Consigli di lettura sull’evoluzione – estate 2024
Regalate e/o regalatevi….un libro! Eccoci al consueto appuntamento con le nostre segnalazioni estive per l’acquisto/lettura di libri sull’evoluzione. Dalla genetica all’astrobiologia, dalla storia della scienza alla botanica, senza dimenticare le proposte per i più piccoli
Come ogni estate, Pikaia propone una selezione di consigli di lettura a cura di Paolo Coccia, bibliofilo e condirettore del sito. La descrizione del contenuto, se non espressamente citata, proviene dai siti web visitati (editori, aggregatori di libri, cataloghi). Non potendo accedere al contenuto di tutti i volumi segnalati la valutazione finale della qualità e valore di ciascuno di essi è rimessa al lettore.
Nonostante il nostro sforzo di selezionare il meglio del panorama editoriale può succedere di segnalare titoli che non soddisfano per molti motivi gli interessi dei lettori. Ci scusiamo in anticipo. Se volete sostenere la vostra libreria di quartiere potete ordinare i libri presso la piattaforma Bookdealer. Bookdealer è la prima piattaforma di e-commerce in Italia a sostenere attivamente le librerie indipendenti. Argomenti (clicca per saltare da una sezione all’altra)
Indice
Un romanzo che dedichiamo all’opera di Darwin sui Lombrichi
Gaspard Koenig, Humus, p. 352, Neri Pozza, 2024
I lombrichi salveranno l’umanità? È quello che intendono dimostrare i protagonisti di questo brillante romanzo, due futuri ingegneri agronomi che studiano allʼAgroParisTech. Progressi e sfide della nematologia è il titolo della conferenza, ben poco partecipata, in cui Arthur e Kevin si incontrano per la prima volta. Nematologia, cioè lo studio dei vermi. Pardon, lombrichi. La sede è una delle aule ipermoderne dell’istituto AgroParisTech, inspiegabilmente trasferito dalle campagne dell’Île-deFrance alla spianata di cemento dell’altopiano di Saclay: un’infilata di centri commerciali e isole spartitraffico da cui è più che mai arduo immaginare un futuro verde per la nazione. Eppure sono proprio i lombrichi, arringa il relatore, uno dei migliori strumenti a disposizione per aggiustare il pianeta: sanno trasformare i rifiuti, anche quelli umani, in fine e ricco terriccio nero – humus. Un’idea semplice ma robusta che, a partire da quel giorno in aula, mette radici nella mente dei due protagonisti e germoglia in un’amicizia tenace, anche quando i loro percorsi si allontanano: Arthur, isolato nella grande tenuta di famiglia in Bassa Normandia, si ripropone di salvare ettari di terreno dilaniato dai pesticidi; Kevin invece, di origini modeste, ripone le sue speranze in una start-up di vermicompostaggio che ben presto spicca, anche economicamente, il volo. In gioco non c’è solo il destino individuale, ma la sopravvivenza di tutto, dall’infinitamente grande all’infinitamente piccolo. Per entrambi, tuttavia, si preparano tempi amari: capitalismo e greenwashing insidieranno i loro ideali fino a creare uno squarcio nella loro amicizia e nella loro identità. Uno squarcio che esige immediata riparazione. Anche a costo della vita. Apocalittico, feroce, polemico e incendiario, Humus è «Le illusioni perdute di un Balzac iscritto al partito ecologista» (L’Obs), il ritratto di un presente ipocrita e opportunista, il racconto definitivo delle ansie di una generazione.
Storia dell’evoluzionismo
Vallori Rasini E., Mecarocci Alessandro, A proposito di organismi, evoluzione e conoscenza, Meltemi, 2023
Pensato come raccolta dei fecondi contributi proposti al convegno “Organismi, evoluzione e conoscenza”, che ha avuto luogo a Modena nell’aprile del 2023, il volume si è ulteriormente arricchito dei saggi di diversi studiosi interessati alla ricezione, all’interpretazione e alla discussione delle teorie scientifico-evoluzionistiche. Il risultato è uno strumento particolarmente utile per lo studio non solo della diffusione ma anche delle variazioni e dei fraintendimenti che hanno segnato la storia di queste teorie.
Su Pikaia trovate l’indice e la prefazione del volume
Alessandro Volpone, Le opere biologiche di Gregor Mendel per il lettore moderno. Con il carteggio tra Mendel e Carl Wilhelm von Nägeli, p. 240, Codice, 2024
Quest’opera raccoglie per la prima volta in Italia tutti i testi di argomento biologico scritti dal padre della genetica, a stampa e privati, tradotti da Alessandro Volpone sulla base delle edizioni critiche oggi disponibili dei rispettivi originali. L’ultima traduzione dal tedesco del celeberrimo saggio su Pisum (i piselli) risale a circa mezzo secolo fa, mentre un secondo lavoro su Hieracium (gli sparvieri, fiori di campo) giace nell’oblio dall’ormai lontano 1914. L’importante carteggio con il botanico Carl von Nägeli, addirittura, da noi non è mai stato tradotto integralmente. Mendel è uno dei più celebrati scienziati della storia, ma la sua produzione scientifica è poco conosciuta, se non nella comunità degli addetti ai lavori. La traduzione di Alessandro Volpone colma questa grave lacuna editoriale, presentando al grande pubblico un patrimonio storiografico ricco e interessante. Le pagine mendeliane offrono un modello impeccabile di lavoro sperimentale, svolto con la pazienza e la tenacia di uno studioso che, al contrario di quel che talvolta si ritiene, non si arrese di fronte al mancato riconoscimento delle sue scoperte: il programma di ricerche fu da lui abbandonato solo a causa degli accresciuti impegni istituzionali. Il saggio conclusivo di Telmo Pievani, infine, è un’importante occasione per rivedere la posizione dello scienziato moravo rispetto alla teoria di Darwin, il cui meccanismo di base fu da lui innegabilmente condiviso. I due naturalisti, tuttavia, non ebbero modo di confrontare le loro idee e di coglierne la complementarità.
Nicolaj I. Vavilov, L’origine delle piante coltivate. I centri di diffusione della diversità agricola, a cura di Caterina M. Finnacca, Semirurali edizioni, p. 258, 2023
Ristampa della prima traduzione italiana del capolavoro di uno dei giganti nel mondo della genetica agraria del Novecento, il primo a riconoscere i centri di origine delle piante coltivate, e a capire che la conservazione della diversità è essenziale per lo sviluppo dell’agricoltura e la sopravvivenza dell’umanità. Nelle ricerche di Nikolaj Vavilov trovano fondamento gli attuali studi sulla genetica delle popolazioni e sulla biodiversità agraria.
Daniel R. Brooks e Salvatore J. Agosta, A Darwinian Survival Guide. Hope for the Twenty-First Century, The MIT Press, p. 360, 2024
How humanity brought about the climate crisis by departing from its evolutionary trajectory 15,000 years ago—and how we can use evolutionary principles to save ourselves from the worst outcomes.
Despite efforts to sustain civilization, humanity faces existential threats from overpopulation, globalized trade and travel, urbanization, and global climate change. In A Darwinian Survival Guide, Daniel Brooks and Salvatore Agosta offer a novel—and hopeful—perspective on how to meet these tremendous challenges by changing the discourse from sustainability to survival. Darwinian evolution, the world’s only theory of survival, is the means by which the biosphere has persisted and renewed itself following past environmental perturbations, and it has never failed, they explain. Even in the aftermath of mass extinctions, enough survivors remain with the potential to produce a new diversified biosphere.
Drawing on their expertise as field biologists, Brooks and Agosta trace the evolutionary path from the early days of humans through the Late Pleistocene and the beginning of the Anthropocene all the way to the Great Acceleration of technological humanity around 1950, demonstrating how our creative capacities have allowed humanity to survive. However, constant conflict without resolution has made the Anthropocene not only unsustainable, but unsurvivable. Guided by the four laws of biotics, the authors explain how humanity should interact with the rest of the biosphere and with each other in accordance with Darwinian principles. They reveal a middle ground between apocalypse and utopia, with two options: alter our behavior now at great expense and extend civilization or fail to act and rebuild in accordance with those same principles. If we take the latter, then our immediate goal ought to focus on preserving as many of humanity’s positive achievements—from high technology to high art—as possible to shorten the time needed to rebuild.
Kostas Kampourakis (a cura di), Darwin Mythology. Debunking Myths, Correcting Falsehoods, Cambridge University Press, p. 334, 2024
Many historical figures have their lives and works shrouded in myth, both in life and long after their deaths. Charles Darwin (1809–82) is no exception to this phenomenon and his hero-worship has become an accepted narrative. This concise, accessible and engaging collection unpacks this narrative to rehumanize Darwin’s story and establish what it meant to be a ‘genius’ in the Victorian context. Leading Darwin scholars have come together to argue that, far from being a lonely genius in an ivory tower, Darwin had fortune, diligence and – crucially – community behind him. The aims of this essential work are twofold. First, to set the historical record straight, debunking the most pervasive myths and correcting falsehoods. Second, to provide a deeper understanding of the nature of science itself, relevant to historians, scientists and the public alike
Renée Bergland, Natural Magic. Emily Dickinson, Charles Darwin, and the Dawn of Modern Science, Princeton University Press, p. 440, 2024
Emily Dickinson and Charles Darwin were born at a time when the science of studying the natural world was known as natural philosophy, a pastime for poets, priests, and schoolgirls. The world began to change in the 1830s, while Darwin was exploring the Pacific aboard the Beagle and Dickinson was a student in Amherst, Massachusetts. Poetry and science started to grow apart, and modern thinkers challenged the old orthodoxies, offering thrilling new perspectives that suddenly felt radical—and too dangerous for women.
Natural Magic intertwines the stories of these two luminary nineteenth-century minds whose thought and writings captured the awesome possibilities of the new sciences and at the same time strove to preserve the magic of nature. Just as Darwin’s work was informed by his roots in natural philosophy and his belief in the interconnectedness of all life, Dickinson’s poetry was shaped by her education in botany, astronomy, and chemistry, and by her fascination with the enchanting possibilities of Darwinian science. Casting their two very different careers in an entirely fresh light, Renée Bergland brings to life a time when ideas about science were rapidly evolving, reshaped by poets, scientists, philosophers, and theologians alike. She paints a colorful portrait of a remarkable century that transformed how we see the natural world.
Illuminating and insightful, Natural Magic explores how Dickinson and Darwin refused to accept the separation of art and science. Today, more than ever, we need to reclaim their shared sense of ecological wonder.
Kay Harel, Darwin’s Love of Life. A Singular Case of Biophilia, Columbia University Press, p. 192, 2024
Biophilia—the love of life—encompasses the drive to survive, a sense of kinship with all life-forms, and an instinct for beauty. In this unconventional book, Kay Harel uses biophilia as a lens to explore Charles Darwin’s life and thought in deeply original ways. In a set of interrelated essays, she considers how the love of life enabled him to see otherwise unseen evolutionary truths.
Harel traces the influence of biophilia on Darwin’s views of dogs, facts, thought, emotion, and beauty, informed by little-known material from his private notebooks. She argues that much of what Darwin described, envisioned, and felt was biophilia in action. Closing the book is a profile of Darwin’s marriage to Emma Wedgwood, his first cousin, a woman gifted in music and medicine who shared her husband’s love of life.
Harel’s meditative, playful, and lyrical musings draw on the tools of varied disciplines—aesthetics, astronomy, biology, evolutionary theory, history of science, philosophy, psychiatry, and more—while remaining unbounded by any particular one. Taking unexpected paths to recast a figure we thought we knew, this book offers readers a different Darwin: a man full of love, joy, awe, humility, curiosity, and a zest for living.
Howard Markel, Origin Story. The Trials of Charles Darwin, W. W. Norton & Company, 2024
A lively account of how Darwin’s work on natural selection transformed science and society, and an investigation into the mysterious illness that plagued its author.
By early morning of June 30, 1860, a large crowd began to congregate in front of Oxford University’s brand-new Museum of Natural History. The occasion was the annual meeting of the British Association for the Advancement of Science, and the subject of discussion was Charles Darwin’s new treatise: fact or fiction?
Darwin, a simultaneously reclusive and intellectually audacious squire from Kent, claimed to have solved “that mystery of mysteries,” introducing a logical explanation of the origin of species—how they adapted, even transmogrified, through natural selection. At stake, on that summer’s day of spirited debate, was the very foundation of modern biology, not to mention the future of the church. Without fear of exaggeration, Darwin’s thesis would forever change our understanding of the life sciences and the natural world. And yet the author himself was nowhere to be found in the debate hall—instead, he was miles away, seeking respite from a spate of illnesses that had plagued him for much of his adult life.
In Origin Story, medical historian Howard Markel recounts the two-year period (1858 to 1860) of Darwin’s writing of On the Origin of Species through its spectacular success and controversy. Simultaneously, Markel delves into the mysterious health symptoms Darwin developed, combing the literature to emerge with a cogent diagnosis of a case that has long fascinated medical historians. The result is a colorful portrait of the man, his friends and enemies, and his seminal work, which resonates to this day
Ernst Haeckel, Storia della creazione naturale. Conferenze scientifico-popolari sulla teoria dell’evoluzione in generale e su quella di Darwin, Goethe e Lamarck in particolare, Mimesis Edizioni, p. 450, 2024
L’opera Natürliche Schöpfungsgeschichte, qui presentata in traduzione, fu redatta dallo zoologo tedesco Ernst Haeckel sulla base della trascrizione di un ciclo di lezioni tenute all’Università di Jena nel semestre invernale 1867-1868, rivolte a un pubblico non specializzato. Qui Haeckel riprende, in un linguaggio piano e semplice, le tesi espresse nella Generelle Morphologie der Organismen, opera poderosa, pubblicata in due volumi nel 1866. Un brillante riassunto divulgativo, sul quale lo stesso Darwin espresse il proprio apprezzamento nell’introduzione al The Descent of Man (1871) e che vantò ben undici edizioni e numerose traduzioni, fra le quali la meritevole traduzione in lingua italiana del 1892, curata da Daniele Rosa e con prefazione di Michele Lessona. Il presente volume propone una nuova traduzione italiana della prima parte dell’opera (costituita da quindici conferenze), dedicata al confronto con noti pensatori e scienziati dell’epoca e, in particolare, con coloro che Haeckel definisce i “padri fondatori della teoria della discendenza”: Darwin, Goethe e Lamarck.
Parte prima Teoria generale dello sviluppo Trasformismo e Darwinismo
Arte, scienza e filosofia nella “Storia della creazione naturale” ↗
Leggi su Pikaia la recensione di Francesco Piccardi
Giovanni Cerro, TRA NATURA E CULTURA. Degenerazione, eugenetica e razza in Giuseppe Sergi (1841-1936), Edizioni ETS, p. 328, 2024
Il volume ricostruisce il pensiero di una delle più importanti figure del positivismo italiano: l’antropologo e psicologo Giuseppe Sergi (1841-1936), a lungo docente nell’Università di Roma e fondatore della Società romana di antropologia. Speciale attenzione è riservata a tre aspetti della sua riflessione – la degenerazione, l’eugenetica e la concezione dei gruppi etnici – che vengono inseriti nel contesto culturale del tempo e riletti alla luce del rapporto tra eredità e ambiente. Da questa indagine emerge come l’opera di Sergi sia elaborata in risposta alle grandi questioni della modernità: dalla massificazione allo sviluppo scientifico e tecnologico, fino alla nascita delle metropoli.
Jason Roberts, Every Living Thing. THE GREAT AND DEADLY RACE TO KNOW ALL LIFE, Random House, p. 432, 2024
An epic, extraordinary account of scientific rivalry and obsession in the quest to survey all of life on Earth—a competition “with continued repercussions for Western views of race. [This] vivid double biography is a passionate corrective” (The New York Times Book Review, Editors’ Choice).
“[A] vibrant scientific saga . . . at once important, outrageous, enlightening, entertaining, enduring, and still evolving.”—Dava Sobel, author of Longitude
In the eighteenth century, two men—exact contemporaries and polar opposites—dedicated their lives to the same daunting task: identifying and describing all life on Earth. Carl Linnaeus, a pious Swedish doctor with a huckster’s flair, believed that life belonged in tidy, static categories. Georges-Louis de Buffon, an aristocratic polymath and keeper of France’s royal garden, viewed life as a dynamic swirl of complexities. Each began his task believing it to be difficult but not impossible: How could the planet possibly hold more than a few thousand species—or as many could fit on Noah’s Ark?
Both fell far short of their goal, but in the process they articulated starkly divergent views on nature, the future of the Earth, and humanity itself. Linnaeus gave the world such concepts as mammal, primate, and Homo sapiens, but he also denied that species change and he promulgated racist pseudoscience. Buffon formulated early prototypes of evolution and genetics, warned of global climate change, and argued passionately against prejudice. The clash of their conflicting worldviews continued well after their deaths, as their successors contended for dominance in the emerging science that came to be called biology.
In Every Living Thing, Jason Roberts weaves a sweeping, unforgettable narrative spell, exploring the intertwined lives and legacies of Linnaeus and Buffon—as well as the groundbreaking, often fatal adventures of their acolytes—to trace an arc of insight and discovery that extends across three centuries into the present day.
Peter R. Grant e B. Rosemary Grant, 40 Years of Evolution. Darwin’s Finches on Daphne Major Island, Princeton University Press, p. 464, 2024
A new edition of Peter and Rosemary Grant’s classic account of their groundbreaking forty-year study of Darwin’s finches.
40 Years of Evolution is a landmark study of the finches first made famous by Charles Darwin, one that documents as never before the evolution of species through natural selection. In this now-legendary study, renowned evolutionary biologists Peter and Rosemary Grant draw on a vast and unparalleled range of ecological, behavioral, and genetic data to continuously measure changes in finch populations over a period of four decades on the small island of Daphne Major in the Galápagos archipelago. In the years since the book’s publication, the field of genomics has developed greatly. In this newly revised edition of 40 Years of Evolution, the Grants combine the results of their historic field study with genomic analyses of their primary findings, resolve unanswered questions from the field, and provide invaluable insights into the genetic basis of beak and body size variation and the history of this iconic adaptive radiation.
B. Rosemary Grant, One Step Sideways, Three Steps Forward. One Woman’s Path to Becoming a Biologist, Princeton University Press, p. 328, 2024
The story of the unorthodox and inspiring life and career of a pioneering biologist.
Scientist Rosemary Grant’s journey in life has involved detours and sidesteps—not the shortest or the straightest of paths, but one that has led her to the top of evolutionary biology. In this engaging and moving book, Grant tells the story of her life and career—from her childhood love of nature in England’s Lake District to an undergraduate education at the University of Edinburgh through a swerve to Canada and teaching, followed by marriage, children, a PhD at age forty-nine, and her life’s work with Darwin’s finches in the Galápagos islands. Grant’s unorthodox career is one woman’s solution to the problem of combining professional life as a field biologist with raising a family.
Grant describes her youthful interest in fossils, which inspired her to imagine another world, distant yet connected in time—and which anticipated her later work in evolutionary biology. She and her husband, Peter Grant, visited the Galápagos archipelago annually for forty years, tracking the fates of the finches on the small, uninhabited island of Daphne Major. Their work has profoundly altered our understanding of how a group of eighteen species has diversified from a single ancestral species, demonstrating that evolution by natural selection can be observed and interpreted in an entirely natural environment. Grant’s story shows the rewards of following a winding path and the joy of working closely with a partner, sharing ideas, disappointments, and successes.
Roberta Visone, La selezione naturale non è incompatibile con la teologia naturale. Asa Gray e Darwin, Asa Gray contro Darwin, Giannini Editore, Collana Società Nazionale di Scienze, Lettere e Arti in Napoli, Accademia di Scienze Morali e Politiche, Quaderni Nuova Serie n. 6, 2023
Disponibile gratuitamente sul sito dell’editore.
Evoluzione della vita sulla Terra e nell’Universo
Telmo Pievani, Tutti i mondi possibili, Raffaello Cortina Editore, p. 250, 2024
Nel 1976 una giovane studentessa di ingegneria di Princeton è a Madrid per un soggiorno di ricerca. Legge La biblioteca di Babele di Jorge Luis Borges e ha un’illuminazione. Si immedesima nel destino del bibliotecario che si aggira lì dentro cercando il libro che contiene le risposte a tutti i misteri fondamentali dell’umanità, anche se in cuor suo sa bene che non gli basterà una vita intera per trovarlo.
Prima di lei, un famoso evoluzionista, John Maynard Smith, aveva fantasticato sull’esistenza di un’analoga enorme libreria: piena non di libri, ma di proteine. Nel 1994, un filosofo della mente, Daniel Dennett, escogitò una biblioteca non meno disorientante: quella che raccoglie tutti i possibili genomi, cioè tutte le possibili combinazioni delle basi nucleotidiche del DNA. La chiamò “la biblioteca di Mendel”.
Più di recente, alcuni biologi hanno ricostruito lo spazio ideale, il “morfospazio”, di tutti gli animali e di tutte le piante possibili. Perché costruire questi giganteschi metaversi apparentemente inutili? Perché possiamo confrontarli con le proteine, con i genomi e con le piante e gli animali che davvero esistono e sono esistiti nel corso dell’evoluzione, cioè con la realtà. Scopriamo così che ampie regioni del morfospazio restano vuote. Il reale è un piccolo sottoinsieme del possibile e si addensa sempre in certe zone anziché in altre.
Perché? Sarà opera del caso, della potatura di passate estinzioni o della selezione naturale? Con echi letterari che spaziano da Borges a Calvino, un libro che ci permette di comprendere, assai concretamente, quanto è vasto il mondo del possibile non ancora realizzato e di ciò che non sappiamo.
Disponibile in libreria dal 27 agosto
Elizabeth Kolbert, La sesta estinzione. Una storia innaturale, p. 400, Neri Pozza, 2024. Nuova edizione ampliata
In una nuova edizione ampliata, torna in libreria il volume con cui Elizabeth Kolbert ha vinto il Premio Pulitzer nel 2015 e lanciato un grido d’allarme al mondo. Definito dalla giuria del Premio «un’esplorazione della natura che costringe il lettore a prendere in considerazione la minaccia rappresentata dal comportamento umano», La sesta estinzione è il racconto, elegiaco e potente, dell’ultimo dei grandi accadimenti catastrofici occorsi al nostro pianeta e insieme un canto d’amore alla straordinaria varietà e immaginazione della Natura. Se i primi cinque eventi, i cosiddetti «Big Five», hanno riguardato ere lontanissime e causato l’estinzione di massa di almeno il 75 per cento delle specie di volta in volta viventi sulla Terra, l’ultimo, ormai in corso, è la cosiddetta Sesta Estinzione, una trasformazione radicale dovuta alla comparsa circa duecentomila anni fa di una nuova specie animale. Una specie non particolarmente forte o rapida, ma piena di risorse, capace di modificare la composizione dell’atmosfera o di alterare gli equilibri chimici degli oceani. Noi, tuttavia, a differenza dei dinosauri ci distruggeremo da soli, avvisa l’autrice. Trascinando con noi tutto il resto. Dalla foresta pluviale alla Cordigliera delle Ande, dalla Grande Barriera Corallina alla moria di organismi riscontrabile anche dai fortunati tra noi che hanno un giardino di casa, Elizabeth Kolbert conduce il lettore nei luoghi di questa estinzione, non da una semplice prospettiva apocalittica, ma cogliendo nelle recenti scoperte scientifiche un invito a preservare la biodiversità. Per noi e per tutte le specie con cui condividiamo il pianeta. Modificare il corso dell’attuale estinzione richiederebbe cambiamenti paragonabili a quelli dell’Antropocene. Di recente ho parlato con un entomologo dell’Università del Connecticut di come vede il futuro. Sotto certi aspetti è molto più ottimista di me: «Risolveremo questa crisi climatica» mi ha detto. «Decarbonizzeremo». Poi, però, ha aggiunto: «Sarà troppo tardi per molti degli organismi che amo». «Come comprendere il pianeta in cui viviamo in un’epoca in cui sembra rivoltarsi contro di noi? Non esiste esempio migliore di questo volume». Amitav Ghosh «Appassionante e documentato». Telmo Pievani
Dalle “big five” alla sesta estinzione di massa
Leggi su Pikaia la recensione di Valerio Calzolaio.
Jonathan Silvertown, Selfish Genes to Social Beings. A Cooperative History of Life, Oxford University Press, p. 256, 2024
Evolution seen in a different light: through the lens of the importance and universality of cooperation, at every level from society to genes
Explores how complexity evolves through major transitions in evolution. Demonstrates that through the concept of emergence, we are free to make choices despite what appear to be biological and genetic imperatives
Bruce S. Lieberman, Niles Eldredge, Macroevolutionaries. Reflections on Natural History, Paleontology, and Stephen Jay Gould, Columbia University Press, p. 216, 2024
One of the twentieth century’s great paleontologists and science writers, Stephen Jay Gould was, for Bruce S. Lieberman and Niles Eldredge, also a close colleague, mentor, and friend. In Macroevolutionaries, they take up the tradition of Gould’s acclaimed essays on natural history, offering a series of wry and insightful reflections on the fields to which they have devoted their careers.
Lieberman and Eldredge explore the major features of evolution, or “macroevolution,” examining key issues in paleontology and their links to popular culture, philosophy, music, and the history of science. They focus on topics such as punctuated equilibria, mass extinctions, and the history of life—with detours including trilobites, Hollywood stuntmen, coywolves, birdwatching, and New Haven-style pizza. Lieberman and Eldredge’s essays showcase their deep knowledge of the fossil record and keen appreciation of the arts and culture while touching on different aspects of Gould’s life and work. Ultimately, they show why Gould’s writings and perspective are still relevant today, following his lead in using the natural history essay to articulate their view of evolutionary theory and its place in contemporary life. At once thought-provoking and entertaining, Macroevolutionaries is for all readers interested in paleontology, evolutionary biology, and Gould’s literary and scientific legacy.
Gianfranco Bologna, Noi siamo natura. Un nuovo modo di stare al mondo, Edizioni Ambiente, p. 416, 2023
“Il mondo non morirà per la mancanza di meraviglie, ma per la mancanza di meraviglia”. Questa citazione è generalmente attribuita allo scrittore e giornalista britannico Gilbert Keith Chesterton, ed è perfetta per descrivere ciò che sta accadendo in questo preciso momento storico.
La meraviglia, il fascino e lo stupore che dovremmo provare per le straordinarie forme di vita che ci circondano si sono affievoliti, al punto da esserci trasformati in una specie prevaricatrice e inquinante, in grado di intaccare le basi stesse della vita sulla Terra. Nonostante i segnali di allarme, infatti, continuiamo a inseguire il sogno di una crescita illimitata in un mondo con chiari limiti bio-geofisici.
Noi siamo natura, edito in una nuova veste grafica per la collana Connessioni, parla di questo. Della grave amnesia collettiva che sembra avere colpito noi e le generazioni prima della nostra: abbiamo dimenticato di essere un tutt’uno con la natura che stiamo distruggendo. Per ricordarcelo, Gianfranco Bologna ci riporta là dove tutto è cominciato, al Big Bang, proseguendo attraverso le ere con salti logici dai primi organismi unicellulari alle grandi estinzioni di massa, dai primi antenati fino a noi. Per scoprire come tutto sia intimamente collegato.
Una lettura che supera gli steccati fra discipline riunendo in un unico discorso le conoscenze più aggiornate di astrofisica e cosmologia, geologia e climatologia, genetica ed ecologia, sociologia ed economia. Un intreccio di saperi per riappropriarci dei legami dimenticati e trovare un nuovo modo di abitare il pianeta.
Geerat Vermeij, The Evolution of Power. A New Understanding of the History of Life. A sweeping new account of the role of power in the evolution of all life on Earth, Princeton University Press, p. 264, 2023
Power has many dimensions, from individual attributes such as strength and speed to the collective advantages of groups. The Evolution of Power takes readers on a breathtaking journey across history and the natural world, revealing how the concept of power unifies a vast range of phenomena in the evolution of life—and how natural selection has placed humanity and the planet itself on a trajectory of ever-increasing power.
Drawing on evidence from fossils, living organisms, and contemporary society, Geerat Vermeij documents increases in power at all scales, from body size, locomotor performance, and the use of force in competition to efficiency in production and consumption within ecosystems. He shows how power—which he defines as the rate at which organisms acquire and apply energy—is tied to the emergence of cooperation, and how the modern economy, which for the first time has established a monopoly over the biosphere by a single species, is a continuation of evolutionary trends stretching back to the dawn of life. Vermeij persuasively argues that we can find solutions to the many problems arising from this extreme concentration of power by broadening our exclusively human-centered perspective.
A masterful work by one of today’s most innovative and forward-thinking naturalists, The Evolution of Power offers a new understanding of our place in the grand sweep of evolutionary history.
Andrea Cau, Ricostruire i dinosauri. La scienza che dà un volto ai fossili, Pubblicazione indipendente, 2024
I dinosauri sono le più celebri creature del passato. Popolarissimi, grazie a documentari, film, cartoni animati, giocattoli e un’infinità di prodotti ispirati dai “giganti della preistoria”, i dinosauri occupano un posto particolare nell’immaginario collettivo, che trascende il loro effettivo significato scientifico. Siamo talmente abituati alla loro immagine di creature viventi, attive e reattive, che spesso dimentichiamo che, in realtà, nessuno ha mai visto un dinosauro dal vivo! Nessuno ha la certezza di come essi apparissero effettivamente in vita. Forse, essi erano completamente diversi da come li immaginiamo.
Chi stabilisce l’aspetto dei dinosauri? Se nessuno può incontrarli dal vivo, come possiamo valutare l’attendibilità di tali rappresentazioni? Significa forse che qualunque ricostruzione dei dinosauri sia legittima? Sono tutte arbitrarie, più simili ad opere di fantasia che a fatti scientifici?
Come si ricostruisce un dinosauro? Quali sono le logiche ed i metodi che i paleontologi seguono per ricostruire un animale estinto partendo dai resti fossili? Quanto accurate, affidabili, o credibili sono le rappresentazioni di questi animali, realizzate in 200 anni di scienza paleontologica?
Questo libro è dedicato alla scienza che sta dietro ogni rappresentazione dei dinosauri. Il libro spiega le logiche che guidano i paleontologi nel proporre (o rifiutare) una particolare ricostruzione dei dinosauri, illustra i criteri che ispirano i ricercatori nell’assemblare, sostenere, rivedere e persino demolire l’immagine ed il comportamento di questi animali del passato.
Oliver Sacks, Stephen Jay Gould, Jonathan Miller, Daniel J. Kevles, Richard C. Lewontin, Storie segrete della scienza. Accelerazioni, battute d’arresto e serendipità, Mimesis, p. 226, 2023
Spesso pensiamo alla scienza come a un continuo progresso. In questo libro, cinque studiosi e divulgatori di fama mondiale esplorano episodi oscuri e trascurati della storia della scienza e suggeriscono, invece, che il processo di comprensione del significato delle scoperte scientifiche può essere erratico, contraddittorio, persino irrazionale. Jonathan Miller, Oliver Sacks e Daniel Kevles mostrano come le nuove idee, anche quelle più promettenti, possano essere messe da parte, scartate e dimenticate, per riemergere, a volte, solo molti anni più tardi. Richard C. Lewontin e Stephen Jay Gould discutono del fatto che le parole e le immagini utilizzate dagli scienziati e dai divulgatori riflettono distorsioni gravi e spesso non riconosciute nel modo in cui concepiamo sia i singoli organismi sia la storia naturale del mondo. Queste “storie” dimostrano dunque che la scienza è – stando alle parole di Oliver Sacks – “un’impresa interamente umana, una crescita umana, organica e in continua evoluzione, con improvvise accelerazioni e bruschi arresti, soggetta a strane deviazioni. Sgorga dal suo stesso passato, ma non se ne distacca mai completamente, non più di quanto noi stessi ci distacchiamo dalla nostra infanzia”.
Mia nota: si tratta della ristampa di un libro di 30 anni fa. Manca il riferimento ai traduttori dei singoli saggi
Storie segrete della scienza. Cinque saggi sulle strade contorte (e a volte irrazionali) che ci conducono verso la conoscenza ↗
Leggi su Pikaia la recensione di Alessia Colaianni
Max Bennett, Breve storia dell’intelligenza. Dai primi organismi all’AI. Le cinque svolte evolutive del cervello, Apogeo, p. 432, 2024
Max Bennett racconta le cinque “svolte” nell’evoluzione dell’intelligenza umana e rivela ciò che i cervelli del passato possono dirci sull’intelligenza artificiale di domani.
-L’evoluzione dell’intelligenza: la strada dai primi organismi all’AI
-La ricerca dell’unicità umana
-Le ultime scoperte delle neuroscienze
-L’intelligenza artificiale oggi
-Il futuro dell’intelligenza artificiale
Nell’ultimo decennio, l’intelligenza artificiale, che fino a prima esisteva solo nell’immaginario della fantascienza, è diventata realtà. Produrre opere d’arte, leggere radiografie e guidare auto sono solo alcune delle sue attuali capacità. Eppure, rimangono ancora spazi della vita umana in cui non riesce ad arrivare: com’è possibile che sia capace di sconfiggere il più grande maestro di scacchi ma non sia in grado di caricare una lavastoviglie?
Max S. Bennett colma il divario tra sapiens e superintelligenza raccontando l’evoluzione del cervello e rivelando come plasmare la prossima generazione di scoperte sull’AI. Attraverso una nuova prospettiva e con il supporto di numerosi neuroscienziati, identifica i cinque momenti chiave che hanno segnato i più importanti balzi evolutivi del cervello e restituisce un vivido racconto del più misterioso organo umano.
Breve storia dell’intelligenza cambia il modo in cui approcciamo le neuroscienze e l’intelligenza artificiale: volge lo sguardo al passato per dirci molto sul nostro futuro umano e tecnologico.
David P. Mindell, The Network of Life. A New View of Evolution, Princeton University Press, p. 272, 2024
Why evolution is like a network, not a family tree—and why it matters for understanding the health of all living things.
In The Network of Life, David Mindell explains why the conventional narrative of evolution needs to evolve. Ever since Darwin, evolution has largely been thought to work like a family tree in which species are related through a series of branching events. But, today, a growing knowledge of the ways species share genetic materials in a process known as horizontal evolution has revealed that evolution is actually a network of shared genealogy in which species are more interconnected than previously thought. In this book, Mindell presents this new narrative of life’s evolution and its profound implications for all life on Earth.
The Network of Life describes the drivers of horizontal evolution—interbreeding and genetic recombination, the merger of species, horizontal gene transfer, and coevolution. The network view of evolution that emerges supports a new symbiotic theory of health, which holds that the future health of humans, other species, and our shared environments depends on evolution and adaptation across life’s network.
Difficult times lie ahead for many of Earth’s species as climates and habitats transform. At the same time, new and altered life-forms are arising and spreading in association with human activities. We are also learning to reshape and create life by mimicking the mechanisms of horizontal evolution, and we are coevolving with technology as we enhance our bodies, brains, and life spans. The Network of Life shows why and how increasing our knowledge of horizontal evolution can provide critical lessons as we navigate our looming challenges.
Peter Bellwood, The Five-Million-Year Odyssey. The Human Journey from Ape to Agriculture, Princeton University Press, p. 384, 2024
The epic story of human evolution, from our primate beginnings more than five million years ago to the agricultural era.
Over the course of five million years, our primate ancestors evolved from a modest population of sub-Saharan apes into the globally dominant species Homo sapiens. Along the way, humans became incredibly diverse in appearance, language, and culture. How did all of this happen? In The Five-Million-Year Odyssey, Peter Bellwood synthesizes research from archaeology, biology, anthropology, and linguistics to immerse us in the saga of human evolution, from the earliest traces of our hominin forebears in Africa, through waves of human expansion across the continents, and to the rise of agriculture and explosive demographic growth around the world.
Bellwood presents our modern diversity as a product of both evolution, which led to the emergence of the genus Homo approximately 2.5 million years ago, and migration, which carried humans into new environments. He introduces us to the ancient hominins—including the australopithecines, Homo erectus, the Neanderthals, and others—before turning to the appearance of Homo sapiens circa 300,000 years ago and subsequent human movement into Eurasia, Australia, and the Americas. Bellwood then explores the invention of agriculture, which enabled farmers to disperse to new territories over the last 10,000 years, facilitating the spread of language families and cultural practices. The outcome is now apparent in our vast array of contemporary ethnicities, linguistic systems, and customs.
The fascinating origin story of our varied human existence, The Five-Million-Year Odyssey underscores the importance of recognizing our shared genetic heritage to appreciate what makes us so diverse.
P. Ball, How life works, A User’s Guide to the New Biology, University of Chicago Press, p. 552, 2024
Biology is undergoing a quiet but profound transformation. Several aspects of the standard picture of how life works—the idea of the genome as a blueprint, of genes as instructions for building an organism, of proteins as precisely tailored molecular machines, of cells as entities with fixed identities, and more—have been exposed as incomplete, misleading, or wrong.
In How Life Works, Philip Ball explores the new biology, revealing life to be a far richer, more ingenious affair than we had guessed. Ball explains that there is no unique place to look for an answer to this question: life is a system of many levels—genes, proteins, cells, tissues, and body modules such as the immune system and the nervous system—each with its own rules and principles. How Life Works explains how these levels operate, interface, and work together (most of the time).
With this knowledge come new possibilities. Today we can redesign and reconfigure living systems, tissues, and organisms. We can reprogram cells, for instance, to carry out new tasks and grow into structures not seen in the natural world. As we discover the conditions that dictate the forms into which cells organize themselves, our ability to guide and select the outcomes becomes ever more extraordinary. Some researchers believe that ultimately we will be able to regenerate limbs and organs, and perhaps even create new life forms that evolution has never imagined.
Incorporating the latest research and insights, How Life Works is a sweeping journey into this new frontier of the life sciences, a realm that will reshape our understanding of life as we know it.
Emiliano Troco, Fabio Manucci e Simone Maganuco, Tempo profondo. La storia della vita sulla terra, TIP.LE.CO, p. 464, 2024
Tempo Profondo – La storia della vita sulla Terra” è un’opera che racconta l’evoluzione attraverso un punto di vista scientifico ed evocativo, unendo le ultime scoperte al potente sguardo pittorico del paleoartista Emiliano Troco. Il viaggio della vita, narrato in tutte le sue forme, comincia dalle origini del Cosmo e attraversa le meraviglie delle ere preistoriche: una carrellata di mondi, ormai perduti, con una particolare attenzione per il paesaggio, che ci mostra piante e animali inaspettati e li rende al contempo naturali, quasi familiari. Il racconto si inoltra fino ai tempi più recenti, sfiorando i grandi temi della storia dei popoli e del pensiero, senza ignorare le sfide del presente. Gli autori sono: Emiliano Troco (artista e paleoartista), Fabio Manucci (ricercatore e paleoartista), Simone Maganuco (paleontologo) e Leonardo Ambasciano (storico). Con oltre 400 pagine illustrate, racchiuse in un formato originale e compatto, questo libro è un prezioso scrigno del Tempo Profondo, da leggere tutto d’un fiato o da riscoprire esplorandolo pagina per pagina, sempre guidati dal fascino per la Storia Naturale!
Storie Naturali. Zoologia
Roberto Inchingolo, La vendetta delle orche, p. 204, Codice Edizioni, 2024
La vendetta delle orche è un libro sulla resistenza animale, ma non nel senso comune di attivismo animalista. La nostra relazione con gli animali è a dir poco bizzarra: dopo aver esplorato ogni angolo della Terra e plasmato a nostro uso e consumo l’ambiente che ci circonda, noi esseri umani ci consideriamo la specie dominante di questo pianeta. Applichiamo questa mentalità anche agli animali, con la pretesa di averli sempre sotto controllo. Ma non sempre loro sono d’accordo. Partendo da casi e notizie di cronaca di animali che “si vendicano” contro di noi, Roberto Inchingolo racconta storie di specie che, a modo loro, sfuggono alla nostra presa e riescono, ogni tanto, a prendersi qualche rivincita. Dai fenicotteri che fuggono dalle gabbie degli zoo ai maiali che mangiano i loro allevatori, fino alle orche che distruggono le barche che affollano il mare, queste storie parlano di evoluzione e coesistenza, invitandoci a riflettere sul nostro rapporto con gli animali e svelando che il controllo umano sul mondo naturale è molto meno saldo di quanto si pensi.
Davide Risso e Gabriella Morini, De gustibus. Sul gusto negli esseri umani e negli altri animali, Editore Topic, p. 143, 2023
Come la vista o l’udito, anche il gusto veicola un messaggio relativo alle possibilità e i pericoli dell’ambiente che ci circonda. Per questo scopriamo che il gusto è il protagonista del percorso evolutivo delle specie. Dolce, salato, acido, amaro e umami sono elementi fondamentali per comprendere le connessioni tra il mondo esterno e interno, tra nutrizione e cultura, tra scienza e cucina.
De gustibus. Il gusto come protagonista del percorso evolutivo delle specie ↗
Leggi su Pikaia la recensione di Valerio Calzolaio
Giorgio Volpi, La natura lo fa meglio (e prima), Le sorprendenti invenzioni tecnologiche che la natura suggerisce all’uomo, Aboca Editore, 2024
Il mito della creazione per lungo tempo ha garantito all’uomo una posizione di superiorità rispetto agli altri animali fino a quando l’avvento del concetto di evoluzione ha cominciato a livellare questa gerarchia. Eppure, l’essere umano fa cose che sembrano precluse alle altre specie: produce auto e telefoni, si veste di abiti e si tinge i capelli, ha inventato internet, i vaccini, i sottomarini…
Dalla tecnologia alla scienza applicata, l’unicità dell’uomo parrebbe evidente…
Con questo libro scopriremo, invece, che molte delle grandiose idee dell’uomo sono apparse sulla Terra molto prima del nostro arrivo. In anticipo sull’ingegno umano, infatti, è arrivata la natura, che attraverso infiniti tentativi ha selezionato nelle piante e negli animali alcune abilità e caratteristiche davvero sorprendenti. Ci sono batteri che generano particelle magnetiche migliori di quelle prodotte in qualsiasi laboratorio: sono stati individuati nel fango di palude e, al microscopio, presentano delle curiose collane di perle, fatte di magnetite, che usano per orientarsi nello spazio e che noi potremmo impiegare come agenti di contrasto nella risonanza magnetica, per la somministrazione mirata di farmaci e per la cura del cancro. Altri batteri, invece, sono in grado di ‘formare’ l’oro: tramite riduzione chimica, riescono a immobilizzare gli ioni dei metalli, che spesso sono tossici, rendendo salubre l’ambiente circostante.
E poi ci sono funghi che producono sostanze bio-luminescenti, piante che possiedono ‘sensori’ per il fumo, molluschi capaci di creare colle insuperabili…
Con una scrittura brillante e una cultura enciclopedica, Giorgio Volpi ci guida alla scoperta di un mondo naturale sconosciuto, antico e pioneristico al tempo stesso, mostrandoci che in un futuro non lontano potremmo imparare a sfruttare alcune delle scoperte chimiche che la natura ha affinato nei secoli per convertire l’energia solare o per produrre alimenti, farmaci, o nuove materie prime. Abbiamo la responsabilità e il dovere di studiare la natura, non solo per godere della sua bellezza, ma per realizzare un futuro migliore.
Studiare la natura è come studiare l’avanguardia della scienza umana e, contemporaneamente, leggere il grande libro del passato del nostro pianeta, in cui infinite generazioni di esseri viventi hanno risolto brillantemente problemi di chimica, fisica e biologia, lasciandone chiare tracce nei loro stessi fossili e nella genetica e nelle relazioni degli esseri che oggi ci circondano.
Lee Alan Dugatkin, The Well-Connected Animal. Social Networks and the Wondrous Complexity of Animal Societies, The University of Chicago Press, p. 264, 2024
An engaging exploration of the wondrous social webs that permeate life in animal societies around the world.
It’s all about who you know. Whether vampire bats sharing blood meals for survival, field crickets remembering champion fighters, macaque monkeys forming grooming pacts after a deadly hurricane, or great tit birds learning the best way to steal milk—it pays to be well connected.
In this tour of the animal kingdom, evolutionary biologist Lee Alan Dugatkin reveals a new field of study, uncovering social networks that existed long before the dawn of human social media. He accessibly describes the latest findings from animal behavior, evolution, computer science, psychology, anthropology, genetics, and neurobiology, and incorporates interviews and insights from researchers he finds swimming with manta rays, avoiding pigeon poop, and stopping monkeys from stealing iPads. With Dugatkin as our guide, we investigate social networks in giraffes, elephants, kangaroos, Tasmanian devils, whales, bats, and more. From animal networks in Australia and Asia to Africa, Europe, and the Americas, The Well-Connected Animal is an eye-opening exposé of wild friends, enemies, and everything in between.
Jonathan Kennedy, Pathogenesis. Come i germi hanno fatto la storia del mondo, Bompiani, p. 336, 2024
Un viaggio avvincente e provocatorio, che sfida e trasforma la nostra percezione della storia umana.
Viviamo in un mondo di microbi. Batteri e virus spadroneggiano in ogni angolo del pianeta e anche dentro di noi. Il corpo umano ospita circa 40 mila miliardi di batteri e i virus sono un esercito dieci volte più numeroso. Questi silenziosi compagni di viaggio, che pesano tutti insieme tra uno e due chili, ci aiutano nel processo digestivo ma fanno molto di più: influenzano la nostra psiche e hanno orientato il destino delle grandi civiltà. La pandemia di COVID-19 è soltanto l’ultimo capitolo della lotta millenaria tra esseri umani e microbi. Jonathan Kennedy ci propone un’innovativa visione: l’evoluzione umana è qualcosa di più complesso della sopravvivenza del più forte e più intelligente, ma dietro le più straordinarie rivoluzioni degli ultimi 50 mila anni si nascondono forze invisibili a occhio nudo e più potenti di armate. Pathogenesis rivela come la crisi di una pandemia offra sempre opportunità vitali di cambiamento nel nostro vivere sociale e nel pianeta. Il tutto argomentato con riferimenti a vasto raggio, da Tolkien a Kubrick, da Camus ai Monty Python.
Marcus Baynes-Rock, La vita segreta delle iene, Adelphi, p. 398, 2024
Così, come scrive Elizabeth Marshall Thomas nella sua ammirata prefazione, leggendo queste pagine a ognuno di noi verrà da pensare: «Se conoscessimo tutti gli animali come lui conosce le iene, salveremmo il mondo».
In Verdi colline d’Africa, Hemingway racconta di avere centrato con un colpo di fucile, durante un safari in Kenya, una iena, e di aver sentito poi la sua guida apostrofarla rabbiosamente «ermafrodita, divoratrice di morti … faccia furba da cane bastardo sempre voltata indietro». Tratti che riassumono un pregiudizio diffuso ovunque le iene si siano insediate: ovunque, tranne che a Harar, «metropoli» etiope d’altura dove non è raro vederle aggirarsi quiete per le strade, mentre gli abitanti offrono loro cibo per farne attrazioni turistiche. A lungo Marcus Baynes-Rock ha frequentato le iene di Harar, fino a stabilire con loro una progressiva, stupefacente intimità; e nel dar conto delle innovative acquisizioni delle sue ricerche sul campo getta nuova luce anche sull’ancestrale avversione che gli uomini manifestano nei loro confronti. Baynes-Rock risale infatti a quel lungo e remoto periodo dimenticato, in cui i nostri antenati furono per le iene prima oggetto di predazione e poi avversari nello scavenging: l’atto di mangiare i resti di un animale ucciso da altri – termine oggi eufemizzato e ridotto a descrivere la cosiddetta «ripulitura» delle carcasse. Una rimozione che cancella una parte immensa della storia evolutiva, quella che ha dato inizio alla trasformazione dell’uomo in predatore e sovrano della catena alimentare. Da questa illuminante e schiacciante premessa, Baynes-Rock sa trarre una memorabile lezione etologica e, rovesciando ogni prospettiva, riesce a renderci quasi familiare un animale ostile e alieno.
Maurizio Casiraghi, Vite formidabili. Alla scoperta degli insetti, p. 288, Il Mulino, 2024
Invincibili e inarrestabili. Gli insetti sono sorprendenti fin dalle origini della vita animale sulle terre emerse.
Formidabile. Questa parola deriva dal latino «formidare», che significa «temere, spaventarsi». Sembra essere questo il destino degli insetti. Considerati spesso fastidiosi e poco degni di interesse, ma soprattutto causa di paure talvolta irrazionali, essi rappresentano la quasi totalità del mondo animale e sono indispensabili per la biodiversità e quindi per la nostra vita. Sono gli esseri viventi di maggiore successo evolutivo e, ci si può scommettere, quelli destinati a durare più a lungo. Questo libro è un viaggio tra prati, campi coltivati, terre esotiche o domestiche, per scoprire come e perché abbiamo a che fare con i migliori coinquilini che l’essere umano
Rachel Carson, Storie dalle profondità del mare. Ritratto naturalistico della vita dell’oceano, Aboca Edizioni, p. 240, 2024
Non saremo mai in grado di vedere il mare e l’incessante lotta per la vita che lì si consuma meglio di come è riuscita a farceli vedere Rachel Carson con la sua abilità narrativa e la sua competenza scientifica. “Storie dalle profondità del mare” è il primo libro di Rachel Carson e anche quello che lei ha amato di più. È una cronaca in presa diretta sulla vita delle innumerevoli creature marine che convivono sulla riva e sott’acqua, raccontato osservando da vicino le storie di tre abitanti dell’oceano, un piovanello, uno sgombro e un’anguilla, intrecciate drammaticamente nel continuo flusso e riflusso delle maree. La prima parte del libro descrive la vita della costa. Sulla riva dell’Atlantico Carson incontra Silverbar, un piovanello femmina, alla vigilia della migrazione. Ogni primavera, alcuni piovanelli viaggiano per circa tredicimila chilometri e al ritorno, in autunno, coprono la stessa distanza. Questi uccellini svernano a sud spingendosi fino in Patagonia, mentre in primavera migrano verso nord oltre il Circolo polare artico. La seconda parte è dedicata al mare aperto. Qui incontriamo un altro migratore sulle lunghe distanze, Scomber, uno sgombro. Carson ne racconta la storia dalla nascita (le uova vengono deposte in mare aperto e, quando si schiudono, le larve dovranno immediatamente contare solo sulle proprie risorse in un mondo di infiniti pericoli) fino a quando Scomber va a unirsi alla schiera dei predatori marini. Dopo aver trascorso l’estate in un porto protetto del New England, lui e altri giovani tornano a vagabondare in mare aperto dove trovano ad aspettarli nemici nuovi e più grossi: uccelli, pesci spada, tonni e pescatori… La terza parte si immerge nelle profondità più oscure dell’oceano per incontrare un’anguilla e seguirla nei luoghi più remoti e meravigliosi della Terra. La sua storia è iniziata nel lontano mar dei Sargassi per poi spostarsi, con un viaggio di oltre millecinquecento chilometri, sulla costa atlantica. Entrerà nelle baie, risalirà i fiumi, rimarrà lì per otto o anche dieci anni, fino al raggiungimento della maturità fisica, quando poi scomparirà per tornare da dove è venuta e andare a deporre le uova…
Stefano Mazzotti, Meravigliose creature, Il Mulino, p. 256, 2024
Missione Terra: un viaggio straordinario alla scoperta di nuove specie
È tempo di innamorarci del nostro pianeta, riscoprendone la meraviglia e l’inesauribile varietà. È tempo di partire per un viaggio incomparabile, alla volta di luoghi di inimmaginabile ricchezza: dalla Papua Nuova Guinea al Borneo, dall’Himalaya al Mekong, dallo Sri Lanka al Madagascar, fino alle montagne della Tanzania. Pagina dopo pagina incontreremo una collezione infinita di specie che abitano il nostro pianeta, ma che rischiamo di perdere prima ancora di esser riusciti a conoscerle. Ed ecco una collezione altrettanto infinita di ragioni per impegnarci a preservare questa diversità, perché altri dopo di noi possano continuare a godere di questo portentoso spettacolo della vita, che va ben oltre le più audaci fantasie umane.
“Meravigliose creature”, un viaggio al cuore della biodiversità ↗
Leggi su Pikaia la recensione di Maria Balsamo
Alla scoperta della biodiversità che non conosciamo ↗
Leggi su Pikaia la recensione di Mauro Mandrioli
Evoluzione umana
AA.VV., Umani e non umani. Noi siamo natura, UTET, p. 144, 2024
Per anni l’essere umano si è illuso di essere sopra le parti, di essere “altro” rispetto al mondo naturale. Credendosi padrone dell’ambiente, si è assegnato la licenza di sfruttarne ogni risorsa a proprio esclusivo vantaggio. La crisi climatica che stiamo vivendo, però, ci mette oggi di fronte alla nostra vulnerabilità e alla nostra dipendenza dalle altre forme di vita, imponendoci di ripensare il rapporto con ciò che chiamiamo natura. Questo stesso termine, di solito impropriamente contrapposto all’idea di umano, nella sua origine etimologica rivela in realtà la nostra posizione di appartenenza: dal participio futuro di nascor, natura è “ciò che sta per nascere”, è la forza vitale che anima tutti gli esseri della Terra, noi compresi. Tra antropologia, linguistica, genetica e scienze cognitive, i sei interventi di questa antologia analizzano il nostro rapporto con ciò che non è umano: Marco Aime e Marco Paolini riflettono sul concetto di sviluppo e sull’urgenza di regolare l’uso dei beni comuni; Guido Barbujani si interroga su quale sia il momento in cui, nella storia, si può iniziare a parlare di umano, e su cosa esattamente ci caratterizzi; Irene Borgna descrive il fenomeno del ritorno dei grandi carnivori, che incrina la nostra onnipotenza e ci ricorda che non siamo padroni dappertutto; Emanuela Borgnino racconta di come le pietre, lungi dall’essere inerti, in molte culture sono considerate animate e mobili; Federico Faloppa e Adriano Favole intrecciano antropologia culturale e linguistica in un dialogo sull’interdipendenza tra l’essere umano e l’ambiente; infine, Ugo Morelli analizza i codici che regolano il nostro rapporto con il mondo, interrogandosi su come cambiarli e su che cosa ci stia frenando dal farlo. La Terra è il nostro bene comune: prendersene cura significa mettere in discussione i nostri modelli antropocentrici, convertendosi a un atteggiamento collaborativo e non più predatorio, per ritrovare quel tessuto finissimo di relazioni che ci lega a tutti i suoi abitanti. In collaborazione con il festival Dialoghi di Pistoia.
Sahra Talamo, Misurare la storia. La nuova linea del tempo dell’evoluzione umana, Raffaello Cortina Editore, collana Scienza e idee, p. 184, 2024
L’arrivo dell’Homo sapiens in Europa, i processi che ne hanno favorito il successo adattivo e le cause che hanno portato all’estinzione dei neandertaliani sono avvenimenti fondamentali per la storia dell’evoluzione umana, ma siamo lontani dalla ricostruzione di una cronologia chiara di questo periodo cruciale. Il radiocarbonio, il metodo di datazione più utilizzato in archeologia, non permette sempre di ottenere datazioni abbastanza precise e accurate per comprendere a pieno alcuni passaggi rilevanti. La sfida dell’autrice e del suo team di ricerca è quella di migliorare le potenzialità della datazione al radiocarbonio per aumentarne le capacità di risoluzione temporale. Il suo utilizzo per lo studio dei siti archeologici europei potrebbe rivoluzionare gli scenari ipotizzati fino a oggi, permettendoci di rispondere alle tante domande che ancora restano aperte sulla storia di questo periodo fondamentale per l’evoluzione umana.
Richard Wrangham, L’intelligenza del fuoco. L’invenzione della cottura e l’evoluzione dell’uomo, Bollati Boringhieri, p. 304, 2024
Il mistero della nascita dell’uomo viene dibattuto da oltre centocinquant’anni. Cos’è che ha scatenato quell’insieme di cambiamenti morfologici, sociali e psicologici che hanno fatto sì che una popolazione di animali dalle fattezze scimmiesche evolvesse in una forma di vita inedita, che noi chiamiamo Homo? Dov’è avvenuto il passaggio? Quando e, soprattutto, come? Cosa ci ha resi quel che siamo? Secondo Richard Wrangham è stata l’idea apparentemente innocua di cuocere il cibo che ha cambiato tutto. Da qualche parte in Africa, intorno ai due milioni di anni fa, una piccola popolazione di animali ha iniziato per la prima volta a mettere la carne al fuoco. La carne cotta infatti è più digeribile, più sicura e fornisce molte più proteine della carne cruda, mettendo a disposizione molta più energia. Non siamo noi ad aver inventato il fuoco, è il fuoco che, in definitiva, ha inventato noi.
Andrea Papini, Origini, forma e (dis)funzioni dell’apparato masticatorio in Homo sapiens. Una prospettiva darwiniana, Consiglio editoriale FUP, p. 504, 2023
The anatomical-functional structure with which human beings are equipped today has its roots in our evolutionary history: knowing the latter helps us understand why our body looks like this and functions in this way. Every living being, including Homo sapiens, is the result of a progressive stratification of forms that have adapted to environmental pressures which have shaped their morphology from deep time until today. Our masticatory apparatus (evolutionarily very recent) began to develop with the advent of mammals around 250 million years ago, structuring itself with a unique morphology and function, closely linked to the upright posture typical of the Homo genus and to globular encephalisation, a characterizing peculiarity Homo sapiens.
Eram Alam, Dorothy Roberts, e Natalie Shibley (a cura di), Ordering the Human. The Global Spread of Racial Science, Columbia University Press, 2024
Modern science and ideas of race have long been entangled, sharing notions of order, classification, and hierarchy. Ordering the Human presents cutting-edge interdisciplinary scholarship that examines the racialization of science in various global contexts, illuminating how racial logics have been deployed to classify, marginalize, and oppress.
These wide-ranging essays—written by experts in genetics, forensics, public health, history, sociology, and anthropology—investigate the influence of racial concepts in scientific knowledge production across regions and eras. Chapters excavate the mechanisms by which racialized science serves projects of power and domination, and they explore different forms of resistance. Topics range from skull collecting by eighteenth-century German and Dutch scientists to the use of biology to reinforce notions of purity in present-day South Korea and Brazil. The authors investigate the colonial legacies of the pathologization of weight for the Maori people, the scientific presumption of coronary artery disease risk among South Asians, and the role of racial categories in COVID-19 statistics and responses, among many other cases. Tracing the pernicious consequences of the racialization of science, Ordering the Human shines a light on how the naturalization of racial categories continues to shape health and inequality today.
Giorgio Manzi, Antenati. Lucy e altri racconti del tempo profondo, Il Mulino, p. 224, 2024
Un tuffo nell’archivio della storia prima della storia. Capire chi siamo attraverso i racconti di un grande paleoantropologo.
Ancora una volta Giorgio Manzi ci regala un racconto avvincente, per spiegarci da un lato come la scienza sia in grado di ricostruire e interpretare la nostra storia nel tempo profondo e, dall’altro, come questo racconto consenta di comprendere meglio chi siamo e quale sia il nostro posto nella natura. Così, nel libro, incontriamo i protagonisti di un lontanissimo passato, messi a confronto con quelli del presente e del futuro. Ispirato da Richard Dawkins («Il gene egoista», 1976), Manzi immagina che figure aliene sbarchino sulla Terra per valutare se gli abitanti del nostro pianeta abbiano consapevolezza di sé e delle proprie origini, in base a un unico parametro: aver compreso il fenomeno dell’evoluzione. Le risposte vengono da alcuni manoscritti rinvenuti fra macerie pericolanti, nei quali compaiono il piccolo scheletro di australopiteco che tutti conosciamo come Lucy, e poi il ragazzo del Turkana, gli «hobbit» dell’isola di Flores, l’uomo di Ceprano, i Neanderthal del Circeo e di Altamura, la mummia rinvenuta fra i ghiacci in Tirolo.
“Antenati”: il nuovo libro di Giorgio Manzi fra scienza ed etica ↗
Leggi su Pikaia la recensione di Francesco Piccardi
Shepard Paul, Teneri carnivori, Meltemi, p. 364, 2023
In questo libro visionario e profondamente ispirato, Paul Shepard offre al lettore un’immagine diversa della nostra specie e del suo lungo cammino ecologico, dal Paleolitico dei cacciatoriraccoglitori alla crisi della modernità. La sua idea è che “siamo chi eravamo”, le nostre strutture biologiche, cognitive e comportamentali si sono evolute per rispondere a un ambiente naturale che oggi non esiste più. Cacciare animali, seguirne le tracce è ciò che ha modellato il nostro cervello durante milioni di anni di evoluzione, non solo a livello genetico ma anche culturale. A un certo punto della nostra storia siamo diventati carnivori, ma senza perdere mai quella “tenerezza” che contraddistingue i primati antropomorfi. Questa dolcezza negli affetti e nelle relazioni sociali è il vero passato latente della nostra specie, anche se poi l’alienazione contemporanea ci ha portati a esercitare dominio e violenza. Con sguardo radicale, anticipando discorsi poi ripresi dall’attivismo ecologico e dal primitivismo, Paul Shepard sviluppa in queste pagine un’analisi provocatoria e penetrante del nostro tempo.
Storie naturali. Botanica
Danilo Zagaria, Il groviglio verde. Abitare le foreste dal Mesozoico alla fantascienza, ADD Editore, p. 264, 2024
Le foreste ricoprono una buona parte delle terre emerse in un grande groviglio di radici, rami, alberi, foglie ed esseri viventi. Per raccontarlo, Danilo Zagaria, biologo e divulgatore appassionato, arricchisce le scienze forestali, ecologiche e geologiche con ficcanti incursioni in letteratura, filosofia, antropologia, architettura, economia.Passando dai mangrovieti sulle coste oceaniche alla taiga siberiana, dalle canopie tropicali ai querco-carpineti nel cuore d’Europa, Zagaria compone sotto i nostri occhi un mondo complesso e stratificato, dalle profondità della terra ai fiumi volanti, dalla preistoria al futuro. Il groviglio verde intreccia storie che si muovono nello spazio e nel tempo e «storie multispecie», come le chiama Donna Haraway, i cui fili vengono ripresi da altre mani creando legami imprevedibili e sorprendenti.
Genetica
Marco Crescenzi, Più in alto degli dèi. L’ingegneria genetica dell’uomo prossimo venturo, Mondadori, p. 176, 2024
Raccontando i successi più e meno recenti della biologia molecolare e i rischi che li accompagnano, Più in alto degli dèi mostra a chi vuole ragionare sul futuro dell’umanità un domani vicinissimo, quasi presente.
L’essere umano non è una macchina biologica perfetta, diversamente da ciò che spesso si sente dire. Al contrario, è relativamente fragile e ampiamente migliorabile, come si evince dal confronto con molte altre specie animali. La genetica molecolare, tuttavia, potrebbe essere utilizzata già oggi per potenziare la nostra essenza biologica: per renderci più forti, più resistenti ai tumori, più longevi, per dotarci di una memoria superiore. In pratica, per trasformarci in superumani. Questo libro lo dimostra, raccontando una serie di esperimenti che hanno creato animali potenziati, dotati di capacità straordinarie. Sono esempi che indicano vie possibili al perfezionamento dell’uomo, a una vita futura più lunga, sicura e felice di quella attuale. Ma non si tratta di una visione di progresso magnifico e inarrestabile: i pericoli che la manipolazione genetica dell’uomo comporta sono enormi e i problemi etici quasi insolubili. Nonostante ciò, il percorso è già stato intrapreso e forse è già troppo tardi per tornare indietro. Più in alto degli dèi , radicato nella conoscenza scientifica contemporanea, illustra un problema molto attuale eppure sconosciuto alla maggioranza delle persone.
John Waller, Breeding, The human history of heredity, race, and sex, Oxford University Press, p. 368, 2024
Presents a historical backdrop to current debates about heredity, sex, and race
Explores the importance and value of the scientific developments which have led to the modern age of the human genome and genetic engineering
Considers deeply rooted ideas of the past – reliance on physical resemblance in deciding paternity; the ideology of royal blood; ideas concerning criminality and moral weakness. Considers a wide variety of work from Pare, Linnaeus, and Kat to Mendel, Darwin, Galton, and Crick and Watson
Gianvito Martino, Jacopo Lo Grasso, Non tutto è scritto nel DNA, Mondadori, p. 192, 2024
In un viaggio attraverso la storia e la filosofia della scienza, Non tutto è scritto nel DNA ci porta tra le pieghe della rivoluzione epigenetica e ci proietta nel futuro della medicina. Con l’auspicio che, grazie a un dialogo sempre più serrato tra discipline, «lo sguardo clinico si allarghi su orizzonti sempre più ampi e capaci di accogliere una nuova concezione della natura e della materia».
Se per tutto il secolo scorso gli scienziati hanno indagato a fondo il ruolo del DNA nel determinare chi siamo, negli ultimi decenni lo sviluppo dell’epigenetica sta dimostrando quanto l’ambiente e il contesto psicosociale possano anch’essi rilevarsi fondamentali. Mappare il codice genetico di un organismo non è sufficiente per prevedere come si svilupperà, perché la funzione del nostro DNA è influenzata anche dagli stimoli esterni, come l’attività fisica e la dieta, le relazioni personali e le abitudini sociali. Questa prospettiva stravolge il paradigma riduzionista che ha caratterizzato lo studio della vita, per cui le cause delle malattie vanno ricercate sempre a livello molecolare, marginalizzando il ruolo della psiche e delle manifestazioni psicosomatiche nell’influenzare i processi biologici. Noi non siamo il prodotto di istruzioni fisse e invariabili, scritte nel nostro codice genetico: diventiamo chi siamo grazie all’interazione tra corpo e mente, individuo e ambiente. Sta dunque emergendo un approccio più olistico, in grado di spiegare l’effetto di fenomeni come l’isolamento sociale e lo stress, che molteplici studi correlano a esiti avversi sulla salute non solo mentale, ma anche fisica. Si fa così strada una nuova visione per la prevenzione e il trattamento delle malattie croniche che affliggono le società avanzate, dalla depressione al cancro.
Evoluzione e Letteratura
Simone Ghelli, La vita è ingiusta. Il doloroso darwinismo di Primo Levi, Ist. Italiano Studi Filosofici, p. 288, 2024
A partire dall’incontro con l’opera di Darwin agli inizi degli anni Trenta, Primo Levi eleverà le scienze naturali a incrollabile a priori ontologico della sua riflessione etica e politica. Ciò che si intende mostrare è quanto una solida e consapevole conoscenza del darwinismo abbia costituito il “filtro di lettura” principale della riflessione su Auschwitz compiuta in Se questo è un uomo. È in quest’ottica che il binomio sommersi-salvati, vero e proprio nucleo del pensiero di Levi, rivela tutta la sua portata concettuale. Quest’ultimo rappresenta infatti la risultante socio-antropologica delle leggi inegualitarie della vita, in opposizione alle quali Levi concepisce la disperata necessità della lotta umana contro i limiti dolorosi della materia vivente. Nelle opere della maturità, il naturalismo continuerà a fornire a Levi gli strumenti di base per l’elaborazione di originali soluzioni concettuali a problemi filosofici cruciali come l’origine della aggressività umana, la natura del male politico, il rapporto umano-animale e il nesso natura-civiltà.
Indice
Introduzione
1. Oscura filosofia: storia di un rifiuto
2. «Pensare è uno sporcarsi le mani»: la chimica come natura delle cose e mestiere
3. Itinerario intellettuale di un darwiniano agguerrito
4. Moralismo naturalistico
I. Un naturalista autodidatta (1932-1942)
1. Un incontro fatale
2. “Cultura d’oggi”
3. “Avventure del pensiero”
4. Il Lamanna
5. Darwin ovunque
6. Oltre L’origine delle specie
II. Leggere Darwin
1. Leggere L’origine delle specie
2. Leggere L’origine dell’uomo
III. Lotta contro la vita
1. Un’ingenua genialità
2. «Quello che ho cercato di teorizzare»: i sommersi e i salvati
3. Male naturale e male politico
IV. Lotta contro il dolore
1. Un antropologo evoluzionista nel Lager
2. Un animale sociale, gerarchico e civile
3. Animali sofferenti
4. La salvazione della scienza
Conclusione
Verso l’etica e la politica, passando per la scienza
Cesarino Balsamini (a cura di), Niccolò Tommaseo e p. Alessandro Serpieri. Intellettuali cattolici contro il darwinismo delle origini. Lo spirito e l’armonia della vita. La scienza e il senso comune, Pubblicazione indipendente, p. 126, 2024
Nel 1873, quando si sviluppa il dialogo tra Serpieri e Tommaseo del quale si parlerà, la scienza era felicemente figlia di Newton, nipote dell’illuminismo, serva al determinismo, madre di enormi progressi tecnologici ai quali attribuire un avvenire luminoso per il genere umano, nonché premessa per il superamento di ogni segreto della natura. Prima che Darwin portasse al mondo nel 1859 la sua rivoluzionaria teoria sull’origine della specie, dopo averla elaborata e perfezionava per due decenni, le scienze della terra, un po’ meno quelle della vita, avevano avuto sviluppi enormi: a metà ottocento la geologia era già una scienza matura, la paleontologia si poneva tra la geologia e le scienze della vita, Lamark precedeva Darwin con una sua incompleta, erronea, teoria evolutiva e utilizzava per primo il termine biologia, ad indicare una scienza fino al momento era indistinta tra le discipline della Filosofia Naturale. La fisica cominciava a pensare agli effetti di campo e tentava di sbarazzarsi dell’ingombrante concetto di etere, fin al momento insostituibile alla fisica meccanicistica newtoniana. Si affacciano nuove discipline, quali ad esempio la Meteorologia, la Sismologia, l’Antropologia, la Chimica Organica, la Microbiologia, la Chimica Farmaceutica e tante altre, che porteranno gli scienziati nello specializzarsi in una singola disciplina: ciò anche a causa della complessità crescente che ogni ramo del sapere pone al moderno studioso.
Serpieri si sottrae a questa necessità di specializzazione, collocandosi tra i pochi filosofi della natura ancora superstiti; lo decide consapevolmente, poiché ritiene che tutte le discipline che studiano o le profondità della terra o quelle dei cieli sono per lui strumento per avvicinarsi a Dio e per indirizzare i giovani nella loro educazione verso a una di esse. Per Serpieri la scienza è fine e strumento insieme: è fine, in quanto avvicina l’uomo alla conoscenza e all’ammirazione delle leggi del creato; è strumento per l’educazione dei giovani e per lo sviluppo di nuove tecnologie, a soccorso degli uomini nella loro necessità di miglioramento delle loro condizioni di vita nonché economiche. Mentre Serpieri agiva in quest’ottica, la scienza e molti scienziati si attestavano su posizioni materialistiche, con impulsi fortissimi derivanti dalla teoria di Darwin, che tendeva a collocare la specie umana come un ultimo anello della catena evolutiva. La reazione dei cattolici italiani esplose con veemenza, insinuandosi con critiche mirate e al tempo pertinenti nelle pieghe di un impianto teorico che troverà appoggi solidi solo nei progressi della genetica e delle neuroscienze acquisiti negli ultimi decenni. Superare il trauma della teoria di Darwin e delle sue implicazioni sarà per la Chiesa Cattolica ancor più complesso che nel passaggio dal sistema tolemaico a quello copernicano. Un’apertura delle gerarchie cattoliche, a mezza bocca e non senza contorcimenti e adattamenti, ci sarà infatti solo a partire da Giovanni Paolo II.
Ricordo di Dennett e Sacks
Daniel C. Dennett, Pensandoci bene. Avventure nella filosofia, Raffaello Cortina, ottobre 2024
Daniel C. Dennett, filosofo e scienziato cognitivo tra i più influenti del nostro tempo, ha dedicato la sua vita allo studio dei misteri della nostra mente. Esiste il libero arbitrio? Cos’è la coscienza, come nasce? Cosa distingue la mente umana dalla mente degli animali? Le sue risposte hanno orientato in modo significativo il dibattito filosofico degli ultimi decenni. La sua incessante curiosità l’ha portato da Beirut, dove ha trascorso l’infanzia, alle aule di Harvard, dai Jazz club di Parigi ai laboratori di tutto il mondo. Questo libro esplora i grandi temi della filosofia contemporanea – il linguaggio, l’evoluzione, la logica, la religione, l’intelligenza artificiale – rivelando intuizioni ed errori dell’autore e dei suoi interlocutori: Douglas Hofstadter, Willard Van Orman Quine, Thomas Nagel, John Searle e Stephen Jay Gould sono solo alcuni dei grandi pensatori che l’autore ha incrociato sulla sua strada. Pensare, scrive Dennett, è difficile, ed è rischioso. Qualunque forma di ragionamento filosofico porta inevitabilmente con sé una discreta dose di frustrazione e insicurezze. Ma è solo sbagliando che, molto raramente, troviamo una via verso la verità.
Addio a Daniel Dennett: filosofo della mente ed evoluzionista tra i più letti e controversi ↗
Leggi su Pikaia il ricordo di Andrea Parravicini
Oliver Sacks, Il fiume della coscienza, Adelphi, p. 213, 2024
Rimasta sulla scrivania di Oliver Sacks fino a due settimane prima della morte, questa raccolta di scritti ci offre la sintesi di tutte le sue tensioni conoscitive nell’ampio ventaglio di discipline che si intersecano con la neurologia: botanica e anatomia animale, chimica e storia della scienza, filosofia e psicologia – senza dimenticare la passione letteraria. Ed è proprio questo ventaglio a permettere a Sacks di scomporre il fiume della coscienza umana, e di farne emergere i caratteri più sconcertanti e controintuitivi. Esplorando le forme di vita «senziente» lungo l’intera scala degli «esseri organizzati», Sacks ci mostra come molte «menti» elementari condividano con noi proprietà fondamentali. E ci rivela anche come la fluidità e continuità di quel «fiume» sia in realtà composta da una successione di microsequenze discrete. La somma di queste indagini finisce così per assumere un valore testamentario, facendo confluire le scoperte e gli interrogativi di un grande esploratore della mente e della natura.
Evoluzione ed etica
Andrea Guardo, L’evoluzione della morale per selezione naturale, Raffaello Cortina Editore, p. 232, 2024
Secondo un programma di ricerca inaugurato da Darwin e oggi sempre più popolare, gli aspetti fondamentali della nostra psicologia morale sono il prodotto della selezione naturale. Le nostre convinzioni morali, così come la nostra tendenza a comportarci in accordo con queste convinzioni, sarebbero il risultato di processi analoghi a quelli che hanno prodotto il collo delle giraffe e le ali degli uccelli: la ragione per cui siamo convinti di dover tener fede alla parola data è che questa credenza è stata adattiva per i nostri antenati, che ce l’hanno trasmessa.
Il libro introduce i lettori a questo affascinante ambito di ricerca, spaziando dalla teoria dei giochi evolutiva alla selezione parentale e alla selezione di gruppo, per poi passare a discutere le conseguenze di tali risultati per la questione della natura della morale, sostenendo che se la nostra psicologia morale è davvero il prodotto della selezione naturale allora dovremmo abbandonare l’idea che esistano norme morali oggettive.
Natura ed evoluzione della morale: tra scienze evolutive e metaetica ↗
Leggi su Pikaia la recensione di Fabrizio Ferraro
Evoluzione e fantascienza
Kim Bo-young, L’origine delle specie, ADD Editore, p. 320, 2023
A cavallo tra fantascienza, fantasia e mito, gli scritti della pluripremiata autrice Kim Bo-young hanno avuto un grande seguito in Corea del Sud, dove è ampiamente riconosciuta come pioniera e fonte d’ispirazione.
«La fiction di Kim è mozzafiato. Ci conduce attraverso un’esperienza letteraria e cinematografica rivoluzionaria e mistica.» – Bong Joon-ho
L’origine delle specie raccoglie alcune delle sue storie più acclamate, oltre a un saggio sulla fantascienza. Sorprendentemente originale e stimolante, il suo lavoro è popolato da esseri umani e non umani, che cercano di sopravvivere alle minacce poste dall’evoluzione, siano esse biologiche, tecnologiche o sociali. Le sue storie raccontano di fisica quantistica e viaggi nel tempo, di un futuro dominato da giochi in realtà virtuale, o ancora di metamorfosi degli esseri umani, e della ricerca di una vita organica in un mondo popolato da robot. La letteratura di Kim offre alcune delle riflessioni più rigorose e toccanti sull’esistenza postumana.
Miscellanea
Enrico Bucci, Geni, memi e bit. Evoluzione biologica, termodinamica e teoria dell’informazione, Mondadori Università, p. 262, 2024
In biologia, l’entusiasmo per il concetto di informazione si estende ben oltre i domini più ovvi, come lo studio della percezione, della cognizione o del linguaggio. «Codice» genetico, «segnali» molecolari, «informazione» posizionale nello sviluppo e così via, fino alla visione di Maynard Smith e Szathmáry, per i quali le principali transizioni evolutive dipendono dall’espansione della quantità e dell’accuratezza con cui l’informazione è trasmessa fra le generazioni: non vi è ambito della biologia moderna che non sia permeato dalla teoria dell’informazione. Come mai questa descrizione è così diffusa, e perché funziona? La tesi di questo libro è la seguente: il legame tra informazione e biologia è profondo, sicché l’esistenza, il funzionamento e l’evoluzione dei viventi sono investigabili considerando non solo genotipo e fenotipo, ma anche l’infotipo, ovvero il complesso delle informazioni ricavate, trasportate, elaborate e trasmesse da un organismo.
Björn Larsson, Essere o non essere umani. Ripensare l’uomo tra scienza e altri saperi, Raffaello Cortina, p. 436, 2024
In contrasto con le scienze che vedono la natura umana come un risultato dell’adattamento evoluzionistico, l’autore sostiene che la specificità dell’essere umano dipende in larga parte da quella grande innovazione che è stata la rappresentazione simbolica, dall’idea cioè che tutto – un suono, un gesto, un oggetto – possa essere usato per rappresentare qualunque altra cosa. È proprio da essa che dipendono l’immaginazione, il linguaggio, la coscienza, il dubbio, un certo grado di libertà, il senso del futuro, la comprensione di sé e degli altri, credenze, miti e fedi religiose. Se insomma la natura dell’uomo non è riducibile deterministicamente alla biologia, alla chimica e alla fisica, come possiamo concepire una scienza nuova, che descriva e spieghi accuratamente cosa vuol dire essere umani? È fattibile? E, se sì, a cosa dovrebbe servire? Potrebbe davvero contribuire a rendere il mondo un posto migliore, più umano, più giusto, più libero per tutti?
Andreas Wagner, Le belle addormentate. Innovazioni antiche in nuovi mondi, Bollati Boringhieri, p. 288, 2024
In questo saggio chiaro e sorprendente, Wagner sonda i misteri di queste «belle addormentate», rivelando aspetti insospettabili del ricco e stravagante arazzo della natura.
Molte specie animali e vegetali conducono per milioni di anni una vita apparentemente insignificante. A un certo punto, all’improvviso, scatta qualcosa e proliferano in maniera spettacolare. Il mondo è pieno di queste «belle addormentate», che aspettano il loro principe azzurro per potersi risvegliare. Basandosi su esperimenti d’avanguardia, Andreas Wagner dimostra che le innovazioni in realtà arrivano frequentemente in natura, spesso a basso costo e ben prima che siano effettivamente necessarie. Esistono, ad esempio, batteri antichi che possiedono la straordinaria capacità di combattere gli antibiotici inventati dall’uomo nel ventunesimo secolo. La maggior parte di queste innovazioni biologiche resta dormiente fino a quando qualche evento – come il cambiamento climatico – stravolge l’ambiente esterno e quelle mutazioni si dimostrano utilissime nel nuovo contesto, anche se giacevano inoperose magari da milioni di anni. Questo meccanismo si verifica anche nella storia dell’uomo, basti pensare a tutte le tecnologie che spesso sono state escogitate e dimenticate più volte, decollando solo quando hanno trovato l’ambiente adatto in cui fiorire.
Robert M. Sapolsky, Determinati. Biologia, comportamento e libero arbitrio, ROI edizioni, p. 624, 2024
Un uomo preme il grilletto di una pistola. I muscoli del suo dito si sono contratti, stimolati dall’impulso emesso da un neurone, a sua volta stimolato dal neurone precedente, e così via. Ma dove ha origine quel gesto? Come nascono le nostre decisioni? Cosa ci porta ad agire in un determinato modo? Queste domande ci catapultano dentro a una delle grandi questioni con cui l’umanità si confronta: quali siano le ragioni ultime dei nostri comportamenti, e se nella catena delle cause che li determinano ci sia spazio per il libero arbitrio. Sapolsky attinge a decenni di ricerca sulle radici biologiche del comportamento per mostrare come tutta la nostra esistenza sia una lunghissima catena deterministica di cause ed effetti, in cui non c’è la più sottile crepa in cui possa inserirsi il libero arbitrio. Accettare che siamo solo l’esito dell’interazione fra i nostri geni e l’ambiente può sembrare spaventoso; eppure, ripensare in questa chiave la nostra società e alcuni dei concetti su cui si basa (la scelta, la giustizia, la morale, la convivenza civile) può rivelarsi liberatorio, sollevandoci da responsabilità e colpe che spesso non abbiamo, e restituendoci un mondo più umano.
Uno strumento per valutare la Tassonomia di ciascuna specie vivente.
Il nuovo strumento AI aiuta a sfruttare il database di 10 milioni di immagini biologiche. Si chiama Bioclip. Una demo è qui…. e l’articolo di presentazione in preprint (non ancora sottoposto a Peer Review) è qui.
Da provare…
Fondatore di Pikaia e appassionato bibliofilo, cacciatore di riferimenti bibliografici (evoluzionistici) ovunque si trovino. A tal proposito ho finalmente terminato la collana editoriale 150 ANNI DI STORIA DELL’EVOLUZIONE IN ITALIA. PERCORSI E ITINERARI BIBLIOGRAFICI, recensita qui su Pikaia man mano che pubblicavo i volumi. Sul mio blog https://darwininitalia.blogspot.com è disponibile la descrizione dell’intera opera. Email: pacoccia@gmail.com