Consigli di lettura sull’evoluzione – inverno 2022

consigli di lettura

Regalate e/o regalatevi….un libro!
Eccoci al consueto appuntamento con le nostre segnalazioni invernali per l’acquisto/lettura di libri sull’evoluzione. Dalla genetica all’astrobiologia, dalla storia della scienza alla botanica, senza dimenticare le proposte per i più piccoli

Come ogni dicembre, Pikaia propone una selezione di consigli di lettura a cura di Paolo Coccia, bibliofilo e condirettore del sito. 

La descrizione del contenuto, se non espressamente citata, proviene dai siti web visitati (editori, aggregatori di libri, cataloghi). Non potendo accedere al contenuto di tutti i volumi segnalati la valutazione finale della qualità e valore di ciascuno di essi è rimessa al lettore. Nonostante il nostro sforzo di selezionare il meglio del panorama editoriale può succedere di segnalare titoli che non soddisfano per molti motivi gli interessi dei lettori. Ci scusiamo in anticipo.

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Darwiniana

image001Un fascicolo completo della rivista Azimuth (n. 19, 2022, dedicato a Darwin

Andrea Parravicini, Andra Meneganzin, Chiara Pertile, a cura di, Darwin’s Tangled Legacy. Evolutionary Perspectives in Contemporary Thought ( L’eredità ramificata di Darwin. Prospettive evoluzionistiche nel pensiero contemporaneo)

The present issue discusses the uses, opportunities and misuses of the recent evolutionary research program when approaching key issues in contemporary philosophical thought. One aim of the current issue is to illustrate past and current avenues of productive dialogue between biology – evolutionary biology, in particular – and philosophy. Further, the issue investigates what the evolutionary conceptual and empirical repertoire can teach us about life and human nature conundrums and which interpretative paths, previously left unexplored by classic philosophical approaches, arise from such perspective. Never as in contemporary philosophical debates, the Darwinian perspective emerged as a vital tool or, in John Dewey’s words, as “the greatest dissolvent in contemporary thought of old questions, the greatest precipitant of new methods, new intentions, new problems”.

Contiene:

Preliminary Notes

Sofia Belardinelli, The Human-Nature Relationship in the Anthropocene: A Science-based Philosophical Perspective

Alejandro Fábregas-Tejeda – Francisco Vergara-Silva, ‘Man-Made Futures’: Conrad Hal Waddington, Biological Theory, and the Anthropocene

Stefan Linquist, Breaking News from Genome-Level Ecology: Not Everything that Is a Darwinian Individual Should Be Scientifically Regarded as Such

Antonella Tramacere, Evolutionary Psychology. Death or Transformative Crisis?

Carlo Pace, The Metaphysical Features of a Proxy. An Evolutionary Entanglement Between Mind and Materiality

Agostino Marconi, New Uses of Old Functions. Forms of Exaptation in the Evolution of Nervous Systems

Mariagrazia Portera– Ellen Dissanayake, Aesthetics After Darwin, Dewey, and Dissanayake: a Reassessment

Andrea Olmo Viola, Why Darwin’s Prediction Matters | 10.1400/289177

Andra Meneganzin – Francesco Suman, The Anti-EvolutionismBehind SARS-CoV-2 Artificial Origins Theses

Ozan Altan Altinok, Darwinize It Two Times: On the Possibilities of Extending Evolutionary Medicine Through New Developments in Evolutionary Theory

Luca Fabbris, Macchine darwiniane. William Ross Ashby e l’origine della vita artificiale

image003Elena Canadelli, Elisa Dalla Longa, a cura di, Sulle tracce di un evoluzionista. Le cose di Giovanni Canestrini, Editrice Bibliografica, collana Storie della scienza, p. 472 

Giovanni Canestrini (1835-1900) fu un evoluzionista eclettico, tra i più rilevanti nel panorama scientifico italiano ed europeo della seconda metà dell’Ottocento. In contatto epistolare con i principali esponenti delle scienze naturali del tempo, Canestrini fu zoologo, paletnologo, naturalista, antropologo, divulgatore e traduttore di Darwin. Di origini trentine, professore di scienze naturali all’Università di Modena tra il 1862 e il 1868, dal 1869 insegnò zoologia e anatomia comparata a Padova, dove attivò anche un libero corso di antropologia e riordinò e arricchì le collezioni naturalistiche e paletnologiche, ricoprendo inoltre importanti incarichi politici e civili. Canestrini ha lasciato una cospicua serie di tracce materiali della sua vita scientifica, sotto forma di reperti museali, cataloghi, lettere, libri. Proprio quello delle “tracce materiali” è il fil rouge del volume che raccoglie gli atti dell’omonimo convegno organizzato dall’Università di Padova, arricchiti con contributi di altri autori e autrici e con un’appendice documentaria che vuole dare il giusto valore all’edizione di documenti e reperti fino a oggi inediti. 

6960Roberta Visone, Selezione naturale ed equilibrio mobile della natura. L’evoluzionismo di Alfred Russel Wallace tra Darwin e Spencer, Liguori, p. 166

Il volume ricostruisce alcune tappe salienti della riflessione di Alfred Russel Wallace (1823-1913), collocandola “tra Darwin e Spencer” all’interno del dibattito evoluzionistico britannico di metà Ottocento. Pur essendo considerato il “co-scopritore” del meccanismo della selezione naturale, del quale condivide la paternità con Darwin, Wallace si differenzia significativamente da quest’ultimo e abbraccia una visione complessiva dei processi evolutivi che risente dell’influenza delle posizioni assunte da Spencer sui temi dell’evoluzione intesa come “progresso”. Tramite la filosofia spenceriana transitano così, nelle teorie di Wallace, elementi concettuali incompatibili con aspetti essenziali delle dottrine darwiniane, e anzitutto con l’incidenza che in esse gioca la casualità nelle sue plurivoche accezioni. 

image007Kay Harel, Darwin’s Love of Life. A Singular Case of Biophilia, Columbia University Press, p. 169

Biophilia—the love of life—encompasses the drive to survive, a sense of kinship with all life-forms, and an instinct for beauty. In this unconventional book, Kay Harel uses biophilia as a lens to explore Charles Darwin’s life and thought in deeply original ways. In a set of interrelated essays, she considers how the love of life enabled him to see otherwise unseen evolutionary truths.

Harel traces the influence of biophilia on Darwin’s views of dogs, facts, thought, emotion, and beauty, informed by little-known material from his private notebooks. She argues that much of what Darwin described, envisioned, and felt was biophilia in action. Closing the book is a profile of Darwin’s marriage to Emma Wedgwood, his first cousin, a woman gifted in music and medicine who shared her husband’s love of life.

Harel’s meditative, playful, and lyrical musings draw on the tools of varied disciplines—aesthetics, astronomy, biology, evolutionary theory, history of science, philosophy, psychiatry, and more—while remaining unbounded by any particular one. Taking unexpected paths to recast a figure we thought we knew, this book offers readers a different Darwin: a man full of love, joy, awe, humility, curiosity, and a zest for living. 

image009Piero Antonio Toma, Il grande albergo degli scienziati. Centocinquanta anni della Stazione Zoologica Anton Dohrn, Editore artem, collana Storia e civiltà, p. 184

L’avventura umana e scientifica di un pioniere della biologia marina, seguace e amico di Darwin, apprezzato e difeso da Benedetto Croce, la storia straordinaria della Stazione Zoologica più antica del mondo, meta di elezione di ventitré premi Nobel, dell’Acquario e del più grande Centro europeo per la ricerca delle tartarughe, della Biblioteca e del primo Museo internazionale sulla biodiversità del mare.





image011Barbara Continenza, Samuel Butler. Un evoluzionista contro, Euno Edizioni, collana Anamorfosi, p. 156

Noto in particolare per i suoi due romanzi “Erewhon” e “The Way of All Fresh”, Samuel Butler è stato uno scrittore inglese di epoca vittoriana dalla poliedrica personalità. “Controverso” è l’attributo più ricorrente quando si cerchi di definire chi, come lui, si è compiaciuto di autoproclamarsi un outsider. E di una controversia tratta questo saggio: quella con Charles Darwin, il “padre della teoria dell’evoluzione”. Controversia che balzò clamorosamente agli onori delle cronache, suscitata dai ben quattro libri che Butler dedicò a controbattere la rivoluzione scientifica forse più celebrata dell’Ottocento (e non solo). 


image013A cura di Devin Griffiths e Deanna Kreisler, After Darwin. Literature, Theory, and Criticism in the Twenty-First Century. Part of After Series, p. 280

Creative storytelling is the beating heart of Darwin’s science. All of Darwin’s writings drew on information gleaned from a worldwide network of scientific research and correspondence, but they hinge on moments in which Darwin asks his reader to imagine how specific patterns came to be over time, spinning yarns filled with protagonists and antagonists, crises, triumphs, and tragedies. His fictions also forged striking new possibilities for the interpretation of human societies and their relation to natural environments. This volume gathers an international roster of scholars to ask what Darwin’s writing offers future of literary scholarship and critical theory, as well as allied fields like history, art history, philosophy, gender studies, disability studies, the history of race, aesthetics, and ethics. It speaks to anyone interested in the impact of Darwin on the humanities, including literary scholars, undergraduate and graduate students, and general readers interested in Darwin’s continuing influence.

Provides an interdisciplinary lens on the philosophy and writing of Charles Darwin. Emphasizes Darwin as a thinker and a humanist, showing readers Darwin’s wider-ranging and ongoing impact in various fields of social, philosophical, and aesthetic thought. Looks beyond Darwin’s theory of natural selection to focus on his contributions to theories of race and gender, aesthetics, ecology, animal studies, environmentalism, and politics

image015Charles Darwin, Chi siamo, da dove veniamo, a cura di Enzo Ferrara, E/O, collana Piccola biblioteca morale, p. 117

Darwin fu sicuramente un rivoluzionario, ma non tanto per il concetto di evoluzione, di cui fu in realtà più erede e diffusore che non ideatore, quanto per l’affermazione del cambiamento come necessità incessante, biologicamente benefica e connaturata all’esistenza. A due secoli di distanza, la teoria dell’evoluzione si rivela ancora irriducibile a ogni piano progressista e consolatorio, all’ideale di una scienza che muove su percorsi lineari; i suoi princìpi confutano tuttora i pregiudizi più radicati nel pensiero occidentale e l’idea della benevolenza del creato, del suo ordine e di un progetto supremo e l’illusione che la natura possegga una struttura prevedibile con un percorso interpretativo, e renda dunque possibile un suo controllo e dominio. Questa breve antologia raccoglie brani fondamentali da L’origine della specie e L’origine dell’uomo, da Viaggio di un naturalista intorno al mondo e dal manoscritto Darwin-Wallace. 

image017Jeremy Desilva (a cura di), Presentazione di Janet Browne, A Most Interesting Problem. What Darwin’s Descent of Man Got Right and Wrong About Human Evolution, Princeton University Press, p. 288

In 1871, Charles Darwin published The Descent of Man, a companion to Origin of Species in which he attempted to explain human evolution, a topic he called “the highest and most interesting problem for the naturalist.” A Most Interesting Problem brings together twelve world-class scholars and science communicators to investigate what Darwin got right—and what he got wrong—about the origin, history, and biological variation of humans.

Edited by Jeremy DeSilva and with an introduction by acclaimed Darwin biographer Janet Browne, A Most Interesting Problem draws on the latest discoveries in fields such as genetics, paleontology, bioarchaeology, anthropology, and primatology. This compelling and accessible book tackles the very subjects Darwin explores in Descent, including the evidence for human evolution, our place in the family tree, the origins of civilization, human races, and sex differences.

A Most Interesting Problem is a testament to how scientific ideas are tested and how evidence helps to structure our narratives about human origins, showing how some of Darwin’s ideas have withstood more than a century of scrutiny while others have not. 

image019Diana Preston, The Evolution of Charles Darwin. The Epic Voyage of the Beagle That Forever Changed Our View of Life on Earth, Atlantic Monthly Press, p. 501

From the Los Angeles Times Book Prize–winning historian, the colorful, dramatic story of Charles Darwin’s journey on HMS Beagle that inspired the evolutionary theories in his path-breaking books On the Origin of Species and The Descent of Man

When twenty-two-year-old aspiring geologist Charles Darwin boarded HMS Beagle in 1831 with his microscopes and specimen bottles—invited by ship’s captain Robert FitzRoy who wanted a travel companion at least as much as a ship’s naturalist—he hardly thought he was embarking on what would become perhaps the most important and epoch-changing voyage in scientific history. Nonetheless, over the course of the five-year journey around the globe in often hard and hazardous conditions, Darwin would make observations and gather samples that would form the basis of his revolutionary theories about the origin of species and natural selection.

Drawing on a rich range of revealing letters, diary entries, recollections of those who encountered him, and Darwin’s and FitzRoy’s own accounts of what transpired, Diana Preston chronicles the epic voyage as it unfolded, tracing Darwin’s growth from untested young man to accomplished adventurer and natural scientist in his own right. Darwin often left the ship to climb mountains, navigate rivers, or ride hundreds of miles, accompanied by local guides whose languages he barely understood, across pampas and through rainforests in search of further unique specimens. From the wilds of Patagonia to the Galápagos and other Atlantic and Pacific islands, as Preston vibrantly relates, Darwin collected and contrasted volcanic rocks and fossils large and small, witnessed an earthquake, and encountered the Argentinian rhea, Falklands fox, and Galápagos finch, through which he began to discern connections between deep past and present.

Darwin never left Britain again after his return in 1836, though his mind journeyed far and wide to develop the theories that were first revealed, after great delay and with trepidation about their reception, in 1859 with the publication of his epochal book On the Origin of Species. Offering a unique portrait of one of history’s most consequential figures, The Evolution of Charles Darwin is a vital contribution to our understanding of life on Earth. 

image021John Van Wyhe, Charles Darwin. L’uomo, il suo grande viaggio e la teoria dell’evoluzione, Valtrend, p. 160

Certamente hai sentito parlare di Charles Darwin come l’uomo che ha cambiato il mondo. Ora puoi sapere come. Questo libro rappresenta un’eccellente introduzione al mondo di Darwin. Non è una biografia dettagliata, ma una breve lettura adatta a tutti. Corredano il volume magnifiche illustrazioni, la maggior parte delle quali ‘d’epoca’.

Edizione italiana a cura di Roberto Sandulli, prefazione di Chiara Ceci.


Origine ed evoluzione dell’Homo sapiens

copertina The tale of TaleGianpaolo Di Silvestro, Luca Vergerio, The tale of Tal. Una graphic novel dei nostri cugini Neandertal, Autopubblicato, p. 48

La graphic novel “The Tale of Tal” consiste in un’ opera di tipo silent book illustrato. L’opera presenta una ricostruzione scientificamente accurata della vita di una popolazione di Neandertal. Ogni illustrazione è stata correlata da dati accreditati in letteratura scientifica e descritta in bibliografia come una normale pubblicazione scientifica. Nel corso degli ultimi due decenni la comunicazione della scienza ha sfruttato numerosi canali e strumenti per raccontare i progressi della ricerca.


Il fumetto è stato patrocinato da Pikaia dove puoi leggere l’intervista agli autori a cura di Roberto Cavicchi.

image023Vincenzo Caputo Barucchi, Il vertebrato che è in noi. Anatomia comparata ed evoluzione del corpo umano, UTET Università, p. 641

«Il retaggio animale di Homo sapiens – scrive l’autore nell’introduzione – è inglobato nel suo corpo come in una serie di “matrioske” incluse l’una nell’altra, dal momento che una specie non emerge dal nulla e l’evoluzione opera attraverso un processo di “successive rifiniture” su un piano corporeo precedente, vincolando la successiva produzione di varianti. Dunque, proprio lo studio dell’Anatomia comparata permette di scoprire nella nostra morfologia la testimonianza di un’antichissima fase acquatica (il pesce che è in noi), della progressiva conquista delle terre emerse (il tetrapode che è in noi) e del definitivo affrancamento dalle fluttuazioni termiche dell’ambiente esterno grazie al nostro metabolismo endotermico (il mammifero che è in noi). Siamo anche in grado di dedurre, dallo studio delle nostre caratteristiche anatomiche, che un periodo ancestrale della storia evolutiva umana si è svolto nella chioma di antiche foreste tropicali dove ci slanciavamo, con presa sicura, tra un ramo e l’altro (la scimmia che è in noi). Scopo fondamentale dell’Anatomia comparata è, dunque, quello di analizzare la morfologia dei Vertebrati alla luce dell’evoluzione: come sosteneva infatti il biologo e genetista Theodosius Dobzhansky (1900-1975) “nulla ha senso in biologia se non alla luce dell’evoluzione”. L’Anatomia comparata, in quanto materia eminentemente evoluzionistica, studia perciò gli adattamenti dei Vertebrati nel corso della loro storia evolutiva, attraverso l’analisi comparativa della forma e della funzione dei sistemi o apparati anatomici».

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Peter Turchin, La scimmia armata. L’arte della guerra e l’evoluzione della società, UTET, p. 301

Dagli assassini dell’età della pietra alle cattedrali orbitanti dell’era spaziale, dagli antichi re assetati di sangue al primo imperatore vegetariano dell’India, La scimmia armata ci guida attraverso la storia dell’umanità, mostrandoci le vere chiavi dello sviluppo sociale.

Nel 2010, Peter Turchin, un professore di entomologia passato a studiare la storia delle società umane, predisse, con l’aiuto dei suoi modelli matematici, che il 2020 sarebbe stato un anno di terribili tensioni sociali. Dieci anni dopo, la sua fama di Nostradamus è diventata mondiale, vista la sorprendente accuratezza delle sue previsioni. Ma è davvero possibile comprendere e predire la storia dell’uomo usando la matematica? In questo libro, Peter Turchin inizia a svelare al lettore comune i metodi e i risultati di decenni di ricerche. «L’uomo è un animale sociale», sosteneva Aristotele più di duemila anni fa. Evolutivamente parlando, in effetti, la capacità umana di lavorare insieme supera quella di ogni altra specie, e la cosa veramente stupefacente è che abbiamo iniziato la nostra rapida scalata al vertice della classifica solo negli ultimi diecimila anni, superando termiti, api e formiche, le altre (poche) specie altamente collaborative del nostro pianeta. L’evoluzione genetica forse non può spiegare fino in fondo l’anomalia che ci ha reso l’animale ultrasociale che siamo oggi, ma la cooperazione sembra essere il fondamento del nostro progresso. Appena un centinaio di anni prima di Aristotele, però, Eraclito diceva che «la guerra è il padre di tutto e il re di tutto». Ed è in effetti innegabile che la storia dell’umanità sia costellata di battaglie fratricide, violenze e genocidi, una tendenza che avrebbe dovuto essere soppressa in funzione della sopravvivenza. E invece ci intratteniamo con sport in cui la vittoria è segnata dalla prevaricazione sull’altro, creiamo sistemi economici basati su disuguaglianze di potere macroscopiche, siamo circondati dagli scontri e dalla simulazione della guerra da tutte le parti. Ma allora l’uomo è votato alla cooperazione o al conflitto? Peter Turchin trova una risposta applicando le modellizzazioni matematiche all’indagine storica e sociologica: la verità è che il grande motore dell’ultrasocialità umana, paradossalmente, è stato proprio il conflitto. È grazie alla guerra e alla competizione che si è affermato uno spirito di uguaglianza, e i nostri miracolosi poteri di cooperazione sono stati forgiati nel fuoco della lotta tra gruppi sempre più vasti e organizzati. 

image027Thomas Cirotteau, Eric Pincas, Jennifer Kerner, Lady Sapiens. Come le donne inventarono il mondo, Piemme, collana Saggi, p. 224

La Preistoria è stata a lungo narrata al maschile. Le donne, quando venivano menzionate, erano sempre dipinte e raccontate come creature indifese, spaventate, dipendenti dalla protezione dei possenti uomini cacciatori.Chi erano, ad esempio, le donne che hanno ispirato le statue delle veneri preistoriche? Per 150 anni, i ricercatori, privi di indizi archeologici sulla loro vita quotidiana, hanno sottovalutato il loro ruolo. Queste donne sono diventate prigioniere dei cliché. Mentre l’uomo cacciava, inventava, creava, disegnava, la donna, confinata all’educazione dei suoi figli, era ridotta ai soli compiti domestici. Tutto è stato detto… o quasi. Negli ultimi quindici anni, una nuova generazione di ricercatori, molti dei quali donne, ha messo in dubbio questo modello. Queste scienziate, grazie all’etnoarcheologia, allo studio del dna e alle ossa, hanno creato protocolli di analisi rivoluzionari, hanno definito nuovi metodi di scavo per rendere finalmente visibile l’invisibile. E così è emerso il ruolo essenziale e lo status talvolta prestigioso delle donne preistoriche. Queste donne del passato tornano in vita per la prima volta davanti ai nostri occhi e svelano una nuova storia delle nostre origini. Lady Sapiens ripercorre questa entusiasmante e appassionante ricerca e ci offre un ritratto inedito della donna nel periodo preistorico, una figura più vicina a noi e al nostro tempo, di quanto avremmo potuto pensare.

image029Jaume Bertranpetit, Juli Peretó, a cura di, Illuminating Human Evolution. 150 Years after Darwin, Springer

This book presents a series of perspectives showing the current knowledge about human evolution. On the occasion of the 150th anniversary of Darwin’s book, The Descent of Man, and Selection in Relation to Sex, in which he explicitly addresses the natural origin of the human species, this collective work reviews current and diverse aspects of human evolution: from psychology, linguistics, genomics, paleontology, artistic expression or sexual selection. It also offers a historical, social and ideological context of what is often considered to be Darwin’s second great work after The Origin of Species. Although current research is concentrated largely on fossils and genomes, this book also deals with the main points Darwin centered his attention on; comparative morphology and psychology, and sexual selection. It also covers other new aspects, such as the origin of art, social structure and social learning. With contributions from leading experts in their respective fields, the book guides readers to the study of the social context of Darwin and his time, and the state of the art of studies on human evolution and sexual selection, considering all aspects that Darwin examined, including those that emerged later and now are important disciplines in our understanding of our own evolution. The English translation of parts of this book from its Spanish original manuscript was done with the help of artificial intelligence (machine translation by the service DeepL.com). A subsequent human revision was done primarily in terms of content.

image031Guido Barbujani, Come eravamo. Storie dalla grande storia dell’uomo, Laterza, collana i Robinson. Letture, p. 208

Finalmente possiamo vederli, i nostri antenati. Grazie alla bravura degli artisti, dei paleontologi che hanno disseppellito e amorevolmente ricostruito vecchi scheletri e dei genetisti che spesso sono riusciti a leggere il loro DNA, la nostra curiosità trova un oggetto più concreto, che ci interpella e ci emoziona. Uno dei più importanti genetisti italiani ci racconta la storia di come eravamo e com’era la vita quotidiana milioni di anni fa, a partire dai volti dei nostri antenati restituiti in quindici magnifiche sculture iperrealistiche. Immagine

Dal primo avventurarsi su due gambe nelle pianure africane alla produzione di pitture rupestri, piramidi, bastimenti, parlamenti e molto altro: tanto si è scritto sul cammino evolutivo dell’umanità grazie al lavoro di paleontologi, archeologi e genetisti. Ciascuno di loro ha messo un tassello a formare un quadro generale della nostra storia. Ma oggi siamo riusciti a compiere un altro passo: con la capacità che abbiamo acquisito di leggere a fondo il DNA di tante persone, passate e presenti, e di interpretarne le differenze, quei resti non solo ci danno un’idea delle migrazioni, degli scambi, dei processi di adattamento all’ambiente che hanno fatto di noi quello che siamo, ma ci hanno anche permesso la ricostruzione delle sembianze dei nostri antenati. Il lavoro scrupoloso di un gruppo di artisti ci fa finalmente guardare in faccia Homo erectus, che per primo ha imparato a maneggiare il fuoco, e i piccoli ominidi dell’isola di Flores in Indonesia, che qualcuno ha ribattezzato hobbit; i vecchi europei, gli uomini di Neandertal e quelli nuovi come Ötzi, l’uomo dei ghiacci del Museo di Bolzano, e tanti altri. Guardandoli negli occhi possiamo capire meglio quanto abbiamo in comune, quanto ci siano vicini, quanto è vero che, nonostante la grande distanza temporale, noi in qualche modo siamo loro.

image033Luca Sineo, Jacopo Moggi, a cura di, Manuale di antropologia. Evoluzione e biodiversità umana, UTET Università, p. 640

Antropologia, lo studio dell’evoluzione della biodiversità umana nella Natura, è una disciplina unica nell’ambito delle Scienze della Vita, dato che coniuga un approccio metodologico prettamente analitico a una discussione filologica e filogenetica sul nostro essere. È altresì una scienza in rapida evoluzione e, se questo pare ovvio, seguire questo aggiornamento è oltremodo impegnativo. Il manuale è di fatto il primo tentativo di produrre un testo condiviso e accreditato dal consesso nazionale dei docenti delle discipline del settore. La diversificazione delle competenze e di conseguenza dei capitoli proposti permette di rispondere alle esigenze di corsi e moduli didattici di diversa entità e tipologia, consentendo scelte ad hoc nel volume, che quindi si rivolge ad una vasta platea di studenti. In particolare, il manuale è destinato agli studenti delle lauree triennali di Scienze naturali e Scienze biologiche, a quanti seguono discipline antropologiche, che sono sempre più frequentemente incluse nei piani di studio di Beni culturali e Archeologia, agli studenti di Scienze motorie ed Ergonomia e anche come base per tutti i percorsi universitari nei quali si tratti di Homo, dei suoi comportamenti, della sua storia naturale e delle sue ecologie. 

image035Ian Tattersall, Understanding Human Evolution, Cambridge University Press, p. 208

Human life, and how we came to be, is one of the greatest scientific and philosophical questions of our time. This compact and accessible book presents a modern view of human evolution. Written by a leading authority, it lucidly and engagingly explains not only the evolutionary process, but the technologies currently used to unravel the evolutionary past and emergence of Homo sapiens. By separating the history of palaeoanthropology from current interpretation of the human fossil record, it lays numerous misconceptions to rest, and demonstrates that human evolution has been far from the linear struggle from primitiveness to perfection that we’ve been led to believe. It also presents a coherent scenario for how Homo sapiens contrived to cross a formidable cognitive barrier to become an extraordinary and unprecedented thinking creature. Elegantly illustrated, Understanding Human Evolution is for anyone interested in the complex and tangled story of how we came to be.

image037Juan José Millás, Juan Luis Arsuaga, La vita spiegata da un Sapiens a un Neanderthal, Rizzoli, collana BUR Saggi, p. 228

Paleolitico, Mesolitico, Neolitico: periodi così lontani nel tempo che molti di noi fanno fatica a dar loro la giusta collocazione. Immaginare come fosse allora la vita è quasi impossibile. Possiamo dire, però, che i nostri antenati preistorici ci sono del tutto estranei? Lo scrittore Juan José Millás è convinto del contrario. Ecco perché ha chiesto a Juan Luis Arsuaga, paleontologo tra i più brillanti della sua generazione, di accompagnarlo alla scoperta delle nostre radici. Capire come si è sviluppata la nostra specie, spiegarne le origini e comprenderne l’evoluzione: è da questi Immagine obiettivi che nasce l’incontro tra due menti curiose e acutissime. Conoscenza scientifica, abilità divulgativa, grande inventiva letteraria e una buona dose di ironia si mescolano così in un volume unico, frutto di mesi di dialogo attraverso luoghi della nostra quotidianità e siti straordinari in cui sono ancora visibili le tracce della preistoria dell’uomo. Millás, che fin da piccolo si è autodefinito un Neanderthal («Lo so dai tempi della scuola, perché i bambini Sapiens – dei veri stronzi – mi guardavano strano»), unisce la propria abilità affabulatrice alla competenza del compagno accademico, che ha tutta la sapienza dell’altra specie del genere Homo, per guidarci tra biomeccanica e dimorfismo sessuale; tra postura bipede e dentatura; tra l’australopiteco Lucy e la barba rasata di Alessandro Magno; tra svolte fondamentali come lo sviluppo della mira per scagliare una pietra e la suddivisione del lavoro in cacciatori e raccoglitori. Come un Don Chisciotte con il suo Sancho Panza, i due ci conducono in una divertente e illuminante spedizione verso i misteri dell’evoluzione umana, nel solco della miglior divulgazione scientifica. 

image039Frank Westerman, Noi umani, Iperborea, collana Gli Iperborei

Nel 2003, sull’isola di Flores, fu portato alla luce lo scheletro di un ominide destinato a riaccendere il dibattito sulle origini e l’evoluzione della nostra specie: l’Homo floresiensis risultava infatti alto poco più di un metro e dotato di una massa cerebrale estremamente ridotta. Una nuova specie, oppure un passo indietro nell’evoluzione? O forse un caso di nanismo, in una particolarissima area geografica dove sono state rinvenute ossa di rettili e cicogne giganti e di elefanti nani? Stuzzicato nel suo formidabile fiuto per le grandi storie, Westerman si immerge in un’indagine che lo porta dalle sponde della Mosa alle isole dell’Indonesia, sulle tracce dei nostri antenati. Presto, però, la questione delle origini si rivela elusiva, troppo disputata tra grandi paleontologi e scuole di pensiero, con i dibattiti scientifici spesso viziati da rivalità personali, prestigio internazionale e rancori postcoloniali. E la domanda su chi fosse l’uomo di Flores lascia spazio a interrogativi più disturbanti e urgenti: cosa ci rende geneticamente umani? Come è cambiata nel tempo la risposta a questa domanda, dalla paleontologia degli esordi alle tecnologie di oggi? Quanto il pensiero scientifico, con le sue pretese di oggettività, è invece un’inconsapevole vittima della storia? Dopo anni di viaggi e ricerche, intervistando esperti, leggendo diari dimenticati e testi scientifici, fino a partecipare a scavi e farsi mappare il genoma, Frank Westerman racconta delle nostre origini e di chi le ha studiate, favole avventurose di pionieri, autodidatti, luminari di una scienza forse troppo umana, ma non per questo meno importante e grandiosa.

Su Pikaia puoi leggere la recensione a cura di Valerio Calzolaio.

image041Peter Bellwood, The Five-Million-Year Odyssey. The Human Journey from Ape to Agriculture, Princeton University Press, p. 384

The epic story of human evolution, from our primate beginnings more than five million years ago to the agricultural era

Over the course of five million years, our primate ancestors evolved from a modest population of sub-Saharan apes into the globally dominant species Homo sapiens. Along the way, humans became incredibly diverse in appearance, language, and culture. How did all of this happen? In The Five-Million-Year Odyssey, Peter Bellwood synthesizes research from archaeology, biology, anthropology, and linguistics to immerse us in the saga of human evolution, from the earliest traces of our hominin forebears in Africa, through waves of human expansion across the continents, and to the rise of agriculture and explosive demographic growth around the world.

Bellwood presents our modern diversity as a product of both evolution, which led to the emergence of the genus Homo approximately 2.5 million years ago, and migration, which carried humans into new environments. He introduces us to the ancient hominins—including the australopithecines, Homo erectus, the Neanderthals, and others—before turning to the appearance of Homo sapiens circa 300,000 years ago and subsequent human movement into Eurasia, Australia, and the Americas. Bellwood then explores the invention of agriculture, which enabled farmers to disperse to new territories over the last 10,000 years, facilitating the spread of language families and cultural practices. The outcome is now apparent in our vast array of contemporary ethnicities, linguistic systems, and customs.

The fascinating origin story of our varied human existence, The Five-Million-Year Odyssey underscores the importance of recognizing our shared genetic heritage to appreciate what makes us so diverse. 

image043Sverker Johansson, L’alba del linguaggio. Come e perché i Sapiens hanno iniziato a parlare, Ponte alle Grazie, collana Saggi, p. 456, 2021

Come è nato il linguaggio? Cosa differenziale lingue umane dalle forme di espressione usate dagli altri animali? E perché la nostra specie ha iniziato a parlare?

Nel 1990, dopo aver discusso una tesi di dottorato in Fisica delle particelle, l’autore di questo libro rimane folgorato da un campo di ricerca nuovo per lui: quello del linguaggio e in particolare della sua origine, ancora avvolta nel mistero. Come è nato il linguaggio? Cosa differenziale lingue umane dalle forme di espressione usate dagli altri animali? E perché la nostra specie ha iniziato a parlare? A queste domande hanno cercato di rispondere filosofi, antropologi, psicologi e archeologi, ma solo negli ultimi trent’anni sono emerse le evidenze che possono farci ipotizzare a che punto della nostra evoluzione è spuntato il «primo parlante». L’indagine è ancora aperta, precisa Sverker Johansson nelle ultime pagine del libro, dopo averne ripercorse tutte le piste, ma quello che ne è emerso ha un valore inestimabile per ciò che racconta della nostra specie. E noi gli riconosciamo il merito di averci saputo coinvolgere nel lavoro investigativo, portandoci indietro nel tempo, nella vastità delle savane e al buio delle grotte, al cospetto di ciò che eravamo e alla scoperta di ciò che, insieme al linguaggio, ci ha resi diversi dalle altre specie animali.

image045Marco Annoni, La felicità è un dono. Perché l’altruismo intelligente è la scelta migliore che puoi fare, Sonzogno, collana Scienze per la vita, p. 144

In un mondo dilaniato da diseguaglianze feroci, fare del bene somiglia a «un sasso nello stagno dell’indifferenza», come si legge nella prefazione di Telmo Pievani, che definisce eccellenti le argomentazioni di questo libro unico nel panorama italiano. La felicità è un dono, ed è davvero così, perché fare del bene fa bene innanzitutto a se stessi. Chi dona il proprio tempo, il proprio denaro o il proprio sangue pone le basi per condurre un’esistenza più ricca di significato e anche, a sorpresa, più sana e più longeva. A suggerirlo sono le neuroscienze cognitive e la biologia evoluzionistica: gli studi recenti mostrano come le azioni generose e solidali abbiano effetti concreti per la persona che le compie a livello fisico e psicologico. Marco Annoni racconta con un linguaggio chiaro e affascinante quanto l’altruismo rappresenti una chiave fondamentale per costruire una vita densa di umanità. Ma anche la donazione richiede consapevolezza. Scrive Pievani: «Troviamo in questo libro la migliore difesa dell’altruismo intelligente, cioè non meramente emotivo e istintuale, non autolesionista, non sprecone.» Attraverso dati e aneddoti, l’autore ci guida tra le immense possibilità del dono, pensando alle persone meno fortunate del proprio quartiere oppure al benessere del pianeta e degli animali o ancora al progresso della ricerca scientifica. Basta un gesto anche piccolo per diventare persone migliori e più felici. Prefazione di Telmo Pievani. 

image047Giorgio Manzi, Maria Giovanna Belcastr, Jacopo Moggi Cecchi, (a cura di), Quel che resta. Scheletri e altri resti umani come beni culturali, Il Mulino, collana Percorsi, p. 192

Che provengano dalla preistoria o da epoche storiche, i resti umani racchiudono uno straordinario potenziale informativo per la nostra evoluzione bioculturale e per la ricostruzione delle storie di vita del passato. Costituiscono la base della ricerca scientifica in antropologia, ma sono anche di grande interesse per la museologia, per la didattica scolastica e universitaria, per la diffusione delle conoscenze scientifiche sulla natura umana. Rappresentano un vero e proprio archivio biologico delle popolazioni del passato, affiancandosi ai documenti a carattere storico e archeologico; assumono così, a pieno titolo, la valenza di «bene culturale». Nondimeno, quando si tratta di resti umani è necessario confrontarsi su diversi temi: che tipo di patrimonio culturale rappresentano? quali figure professionali e quali strutture sono adeguati a studiarli e a tutelarli? quali sono i limiti dell’indagine scientifica e della conservazione? come orientarsi nella formazione e nella disseminazione? L’assenza di chiarezza su questi temi può comportare – e, di fatto, ha comportato e comporta – una serie di problemi, con soluzioni solo di carattere generale, spesso non condivise, che si intrecciano con problemi di ordine religioso, etico e sociale, nonché politico.

Evoluzione della vita sulla Terra e nell’Universo

 

9788869059940 0 536 0 75Andrew H. Knoll, Breve storia del nostro pianeta. 4 miliardi di anni in 8 capitoli, HarperCollins, p. 336

È probabile che un tempo il punto esatto in cui ti trovi in questo momento stesse cuocendo sotto un mare di lava ribollente, o fosse schiacciato da un’imponente lastra di ghiaccio, squassato da un meteorite, o magari soffocato da gas velenosi, oppure sommerso da un oceano, arroccato in cima a una catena montuosa, o abitato da temibili mostri. Forse è stato molte di queste cose, o addirittura tutte quante. Pietre, pareti rocciose, cave sotterranee possono sembrarci prive di attrattiva, eppure raccontano una storia, quella del nostro pianeta e degli organismi che lo abitano, che è molto più spettacolare di qualsiasi blockbuster hollywoodiano i cui colpi di scena possono competere con quelli dei thriller più adrenalinici. Attingendo alla sua pluridecennale esperienza, il famoso geologo Andrew H. Knoll ha tracciato una biografia rigorosa ma al tempo stesso accessibile della Terra: una storia che inizia 4,6 miliardi di anni fa, quando il nostro pianeta era poco più che una roccia coperta da oceani di magma sferzati da comete e meteore, e arriva fino a oggi e alla sfera verde e azzurra e brulicante di vita che conosciamo. Una storia che ci aiuta a comprendere da dove veniamo, dove siamo, ma soprattutto dove stiamo andando.

image049Donald R. Prothero, The Story of Evolution in 25 Discoveries. The Evidence and the People Who Found It, Columbia University Press, p. 376

The theory of evolution unites the past, present, and future of living things. It puts humanity’s place in the universe into necessary perspective. Despite a history of controversy, the evidence for evolution continues to accumulate as a result of many separate strands of amazing scientific sleuthing.

In The Story of Evolution in 25 Discoveries, Donald R. Prothero explores the most fascinating breakthroughs in piecing together the evidence for evolution. In twenty-five vignettes, he recounts the dramatic stories of the people who made crucial discoveries, placing each moment in the context of what it represented for the progress of science. He tackles topics like what it means to see evolution in action and what the many transitional fossils show us about evolution, following figures from Darwin to lesser-known researchers as they unlock the mysteries of the fossil record, the earth, and the universe. The book also features the stories of animal species strange and familiar, including humans—and our ties to some of our closest relatives and more distant cousins. Prothero’s wide-ranging tales showcase awe-inspiring and bizarre aspects of nature and the powerful insights they give us into the way that life works.

Brisk and entertaining while firmly grounded in fundamental science, The Story of Evolution in 25 Discoveries is a captivating read for anyone curious about the evidence for evolution and what it means for humanity.

image095Richard Dawkins, Voli di fantasia, Mondadori, collana Orizzonti, p. 304

La meraviglia del volo e la scienza dell’evoluzione raccontate da uno degli scienziati più amati al mondo. Avete mai immaginato di riuscire a volare? Di librarvi leggeri nell’aria, sopra le cime degli alberi, come uccelli? O avete lasciato vagare la mente attraverso spazi magici e sconosciuti? Questo libro è per voi. Richard Dawkins tesse un affascinante racconto su come la natura e l’uomo abbiano tentato, e a volte imparato, a vincere la forza di gravità nel corso dei secoli. Dal leggendario Icaro alla spettacolare, seppur estinta, specie Argentavis magnificens , dalla libellula al falco pellegrino, fino alle più avanzate scoperte tecnologiche. Ma l’autore esplora anche quei voli pindarici della mente che ci permettono di fuggire dalla quotidianità. Splendidamente illustrate, queste pagine raccontano il sogno più grande che unisce da sempre tutti gli esseri viventi. 

image053Eric Karsenti, Breve storia delle origini della vita. Dalla cellula all’essere umano, la più bella storia mai raccontata. La nostra, Salani, collana Saggi e manuali, p. 272

È così ovvio che spesso ce ne dimentichiamo: ognuno di noi è il frutto di una singola microscopica cellula. Dalla fecondazione in poi, le divisioni cellulari si susseguono e ne emergono dapprima forme vaghe e poi le parti di un corpo. Presto, l’ecografia rivelerà un piccolo cuore, che all’improvviso inizierà a battere: è il prodigio della vita che si genera, ogni volta semplice e potente allo stesso tempo. Ma qual è il segreto di questo fenomeno? Come può una singola cellula generare una meravigliosa complessità? E qual è la spiegazione di una varietà così incredibile ed esuberante di forme possibili da comprendere elefanti, insetti, batteri e virus? Semplice a dirsi: quella cellula è il prodotto di miliardi di anni di evoluzione, tutti scritti nel suo DNA che crea e adatta ‘funzioni’, ossia attività, compatibili con le esigenze dell’ambiente circostante. Questo libro ci accompagna in un viaggio alla scoperta di tale formidabile processo – la vita che si autorganizza – e ci racconta di come gli esseri viventi siano diventati via via più complessi, dalla prima cellula alla nascita dell’umanità. Un tuffo emozionante nella fonte della vita stessa. 

image055Steve BrusatteT, The Rise and Reign of the Mammals. A New History, from the Shadow of the Dinosaurs to Us, Harper Collins, p. 500

We humans are the inheritors of a dynasty that has reigned over the planet for nearly 66 million years, through fiery cataclysm and ice ages: the mammals. Our lineage includes saber-toothed tigers, woolly mammoths, armadillos the size of a car, cave bears three times the weight of a grizzly, clever scurriers that outlasted Tyrannosaurus rex, and even other types of humans, like Neanderthals. Indeed humankind and many of the beloved fellow mammals we share the planet with today—lions, whales, dogs—represent only the few survivors of a sprawling and astonishing family tree that has been pruned by time and mass extinctions. How did we get here?

In his acclaimed bestseller The Rise and Fall of the Dinosaurs—hailed as “the ultimate dinosaur biography” by Scientific American—American paleontologist Steve Brusatte enchanted readers with his definitive history of the dinosaurs. Now, picking up the narrative in the ashes of the extinction event that doomed T-rex and its kind, Brusatte explores the remarkable story of the family of animals that inherited the Earth—mammals— and brilliantly reveals that their story is every bit as fascinating and complex as that of the dinosaurs.

Beginning with the earliest days of our lineage some 325 million years ago, Brusatte charts how mammals survived the asteroid that claimed the dinosaurs and made the world their own, becoming the astonishingly diverse range of animals that dominate today’s Earth. Brusatte also brings alive the lost worlds mammals inhabited through time, from ice ages to volcanic catastrophes. Entwined in this story is the detective work he and other scientists have done to piece together our understanding using fossil clues and cutting-edge technology.

A sterling example of scientific storytelling by one of our finest young researchers, The Rise and Reign of the Mammals illustrates how this incredible history laid the foundation for today’s world, for us, and our future. 

image057Pier Paolo Di Fiore, La vita inevitabile. Diario di viaggio di un Replicante alla ricerca della vita, Codice, p. 271

Qual è stato il primo antenato comune di tutti gli esseri viventi? Come si sono formate le prime cellule e poi gli organismi complessi? Insomma, cosa sappiamo – o meglio, cosa pensiamo di sapere – sull’origine della vita? Pier Paolo Di Fiore risponde a queste domande dal punto di vista chimico, biologico ed evoluzionistico, raccontando una storia iniziata miliardi di anni fa e narrata in prima persona da un protagonista d’eccezione: il Replicante, un’entità biochimica progenitrice del DNA, emersa dalla materia senza vita e in grado di replicarsi. Attraverso la sua voce ironica e dettagliata, veniamo condotti in un viaggio a ritroso nel tempo: dalla vita che conosciamo oggi alle proto-cellule (passando per i virus), dalla polvere di stelle all’autoassemblaggio dei primi “mattoni biologici”, dal rapporto fra replicazione e metabolismo ai concetti di circolarità e complessità. Una rigorosa finzione narrativa la cui sorprendente ipotesi finale è che l’emergere della vita – non quella di noi esseri umani, ma la vita in generale – fosse inevitabile, data la natura chimico-fisica delle molecole coinvolte in questo processo e dell’ambiente di cui fanno parte. 

image059Arthur Wallace, Understanding Life in the Universe. Parte di Understanding Life, Cambridge University Press, p. 150

The two most fascinating questions about extraterrestrial life are where it is found and what it is like. In particular, from our Earth-based vantage point, we are keen to know where the closest life to us is, and how similar it might be to life on our home planet. This book deals with both of these key issues. It considers possible homes for life, with a focus on Earth-like exoplanets. And it examines the possibility that life elsewhere might be similar to life here, due to the existence of parallel environments, which may result in Darwinian selection producing parallel trees of life between one planet and another. Understanding Life in the Universe provides an engaging and myth-busting overview for any reader interested in the existence and nature of extraterrestrial life, and the realistic possibility of discovering credible evidence for it in the near future. 

image061Michael Ruse, Understanding Natural Selection. Parte di Understanding Life, Cambridge University Press, p. 225

Natural selection, as introduced by Charles Darwin in the Origin of Species (1859), has always been a topic of great conceptual and empirical interest. This book puts Darwin’s theory of evolution in historical context showing that, in important respects, his central mechanism of natural selection gives the clue to understanding the nature of organisms. Natural selection has important implications, not just for the understanding of life’s history – single-celled organism to man – but also for our understanding of contemporary social norms, as well as the nature of religious belief. The book is written in clear, non-technical language, appealing not just to philosophers, historians, and biologists, but also to general readers who find thinking about important issues both challenging and exciting.

image063Enrico Bonatti, Come nascono gli oceani. La vita del pianeta dipende dall’acqua, edizioni Dedalo, collana Le grandi voci, p. 96

Perché la Terra è l’unico pianeta nel Sistema Solare con acqua allo stato liquido? E come si sono formati gli oceani e i continenti? Bonatti ci racconta il passato, il presente e il futuro geologico dei nostri mari; ripercorre così il legame tra acqua e vita che ha plasmato la storia dell’umanità attraverso la sua esperienza personale, tra navi oceanografiche e immersioni sul fondo marino sino a quasi 6000 metri.

Su Pikaia puoi leggere la recensione a cura di Alessia Colaianni.




image e1669981421429Danilo Concas, Viaggio all’origine della vita, Tab edizioni, 404 pagine.

Vi siete mai chiesti da dove vengono gli esseri viventi? Piante, funghi, batteri e animali sono, letteralmente, il frutto del nostro stesso pianeta. Costituiti da una particolarissima forma di materia, una materia dotata della più straordinaria caratteristica mai comparsa nell’universo: la vita. Ma cosʼè la vita? Come ha fatto a emergere dalla materia inanimata? Esiste altrove nell’universo? Per provare a rispondere a queste domande, l’autore esplora il retroscena scientifico del più misterioso e complesso fenomeno del cosmo, servendosi delle ricerche dei più autorevoli esperti nel campo integrate con le proprie competenze bio-molecolari e la passione per la chimica fisica e l’astrobiologia.






Evoluzione e Religione

image065Pietro Omodeo, Creazionismo ed evoluzionismo, Editrice Bibliografica, collana Storie della scienza, p. 280

Il saggio, ormai a pieno titolo da considerare un classico del settore, ripercorre l’inseguirsi di due concezioni opposte riguardanti il cosmo e i viventi. Nella nuova edizione si parte da William Harvey e si giunge alle prime quattro decadi del Novecento, che vedono da una parte il riaffermarsi del creazionismo nel grande Processo della Scimmia (1925) e dall’altra il consolidamento dell’evoluzionismo grazie ai contributi di ampio respiro dei biologi Thomas Morgan, Theodosius Dobzhansky e Nicolaj Timofeev-Resovskij. L’autore si attiene a una esposizione fedele delle idee, con ricchezza di citazioni e annotazioni biografiche, tessendo le trame concettuali e i punti nodali con linguaggio chiaro e accessibile. Il libro è destinato ai curiosi di una disputa che tutt’oggi vede contrapposte la visione del divenire del cosmo e dei viventi e la mitologia dei fondamentalisti.

image067Gianmarco Schiesaro, Darwin e l’altro cristianesimo. Il dibattito sull’evoluzione e la stampa protestante italiana nel lungo Ottocento, Accademia University Press, p. 480

Sono ormai numerosi gli studi sulla ricezione dell’opera di Darwin da parte del mondo culturale dell’Ottocento, in particolare la sua influenza sul pensiero religioso. Da qualche tempo anche l’Italia è divenuta oggetto d’interesse: il darwinismo, il primo grande confronto scientifico-culturale seguito all’unificazione, colse il neonato Stato italiano nel pieno dell’impegno a costruire al suo interno una coesione sociale, in cui la cultura scientifica giocasse un ruolo centrale e surrogasse il collante di quella cattolica. È ancora gravemente miope, purtroppo, lo sguardo degli storici verso l'”altro cristianesimo” che in quegli anni si stava affermando in Italia: si tratta di quel complesso di movimenti di riforma evangelica che agitavano il nostro Paese e che, in simbiosi con il processo risorgimentale, aspiravano a superare lo Stato confessionale cattolico e a plasmare, attraverso l’educazione e il rinnovamento morale, le masse popolari e i nuovi cittadini italiani. Il volume si propone di superare questo deficit storiografico, indagando la pubblicistica evangelica del periodo e narrando, per la prima volta, il difficile confronto del protestantesimo italiano con la scienza dell’evoluzione: contrariamente all’opinione comune, in Italia si sviluppò un articolato dibattito filosofico e teologico, che attinse a informazioni scientifiche di prima mano e produsse una pluralità di opzioni, rivelandoci un affascinante, e ancora inedito, spaccato di storia del pensiero in Italia.

Storie Naturali. Zoologia

 

9788829015498 0 536 0 75Carlo Alberto Redi, Proust zoologo, Carocci, collana Quality paperbacks, p. 212

Proust distingue la mera vita animale, ossia tutto ciò che la natura ci assegna quando veniamo al mondo, da bíos, ciò che il nostro essere-vita diviene relazionandosi nel mondo. Per ciascun personaggio precisa i percorsi della vita vissuta e, anticipando Martin Heidegger, come la propria Zoé esprima la loro biografia in funzione degli altri personaggi; racconta inoltre la temporalità epigenetica della loro esistenza attraverso l’uso di zooicone, anticipando in ciò Conrad Waddington. Ne scaturisce uno zoo di 214 diverse specie esaminate per 1.026 volte capace di svelare sia un Proust aracnofobico e nasofilo sia che ciascuno di noi è un con-dividuo, un intreccio di unità e molteplicità. Siamo, in definitiva, una composizione dei medesimi valori e disvalori che si esprimono in dipendenza delle inaudite felicità e meravigliose cadute che il tempo ci riserva.

image071Carol Gigliotti, The Creative Lives of Animals, NYU Press, p. 304

Most of us view animals through a very narrow lens, seeing only bits and pieces of beings that seem mostly peripheral to our lives. However, whether animals are building a shelter, seducing a mate, or inventing a new game, animals’ creative choices affect their social, cultural, and environmental worlds.

The Creative Lives of Animals offers readers intimate glimpses of creativity in the lives of animals, from elephants to alligators to ants. Drawing on a growing body of scientific research, Carol Gigliotti unpacks examples of creativity demonstrated by animals through the lens of the creative process, an important component of creative behavior, and offers new thinking on animal intelligence, emotion, and self-awareness. With examples of the elaborate dams built by beavers or the lavishly decorated bowers of bowerbirds, Gigliotti provides a new perspective on animals as agents in their own lives, as valuable contributors to their world and ours, and as guides in understanding how creativity may contribute to conserving the natural world. Presenting a powerful argument for the importance of recognizing animals as individuals and as creators of a healthy, biodiverse world, this book offers insights into both the established and emerging questions about the creativity of animals. 

image073Telmo Pievani, La natura è più grande di noi. Storie di microbi, di umani e di altre strane creature, Solferino, p. 208

Anche noi siamo natura, anche noi siamo parte di questa avventura evolutiva.

La natura è più grande di noi perché ha tempi lunghi, anzi lunghissimi, mentre noi siamo su questo pianeta da duecento millenni o poco più. Come rane in un paiolo che non si accorgono di finire lentamente bollite, abbiamo cambiato la geofisiologia della Terra innescando un riscaldamento climatico che riduce la biodiversità e crea instabilità, migranti ambientali e conflitti per le risorse. La natura è più grande di noi non solo per la diversità di specie nuove di piante e animali che ogni anno scopriamo, ma perché ci sorprende: uno fra i moltissimi virus che da miliardi di anni circolano sul pianeta in poche settimane ha messo in scacco l’organizzazione sanitaria, sociale ed economica del mondo. Telmo Pievani affronta in queste pagine un viaggio illuminante, a tratti personale, tra scienza ed ecologia, storia e antropologia, scoperte mediche e avventure zoologiche, storie di strane creature e incontri con donne e uomini straordinari. Un itinerario affascinante fra Antropocene ed era pandemica che spiega perché la natura non fa nulla con un fine e come Homo sapiens non sia in fondo che un ramoscello recente, e fragile, nel grande albero della biodiversità. Se oggi ci aggiriamo come scimpanzé a New York non è per compimento di un destino, ma per dono della contingenza, alla quale dovremmo essere grati per l’occasione concessa. Perché anche noi siamo natura, anche noi siamo parte di questa avventura evolutiva.

image075Richard I. Vane-Wright, a cura di, Farfalle e falene. Il libro dei disegni di William Jones, Einaudi, collana Grandi Opere, p. 688

L’edizione completa in facsimile del prezioso manoscritto conservato nel Museo di storia naturale dell’Università di Oxford, che illustra oltre 760 specie di lepidoptera (farfalle e falene) di tutto il mondo, alcune ormai estinte, commentato da un rinomato entomologo.

Gli iconotipi del grande naturalista William Jones di Chelsea sono una delle opere più importanti sulle farfalle e le falene dal punto di vista scientifico mai prodotte, e visivamente sono davvero splendidi. Il volume contiene 1.500 disegni acquerellati, finemente dipinti, di oltre 850 specie di lepidotteri, molti dei quali mai descritti prima di allora; un’opera dunque di grandissima importanza per lo studio della storia naturale e di sbalorditiva bellezza. Questo lavoro fondamentale viene pubblicato per la prima volta, accompagnato da commenti di un esperto entomologo e da nuove mappe annotate che indicano dove si trovava ciascuna specie nel momento in cui venne scoperta. 

image077Nicholas P. Money, Natura veloce, natura lenta, Codice Edizioni, p. 200

Cosa succede quando un biologo specializzato nello studio dei funghi e appassionato di filosofia scrive un libro sulle differenti velocità che regolano i meccanismi della natura? Ciascuno dei dieci capitoli che formano Natura veloce, natura lenta è dedicato a una particolare scansione temporale, dai milionesimi di secondo ai tempi lentissimi della formazione dell’universo e della vita. Attraverso queste tappe, Nicholas Money ci parla di moltissime cose: dei velocissimi tentacoli delle meduse, di muffe mucillaginose che esistono da centinaia di milioni di anni, di meravigliose foreste millenarie, dei nostri ultrarapidi processi neuronali, di balene e squali. Dalle pagine di questo libro emerge gradualmente un ritratto della natura ammaliante e poetico, in cui la biologia confluisce con la chimica, la fisica, l’astrofisica e la filosofia, fino a offrire una curiosa e affascinante ipotesi sull’origine della vita. 

image079Cecilia Di Lieto, Me l’ha detto l’armadillo. Storie di passione tra noi e altri animali, Altreconomia, p. 176

Un bestiario per anime sensibili che -attraverso il nostro rapporto con i “non umani”- ci aiuta a comprendere meglio il mondo, dai cerotti per salvare i coralli, al ruolo educativo di un’oca disabile. Per raccontare una convivenza possibile. Che cosa possiamo imparare dagli animali? Che cosa ci bisbigliano i nostri fratelli dell’aia e quelli della foresta tropicale, quelli in cattività per la nostra dabbenaggine e quelli liberi nell’aria e negli oceani? La stessa cosa: viviamo nella medesima casa e abbiamo in comune molte più cose di quante siano quelle che ci separano. Questo libro, in uscita nella seconda metà di settembre 2022, è un “bestiario” per anime sensibili, dedicato a chi ritiene un onore vedere e capire il mondo attraverso gli occhi, i comportamenti e i “segreti” dei nostri vicini: tante storie -note e meno note- raccolte da Cecilia Di Lieto, giornalista e conduttrice radiofonica con una vibrazione speciale. Storie di convivenza ed etologia profonda, che ci fanno scoprire come -tramite gli animali e la loro grazia, innocenza, naturalezza si possa parlare anche di rispetto dell’ambiente e di climate change, di alimentazione e bioetica, di disabilità e di diritto, di migrazione e di guerra, due fenomeni, l’uno “naturale” per molte creature, l’altro essenzialmente umano ma di cui anche gli animali subiscono le conseguenze. Questo libro -in tono pacato- rivendica il diritto degli animali a non essere sfruttati e vessati. Non per dare giudizi o stigmi ma per metterci di fronte alle nostre responsabilità verso tutti i viventi, cosa che da febbraio la nostra Carta costituzionale chiede anche al legislatore (e di questo abbiamo domandato a Lorenzo Guadagnucci). Un libro -insomma- poetico e militante con una grande biodiversità nelle sue pagine e la gradita presenza di animali “non convenzionali”, dalla balenottera alla nutria.

image081Danilo Zagaria, In alto mare. Paperelle, ecologia, Antropocene, ADD Editore, collana Saggi, p. 220

Il 10 gennaio 1992 la nave portacontainer Ever Laurel fu colpita da una tempesta mentre attraversava l’oceano Pacifico: inclinandosi su un fianco perse parte del carico, fra cui 7200 confezioni di Friendly Floatees, piccoli animaletti di plastica colorata venduti per fare compagnia ai bambini durante il bagnetto. Progettati per galleggiare, iniziarono a viaggiare per decine di migliaia di chilometri, venendo ritrovati in ogni angolo del globo. Nel rapporto fra uno dei maggiori scarti del genere umano, la plastica, e gli ecosistemi marini passerà molto del futuro dell’uomo: “In alto mare” è un percorso alla scoperta del mondo sottomarino componendo un caleidoscopico compendio di scienze e storie che, raccontando e documentando l’interconnessione tra ambienti e specie, aiuta a capire cosa significhi agire in modo sostenibile. Il libro è accompagnato da una bibliografia di saggi e romanzi e documentari dedicati al mare, ai suoi abitanti e ai problemi ecologici del nostro presente.

Storie Naturali. Botanica

image083Ben Rawlence, Treeline. L’ultima foresta e il futuro della vita sulla terra, Editore Brioschi, p. 400

Una foresta non è un’entità statica: è un mosaico di specie in continua evoluzione che intrattengono molteplici relazioni non solo tra loro, ma anche con il suolo, l’atmosfera e il clima. E la foresta boreale, ancor più di quella pluviale amazzonica, è il vero polmone della Terra, nonché il secondo maggiore bioma dopo l’oceano. In questo libro, Ben Rawlence ci racconta il suo viaggio nelle vaste distese di foresta che circondano il Nord del pianeta, lungo la linea degli alberi che dalla Scozia e dalla Scandinavia settentrionale attraversa tutta la Siberia, l’Alaska e il Canada, fino alla Groenlandia. Gli alberi che compongono questo anello verde pressoché ininterrotto testimoniano che il nostro pianeta è in iperventilazione e che il riscaldamento globale ha raggiunto ormai uno stadio avanzato. La temperatura sale, l’Artide è sempre più verde e la linea di confine delle foreste boreali avanza verso nord a ritmi vertiginosi: una progressione che avrà conseguenze enormi per la sopravvivenza della vita sulla Terra. Ma con la loro straordinaria tenacia, queste specie arboree sono anche una fonte di speranza. Gli esseri umani sono infatti creature della foresta e, da sempre, si sono evoluti insieme agli alberi. Treeline mostra quanto il destino dei primi sia intrecciato a quello dei secondi. È dunque alla straordinaria evoluzione delle specie arboree che occorre guardare per comprendere che cosa resterà dopo le grandi trasformazioni oggi in atto, ben consapevoli che spetta a noi decidere il prossimo passo.

image085Paco Calvo, Natalie Lawrence, Planta Sapiens. Perché il mondo vegetale ci assomiglia più di quanto crediamo. Cosa significa essere una pianta?, Il Saggiatore, collana La Cultura, p. 352

Non è una domanda che ci capita spesso di formulare, immersi nel grigio delle nostre città. La scienza ha studiato a lungo i meravigliosi modi in cui le piante comunicano, si comportano e modellano il nostro ambiente, spesso relegandole però a un ruolo secondario della nostra frenetica vita animale. Paco Immagine Calvo ci offre una nuova prospettiva sulla loro biologia e sulle scienze cognitive. Non solo «polmoni verdi» e complementi d’arredo, le piante possono pianificare il futuro, imparare, riconoscere i loro parenti, valutare i rischi e prendere decisioni. Possono persino addormentarsi.

Planta Sapiens è una folgorante esplorazione della vita vegetale e un invito a pensare al mondo naturale in modo nuovo e anticonformista. Stiamo smantellando le tradizionali gerarchie della natura, diventando sempre più consapevoli della vita interiore delle altre specie e di quante similitudini esistono tra noi e loro. Non possiamo più considerarci l’unica specie intelligente privilegiata sulla Terra. E se vogliamo salvare il bioma globale, non dobbiamo farlo. Se impariamo a osservare e studiare le piante in maniera diversa, rimarremo davvero stupiti da ciò che potremo scoprire.

Genetica

image087Kathryn Paige Harden, La lotteria dei geni. Come il DNA influenza la nostra vita e la società, UTET, p. 432

Le diseguaglianze sociali dipendono dal DNA? Come si può costruire una società più giusta se il successo dipende dai nostri geni?

«La fortuna è cieca», si sente dire spesso. Ed effettivamente non scegliamo in quale parte di mondo nascere, la nostra famiglia o la condizione economica di partenza. Ma non solo: perché alcuni sono portati per la matematica? Perché certe persone sembrano naturalmente votate alla soddisfazione e alla serenità, mentre altre sono di indole sanguigna o malinconica? E ancora, secondo quale logica una persona si ammala e un’altra no, e perché alcuni devono fare presto i conti anche con la propria salute mentale? Siamo abituati a pensare di essere frutto di una combinazione di caso e fortuna. Ma se non fosse proprio così? Se ciò che ci succede non fosse soltanto un lancio di dadi? I ricercatori come Katryn Paige Harden hanno dimostrato come per definire il successo personale, quel connubio di soddisfazione, posizione sociale e salute fisica, giochi un ruolo fondamentale la genetica. Non è soltanto una questione di disposizioni materiali e fortuna se chi è soddisfatto del proprio lavoro e ha più denaro gode in media di una salute migliore. Sono i geni, lo dice la scienza. Perché è vero che siamo plasmati dall’ambiente in cui muoviamo i primi passi come individui, ognuno profondamente diverso dall’altro, ma è anche vero che il DNA è responsabile di gran parte delle nostre differenze, e nei geni bisogna allora cercare anche l’origine ultima delle disuguaglianze. La lotteria dei geni si muove in equilibrio tra gli aspetti filosofici e scientifici dell’eugenetica, smantellandone le connotazioni più reazionarie, abbattendo le idee di superiorità razziale e proponendo invece un nuovo modello sociale egualitario basato sulla genetica comportamentale. Tessendo insieme storie personali e prove scientifiche, l’autrice ci mostra come il nostro rifiuto di riconoscere il potere del DNA non faccia altro che perpetuare il mito della meritocrazia. Non è negando l’influenza della genetica che si appianano le disparità, anzi: combinando scienza e politica, è possibile riconoscere e accettare davvero la caleidoscopica diversità che contraddistingue gli essere umani. E solo su queste basi potremo provare a costruire una società più equa e più giusta. 

image089David Quammen, Senza respiro. La corsa della scienza per sconfiggere un virus letale, Adelphi, p. 526

Il nuovo saggio dell’autore del bestseller Spillover racconta la battaglia per affrontare il Covid-19 dall’inizio della pandemia a oggi.

«Il divulgatore scientifico americano, come già nel suo precedente scritto Spillover, di cui questo Senza respiro è (volenti o nolenti e con tutte le riserve del caso) una sorta di seguito spirituale, sceglie di accompagnarci nella lettura portandoci esattamente dove vuole lui, senza fretta, prendendosi i suoi tempi, ma con una scrittura agile e precisa, che non tralascia nulla e che analizza e viviseziona eventi, date, genomi di Rna.» – Filippo Ghiglione per Maremosso

Secondo la teoria del caos, il battito d’ali di una farfalla può scatenare un uragano dall’altra parte del pianeta – e allo stesso modo il battito delle grigie ali di un pipistrello in una caverna nel Sud della Cina può seminare lutti a Times Square. Dall’inizio della pandemia, sei milioni e mezzo di persone sono morte nel mondo. Il Big One, descritto in termini quasi profetici in Spillover, ha bussato alle nostre porte, e non eravamo pronti. La nostra reazione ha seguito lo schema già illustrato da Lucrezio a proposito della peste di Atene: alla sottovalutazione iniziale è subentrata la ricerca di un capro espiatorio, poi il panico, e infine l’impulso, altrettanto irrazionale, della rimozione. La creazione dei vaccini ha ridotto il margine di manovra del virus, ma il nostro avversario ha già risposto con una contromossa, la « variante Omicron », che potrebbe essere la fusione di due ceppi diversi, ciascuno dei quali non è stato ancora ben indagato. Stiamo dunque assistendo a una battaglia non dissimile dalla partita a scacchi che nel Settimo sigillo vede il Cavaliere (la scienza, ma senza il conforto della religione) sfidare la Morte. Chi vincerà| Probabilmente si giungerà al pareggio, il che significa che dovremo convivere col virus in una guerra « a bassa intensità ». Ma al di là delle sofferenze inflitte al genere umano dal SARSCoV- 2, Quammen ci ricorda che i virus, come il fuoco, sono un fenomeno non necessariamente negativo, e che può anche portare vantaggi. Come i batteri, fanno parte di noi. Sono « gli angeli oscuri dell’evoluzione », meravigliosi e terribili, e questo li rende meritevoli di essere compresi, più che temuti e aborriti. 

image091Jean-Jacques Kupiec, Pierre Sonigo, Né Dio né Genoma, Elèuthera, p. 272

La teoria del programma genetico è semplice e sembra offrire una risposta a tutto, cosa che ne ha assicurato il successo: perché abbiamo un fegato? Perché è nel nostro codice genetico. I progressi della biologia molecolare ci hanno infatti convinto che, al pari di un creatore onnipotente, il genoma costruisce l’organismo e ne costituisce la spiegazione ultima. Ma quando una cellula epatica svolge le sue funzioni specializzate, non sta obbedendo agli ordini di un «programma» che le comanda di farsi fegato perché l’organismo ospite ne ha un bisogno vitale: la cellula diventa epatica perché, nella situazione in cui si trova, è quello il modo più efficace per sopravvivere. Noi non siamo né il centro né la finalità del nostro organismo, ma solo una società decentrata di cellule, un ecosistema composto da miliardi di esseri microscopici che vivono per se stessi, e non per noi. Come ci dicono due ricercatori di fama internazionale, il vivente non è una macchina, ma una congiunzione di interessi. Né dio né genoma, dunque, per far sì che anche in biologia il determinismo si sottragga alla dittatura del DNA e lasci spazio alle libere interazioni della selezione naturale.

Miscellanea di scienze della vita

image097Telmo Pievani, Mauro Varotto, Il giro del mondo nell’Antropocene, Cortina Raffaello, p. 200

Non abbiamo fatto nulla per mitigare il riscaldamento climatico. Fra attese, rinvii e altre scuse, le conferenze sul clima sono fallite una dopo l’altra. Nel corso dei secoli, i mari si sono alzati di 65 metri.

Il libro racconta a distanza di mille anni, dunque nel 2872, il viaggio intrapreso, sempre per scommessa, da un aristocratico inglese sulle orme di Phileas Fogg nel 1872, protagonista del romanzo di Jules Verne Il giro del mondo in 80 giorni, pubblicato nel 1873. Ogni tappa del viaggio, in mongolfiera, in otto puntate è corredata da una serie di mappe dei luoghi attraversati e da una scheda di approfondimento scientifico. Il libro alterna tre linguaggi e livelli di lettura che dialogano tra loro: la dimensione narrativa del viaggio immaginario, la dimensione scientifica della geografia fisica e umana del mondo nell’Antropocene, il linguaggio cartografico, con tutta la sua carica di visualizzazione intuitiva.

image099Enrico Pedemonte, Paura della scienza. L’età della sfiducia dal creazionismo all’intelligenza artificiale, Treccani, p. 284

Perché negli anni del Covid-19, nonostante la rapidità con cui sono stati messi a punto i nuovi vaccini, molte persone nutrono diffidenza o ostilità nei loro confronti? Partendo da questa domanda, Enrico Pedemonte è risalito alle origini della sfiducia nella scienza dilagante ai nostri giorni. La prima parte del viaggio lo porta a indagare le ragioni che hanno spinto gli evangelici americani a costruire una scienza alternativa al darwinismo; l’industria (dal tabacco al petrolio) a fare colossali investimenti per contestare il consenso scientifico; gli ambientalisti a screditare il biotech; il movimento postmoderno ad attaccare le certezze della scienza. E mentre affiorano le radici storiche del negazionismo no-vax, l’autore dimostra come la ricerca abbia cambiato pelle diventando un mondo sempre più privatizzato, dove si moltiplicano le truffe. La tesi di fondo è che la sfiducia nella scienza sia solo una delle forme con cui i cittadini si oppongono al Potere. Nella seconda parte emerge il ruolo centrale che l’intelligenza artificiale sta assumendo nella rivoluzione tecnologica in corso. Destinata a cambiare il mondo con una rapidità mai vista prima, a diventare l’unica scienza, l’ia è alla base dei rapidi progressi in tutti i settori della ricerca e promette di risolvere molti drammatici problemi del pianeta. Ma c’è un’altra faccia della medaglia: questa tecnologia è controllata da un numero sempre più ristretto di società private, in prima fila le piattaforme tecnologiche, che detengono il monopolio delle sue applicazioni. Il controllo pubblico di questo immenso Potere diventa un obiettivo indispensabile per evitare lo scetticismo e la rabbia nei confronti (anche) della scienza.

image101René Thom, Modelli matematici della morfogenesi, Ghibli, p. 366

René Thom è stato un matematico e filosofo francese, particolarmente noto per la sua teoria delle catastrofi: lo studio dei modelli matematici di fenomeni discontinui. In quella che al suo apparire è stata riconosciuta come una teoria rivoluzionaria, Thom ha classificato sette possibili tipi di catastrofi, riferendosi a tutti quei cambiamenti improvvisi in un processo stabile. “Modelli matematici della morfogenesi” raccoglie i saggi che René Thom scrisse tra il 1966 e il 1981 perfezionando la sua teoria ed esponendone il possibile impiego pratico. Attraverso spiegazioni accessibili al grande pubblico e strumenti più strettamente matematici, Thom fornisce qui un’accurata esposizione, affrontando campi molto diversi tra loro: dalla biologia alla linguistica, dalla semantica alla semiotica, dai linguaggi universali ai giochi.


image103Giovanni Pinna, I musei di storia naturale, Jaca Book, p. 168

I musei di storia naturale non sono soltanto luoghi di apprendimento e diletto per i più giovani; hanno una lunga storia che li ha visti protagonisti nelle scoperte scientifiche e nella conservazione della varietà della natura, oggi sempre più esposta al pericolo di scomparire a causa dall’espansione umana. Questo libro tratta di alcune principali funzioni dei musei di storia naturale, come il loro ruolo educativo, l’essere luogo d’identificazione della società e la loro capacità di produrre conoscenza. Vi si tratta anche di alcune vicende che hanno coinvolto questi musei: di come sono stati messi al servizio dei regimi politici, di particolari teorie scientifiche, o dell’economia della cultura; di come i loro rappresentanti si siano più volte riuniti per trovare il modo di convincere i governi, spesso rivelatisi sordi, dell’importanza che tali istituzioni possono giocare nello sviluppare la conoscenza e la tutela del nostro pianeta.

Evoluzione e scienza per i più piccoli

 

image105Luca Sciortino, Vita di un albero raccontata da sé medesimo. L’ecologia spiegata ai bambini e alle bambine, Erickson, p. 152

Passano gli anni e Gina Fronzuta, una simpatica, attenta, curiosa e loquace quercia, cresce incrementando gli anelli del suo tronco, sempre più forte e robusto. Crescono anche i rami e la sua chioma ombrosa, che spesso dà riparo a uccelli e ad altri animali del bosco. Gina Fronzuta parla con loro, scopre le loro storie, li ritrova generazione dopo generazione. Un lento fluire del tempo, con i ritmi naturali delle stagioni, l’alternanza tra luce e notte, che diventa la sua divertente autobiografia, fatta di incontri, amicizie, ma anche pericoli. Un libro delicato e sensibile, per comunicare ai bambini e alle bambine i concetti fondamentali dell’ecologia. Per incuriosire, stimolare domande, aiutare a far riflettere su un bene prezioso come la natura, l’ambiente. Una bella storia e tante curiosità per confrontarsi e approfondire temi importanti, come il rapporto tra esseri umani e natura, la biodiversità, i cambiamenti climatici. Un’autobiografia lunga più di mille anni… Un ecosistema che suona la stessa musica polifonica, in cui ogni piccolo elemento, anche un insetto, una goccia di rugiada, un microrganismo nelle radici di un albero, ha un senso. Prefazione di Tiziano Fratus. Età di lettura: da 5 anni.

Su Pikaia potete leggere la mia recensione

image107Giuseppe Carfagno, Ciro, il piccolo dinosauro italiano, Edizioni Il Ciliegio, collana le mie Prime letture, p. 64 (pubblicato nel 2017)

Il dinosauro Ciro è nato da pochi giorni nell’isola di Roja e le sue giornate sono già piene di avventure.

La famiglia, la scuola, i primi approcci con la natura e con gli altri animali sono una continua scoperta ricca di soprese, divertimenti e piccole disavventure a lieto fine. Fino a quando una terribile tempesta provoca una frana che travolge il cucciolo e il nonno Sam.

Milioni di anni dopo, nel sito paleontologico di Pietraroja (Benevento), i resti di Ciro vengono ritrovati e lui passa alla storia come il primo fossile di dinosauro scoperto in Italia.

Consigliato per i bambini tra i 7 e gli 8 anni. 

image109Sergio Rossi, Sara Cristofori, L’avventura di Darwin, Libreria Istituti Nuovi, p. 224

Nel 1859 viene pubblicato L’origine delle specie di Charles Darwin. Il libro suscita grande scalpore perché vi è esposta una teoria rivoluzionaria: l’evoluzionismo. Alan M. Head, giornalista e scrittore affermato, è incaricato di intervistare l’autore. Nella sua mente esplode una folla di ricordi che lo riporta ai suoi 15 anni, quando si era imbarcato sul brigantino Beagle insieme al celebre naturalista e aveva annotato sul suo diario le avventure vissute in quell’incredibile viaggio intorno al mondo che ha cambiato la Storia. Età di lettura: da 11 anni.


image111Liliana Cantatore, Alessandro Vicenzi, Charles Darwin, Franco Cosimo Panini, p. 124

Il suo nome era Charles Darwin. Per alcuni era un genio del male, per altri semplicemente un genio. Ma la verità è che non aveva mai avuto l’intenzione di essere né l’una né l’altra cosa. Quando scrisse l’ultima parola del libro L’origine delle specie, non immaginava che con le sue idee avrebbe scatenato un vero e proprio putiferio. Perché allora proprio lui, uno studioso tranquillo e rispettabile, un vittoriano “perbene”, un uomo apparentemente qualunque, ha scritto una delle opere più radicali e scioccanti di sempre? Età di lettura: da 10 anni. 

image115Francesca Ferretti De Blonay, I grandi viaggi di Darwin. Un naturalista intorno al mondo, Editoriale Scienza, p. 12 

Charles Darwin è lo scienziato passato alla storia per la sua rivoluzionaria teoria sull’evoluzione delle specie. L’esperienza che ha ispirato il lavoro di tutta la sua vita è stata la spedizione in Sud America a bordo del brigantino Beagle. Spostandosi sulla grande mappa, da Tahiti alle Galápagos, dalla Nuova Zelanda alla Terra del Fuoco, anche il lettore vivrà ogni tappa del viaggio insieme al naturalista, condividendo la meraviglia delle osservazioni e delle scoperte raccolte nel suo appassionante diario scientifico. Età di lettura: da 8 anni. 


image117Gabby Dawnay, Avventure nella natura. Storie da 5 minuti per scoprire i miracoli intorno a noi, Fabbri, p. 96

Nel bosco, nel prato, in uno stagno, in cielo… nove storie per scoprire l’incanto della natura. I funghi che nutrono il bosco, gli alberi che parlano tra loro con le radici, il volo degli storni che disegna il cielo, la trasformazione di un girino in rana, la danza delle api, la fotosintesi – il “motore verde” – che dona vita, la falena che segue la luna per trovare l’amore… Piccole storie da leggere in 5 minuti, prima di dormire. Avventure poetiche che svelano e spiegano i segreti del capolavoro più straordinario: la natura intorno a noi. Età di lettura: da 4 anni. 

image119Claudia Mendini, Ci vuole tempo. La storia dell’evoluzione raccontata da un sasso, Mimebù, p. 60

Questa storia comincia con una pagina bianca. Non il nulla, ma un vuoto pieno di luce, e in questa luce improvvisamente… nasce un sassolino! Minuscolo spettatore dell’evoluzione, il sassolino racconta la storia della Terra, dalla nascita dei primi organismi alla contemporaneità. È una storia lunga e lenta, perché per le cose straordinarie come questa ci vuole tanta pazienza: milioni, anzi, miliardi di anni. Ma vale la pena aspettare, perché alla fine scoprirai un segreto sensazionale: qualcosa di molto prezioso si cela dentro ogni cosa, rocce, piante, animali… e anche dentro di te! E guardando bene da vicino, noterai che la storia può ricominciare da capo… Un libro che racconta l’origine dell’universo, e di noi stessi. Un albo che insegna ad amare la lentezza. Età di lettura: da 5 anni. 

image121Eliseo Garcia, L’ evoluzione della vita sulla terra, Chiara Edizioni, p. 48

L’evoluzione, il processo che nel corso di milioni di anni ha dato origine alla grande diversità delle specie passate e attuali, può spiegare queste coincidenze e l’incredibile capacità degli esseri viventi di adattarsi e sopravvivere: abbiamo tutti un passato in comune e facciamo parte della stessa famiglia. Età di lettura: da 6 anni.

image123Michael Bright, Darwin’s Tree of Life, Wayland, p. 48 

Darwin’s Tree of Life shows how the incredible diversity of life on earth came to be. This beautifully illustrated book starts from the dawn of life and shows the order in which plants and animals evolved, the different branches of ‘The Tree of Life’, and how plants and animals have changed over time in many amazingly different ways.

Find out:

· why crabs run sideway

· which fish was the first to walk on land

· why birds are similar to dinosaurs

· why human brains are located in the head and not in our feet.

which creatures can survive 30 years without eating

· which mammal has the strongest bite of any predator

· why hedgehogs have spines

Stunningly illustrated by illustrator and print maker, Margaux Carpentier, children will enjoy finding out about a whole world of wonderful animals on our amazing planet Earth. Età di lettura: 9 – 11 anni 

image125Michael Bright, Il viaggio dei Sapiens. La nostra incredibile evoluzione dalla scimmia all’uomo del futuro, De Agostini, p. 64

Che cosa ci rende umani? Da dove veniamo? Come ci siamo evoluti? Fai un salto indietro nel tempo per scoprire quando la più intelligente delle scimmie è scesa dagli alberi e ha rivoluzionato il mondo come nessun altro animale aveva fatto prima. Esplora le nostre origini, incontra i nostri antenati e viaggia nell’incredibile storia dell’evoluzione. Età di lettura: da 8 anni. 






image127Lucas Riera, La fantastica avventura dell’evoluzione. Una guida illustrata, Aboca Edizioni, p. 48

Come fa l’aquila a volare in picchiata a più di 100 chilometri all’ora senza chiudere gli occhi? È possibile che le farfalle abbiano le squame come i pesci? Come possiamo dimostrare che le balene camminavano sulla terra prima di cominciare a nuotare? E in che modo i pinguini riescono a resistere al freddo polare? Semplice: è stato grazie all’evoluzione! Questo libro ti parlerà delle diverse parti del corpo degli animali (denti, penne, zampe, artigli, squame, antenne…) e ti spiegherà come si sono adattate e perché si sono conservate, o sono mutate nel tempo. Forse, un po’ il motivo l’hai già capito: perché le caratteristiche selezionate dall’evoluzione aiutano gli animali a fare meglio una certa cosa, come nutrirsi, volare, vedere, afferrare, fuggire, cacciare, nuotare, galleggiare. In una parola sola: sopravvivere. Benvenuti nella fantastica avventura dell’evoluzione! Età di lettura: da 7 anni.

image129Nicola Davies. La cacca. Storia naturale dell’innominabile, Editoriale Scienza, p. 40 

Storie naturali per scoprire le stranezze e le meraviglie del mondo animale. Gli ippopotami ci nuotano dentro, gli scarabei stercorari se la mangiano, le balenottere azzurre la fanno rosa… e la maggioranza degli adulti preferisce non parlarne! Che cos’è? La cacca! Leggendo questo libro scoprirai che probabilmente è la cosa più utile sulla Terra. Si presenta in svariate forme e dimensioni, e ogni animale ha una sua cacca caratteristica: scopri a cosa serve, come funziona, cosa ci può svelare e molto altro ancora. Età di lettura: da 8 anni
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Ristampe 2022

Mark Henderson, 50 grandi idee genetica, edizioni Dedalo, Ristampa del 2010

Luigi Luca Cavalli Sforza, Il caso e la necessità. Ragioni e limiti della diversità genetica, Di Renzo, Ristampa del 2007

Edward O. Wilson, L’armonia meravigliosa. Dalla biologia alla religione, la nuova unità della conoscenza, Mondadori, Ristampa del 2000

Lisa Signorile, L’Orologiaio miope, Codice edizioni, Aggiornamento del 2012 e 2019

François Jacob, The Logic of Life. A History of Heredity, Princeton University Press, L’edizione italiana risale al 1971

Nobel Prize–winning scientist François Jacob’s The Logic of Life is a landmark book in the history of biology and science. Focusing on heredity, which Jacob considers the fundamental feature of living things, he shows how, since the sixteenth century, the scientific understanding of inherited traits has moved not in a linear, progressive way, from error to truth, but instead through a series of frameworks. He reveals how these successive interpretive approaches—focusing on visible structures, internal structures (especially cells), evolution, genes, and DNA and other molecules—each have their own power but also limitations. Fundamentally challenging how the history of biology is told, much as Thomas Kuhn’s Structure of Scientific Revolutions did for the history of science as a whole, The Logic of Life has greatly influenced the way scientists and historians view the past, present, and future of biology.