Il genio della natura, quando l’evoluzione ci insegna a sopravvivere al cambiamento

Il genio della natura

Nel suo nuovo saggio, David Farrier racconta come piante, animali e microrganismi reagiscono all’impronta umana sul pianeta, offrendo spunti preziosi per ripensare il nostro futuro

Titolo: Il genio della natura. Lezioni di vita dalla Terra che cambia

Autore: David Farrier

Traduzione: di Irene Annoni

Editore: Touring Club Italiano Milano

Anno: 2025 (orig. 2025, Nature Genius: Evolution’s Lessons for a Changing Planet)

Pag.: 297,

Terra. Da miliardi di anni, e in particolare negli ultimi tempi.

Da circa quattro miliardi di anni, la vita sul globo terracqueo sperimenta nuovi modi di essere, percepire, muoversi e riprodursi, trovando ogni volta nuove forme con cui affrontare le sfide del momento. Ma le difficoltà di vivere su un pianeta abitato dagli umani stanno mettendo a dura prova l’ingegnosità della natura. In tutti i continenti eccetto l’Antartide, animali, piante e insetti stanno alterando il loro organismo e il loro comportamento per rispondere alle pressioni esercitate dalla trasformazione sia degli ecosistemi che del clima.

L’innalzamento globale delle temperature sta ampliando le aree di diffusione delle creature più diverse, da coralli e muschi a uccelli e farfalle. Nelle città, palazzi alti, binari sotterranei e zone verdi offrono versioni sintetiche di pareti rocciose, grotte e corsi d’acqua. La navigazione transoceanica ha riavvicinato continenti che si erano separati milioni di anni fa. L’impronta umana si vede ovunque: negli uccelli che dimenticano il loro canto, nei ragni delle zone urbane che tessono tele più fitte, negli elefanti che nascono senza zanne per sfuggire alle letali attenzioni dei cacciatori.

Oggi, la nostra meticcia civiltà umana è diventata la più grande spinta evolutiva al mondo. La lezione che ci viene dal modo in cui animali, piante, insetti e microrganismi reagiscono alle sfide del convivere su un pianeta a forte impronta antropica è che il cambiamento può essere notevolmente rapido. Stiamo costringendo la natura a reimmaginare sé stessa, anche molto in fretta, e, siamo chiamati a farlo anche noi per evitare il disastro, affinché la Terra resti un luogo in cui ogni forma di vita sia libera di prosperare. Il genio della natura (da cui il titolo) è dotato di un’inesauribile inedita creatività.

Il giovane ricercatore britannico David Farrier insegna Letteratura inglese all’Università di Edimburgo. Nell’ottimo reportage narrativo sceglie uno stile colloquiale scientifico per fare il punto sullo stato della Terra a partire da ricerche recenti (anche di laboratorio) sulle cose di tutti i giorni e da conversazioni con esperti in vari ecosistemi nevralgici per comprendere l’ecologia del divenire e le opportunità di rigenerarsi. Il testo è davvero originale, multidisciplinare e aggiornato.

La narrazione è distinta in sette capitoli: Il cane ottimale, ovvero quando la domesticazione (qui affrontata in modo tradizionale) dimostra che il cambiamento è possibile (con utili cenni alla genetica e ai danni alimentari degli allevamenti industriali); La città vivente (qui con discutibile parallelismo con la dimensione insulare), ovvero come l’evoluzione urbana può insegnarci a costruire città sostenibili (con utili esempi di e in “biocittà”); Un tratto di natura accomuna tutti al mondo, ovvero come le altre specie possono aiutarci a risolvere il problema dei rifiuti (in particolare delle plastiche; e si parla pure di sesso); L’affinità delle lingue, ovvero quando il canto degli animali ci insegna ad ascoltare la natura (acquisizione opportuna anche per poesia, afasia, sinestesia); Menti insolite, ovvero come altre forme di intelligenza ci aiutano a rimodellare le nostre economie (la sfera “cognitiva” a partire dalle cellule, sonno e sogni, intelligenza artificiale, profitto e mercato); Orologi naturali, ovvero perché ripensare il tempo può aiutarci a scegliere un futuro migliore (nell’epoca dei cambiamenti climatici antropici globali); Il balzo dell’uomo-leone, ovvero perché la biologia di sintesi può salvare le specie vulnerabili dall’estinzione. Opportuni frequenti riferimenti al migrare di tante specie. Introduzione e capitoli sono preceduti da un’illustrazione evocativa, i connessi riferimenti bibliografici sono ordinati in fondo. Purtroppo si parla di America invece che di Stati Uniti. Nessun indice dei nomi.