tanto quanto di riflettere sul futuro. Nel complesso quindi un ottimo esempio di comunicazione scientifica fatta con passione e competenza.