Partenogenesi into the wild: il caso dei pesci sega
La partenogenesi nei vertebrati potrebbe essere molto più comune di quanto si pensava: un’interessante scoperta su una popolazione di pesci sega in Florida
La partenogenesi facoltativa, ovvero l’abilità di riprodursi asessualmente mediante lo sviluppo embrionale di uova non fecondate da parte di specie che normalmente adottano riproduzione sessuale, è nota in diversi taxa di vertebrati, inclusi squali (Pikaia ne ha parlato qui), rettili (Pikaia ne ha parlato qui, qui e qui) e perfino uccelli. La stragrande maggioranza di tutti i casi di questo tipo documentati finora riguardava però individui tenuti in condizioni di cattività in assenza di potenziali partner riproduttivi. Pertanto, gli studiosi si sono a lungo interrogati sulla frequenza di questa modalità di riproduzione alternativa in condizioni naturali, nota con certezza solo in alcune specie di lucertola del genere Cnemidophorus, in cui non esistono individui di sesso maschile.
Nonostante la partenogenesi facoltativa comporti diversi costi per la prole, in quanto in questo modo vengono prodotti solamente individui del sesso omogametico (quello che presenta i cromosomi sessuali uguali) che spesso soffrono di problemi legati all’elevata omozigosi dei geni, che ne riduce fortemente le prospettive di vita, in alcuni contesti potrebbe essere vantaggiosa. Ad esempio, una delle condizioni in cui potrebbe essere favorita questa modalità riproduttiva in specie che normalmente si riproducono per via sessuale è la presenza di popolazioni a bassissima densità, in cui quindi risulta difficoltoso per i singoli individui reperire un potenziale partner riproduttivo.
In questo contesto, si inserisce un recente studio pubblicato su Current Biology, in cui viene ipotizzata l’esistenza di partenogenesi facoltativa in una popolazione naturale di pesce sega (Pristis pectinata). Grazie ad analisi genetiche su diversi individui catturati nelle acque costiere della Florida, un gruppo di ricercatori della Stony Brook University, del Field Museum of History a Chicago e della Natural Florida Fish and Wildlife Conservation Commission hanno mostrato inequivocabili evidenze della presenza di riproduzione in assenza di fecondazione in questa specie. Infatti, lo studio riporta il rinvenimento di ben sette individui femmina con identici profili genetici, chiaro indizio che sono nati da uova non fecondate della stessa madre. Secondo gli autori, questa situazione sarebbe stata determinata dalla bassissima densità della popolazione oggetto di studio, ridotta rapidamente dalla pesca e dalla degradazione degli ambienti costieri in cui vive.
Questa scoperta, concludono i ricercatori, indica che la presenza di partenogenesi facoltativa potrebbe essere molto più comune in condizioni naturali rispetto a quanto ritenuto finora
Riferimenti:
Andrew T. Fields, Kevin A. Feldheim, Gregg R. Poulakis, Demian D. Chapman. Facultative parthenogenesis in a critically endangered wild vertebrate. Volume 25, Issue 11, pR446–R447, 1 June 2015
Immagine credit: Florida Fish and Wildlife Conservation Commission (FWC)
Ecologo e docente di Etologia e Comportamento Animale presso il Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università di Milano. Ha scritto di animali ed evoluzione su Le Scienze, Mente e Cervello, Oggiscienza e Focus D&R . Collabora con Pikaia, di cui è stato caporedattore dal lontano 2007 al 2020.