La colonizzazione dell’Eurasia è cominciata dall’altopiano persiano

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Le prime migrazioni di Homo sapiens al di fuori dell’Africa risalgono a circa 60 mila anni fa. La popolazione hub che ha colonizzato l’Eurasia si era stanziata nell’area geografica dell’altopiano persiano, prima di muoversi verso Est

Come ci ricorda il direttore di Pikaia, Telmo Pievani, l’Homo sapiens è originario del continente africano. Secondo alcune teorie, forse le più datate, la comparsa della nostra specie in Africa centro – orientale, vicino all’attuale Etiopia, risale a circa 200 mila anni fa, mentre secondo le più recenti ipotesi, un’origine panafricana (quindi non in un punto ben preciso dell’Africa) potrebbe essere più corretta, datando anche la comparsa dei nostri antenati molto prima, intorno a 300 mila anni fa.

È vero, ci sono ancora incertezze sulla storia della specie umana, ma a oggi abbiamo nuove testimonianze, fossili, genetiche e archeologiche che ci aiutano a comprendere un altro tassello del nostro passato: la colonizzazione umana dell’Eurasia. In un nuovo studio pubblicato su Nature Communications si parla proprio di questo: la migrazione di Homo sapiens dall’Africa all’Oriente, dal medio al tardo Pleistocene.

Le prime tappe della migrazione

L’uscita dal continente africano e le prime migrazioni di Homo sapiens sono iniziate circa 70 – 60 mila anni fa. Queste prime ondate migratorie sembrerebbero essere state seguite da numerosi eventi di dispersione, alcuni più favorevoli di altri, da cui, circa 45 mila anni fa, sarebbe iniziata la colonizzazione stabile dell’Eurasia.

Nonostante si abbiano tracce dei primi spostamenti nel continente europeo (e quindi degli incontri coi Neanderthal), si sa ben poco della localizzazione geografia e delle caratteristiche genetiche delle popolazioni migrate verso oriente. Più in generale, non si sa molto di ciò che è successo durante i primi 20 mila anni di dispersione di H. sapiens (tra 60 – 60 mila anni e 45 mila anni fa) e del destino della popolazione hub, ovvero l’originaria popolazione euroasiatica che ha formato il primo deme stabile al di fuori dell’Africa e da cui poi le conseguenti migrazioni avrebbero avuto luogo.

Le scarse testimonianze fossili e la difficile ricostruzione delle tappe, non solo quelle migratorie ma anche quelle di estinzione locale, insieme agli eventi di inbreeding con altri ominini, hanno infatti complicato lo studio della prima popolazione stabile di H. sapiens al di fuori del continente africano.

Uno sguardo genetico…

Con il termine “popolazione basale euroasiatica” (Basal Eurasian) si fa riferimento a un gruppo che si è distanziato dalla popolazione hub euroasiatica subito dopo aver lasciato il continente africano. Questo deme si sarebbe poi ricongiunto, intorno a 25 mila anni fa, con le popolazioni ormai stabilizzate del medio oriente. A rendere ancora più difficile la ricostruzione delle migrazioni e il background genetico, è la separazione spazio-temporale tra la popolazione EEC (East Eurasian Core) e quella WEC (West Eurasian Core). La prima ha colonizzato primariamente l’Eurasia e anche l’Oeania, ma subì estinzioni su larga scala e fu assimilata, dopo una più recente migrazione dalla popolazione hub (38 mila anni fa), dalla popolazione WEC, rimasta nella parte più occidentale del continente asiatico.

WEC e EEC
Schema che riporta le relazioni tra le popolazioni WEC, ECC, la popolazione hub e la popolazione basale eurasiatica. Immagine: dalla pubblicazione.


Nonostante sia già stata sottolineata la grande sfida di ricostruire gli andamenti migratori e demografici dei primi H. sapiens, lo studio guidato da Leonardo Vallini e collaboratori dell’Università di Padova ha localizzato la regione geografica utilizzata dal primo deme migratorio come punto di partenza per le successive colonizzazioni in oriente: l’altopiano Persiano, in Asia occidentale.

Le analisi

La ricerca si è principalmente focalizzata su evidenze genetiche, presenti e passate, e modelli paleontologici climato – geografici per mostrare che le popolazioni EEC e WEC hanno una composizione genetica derivabile dalle popolazioni dell’altopiano persiano. Questa regione geografica sarebbe quindi servita come punto di partenza per le colonizzazioni umane in oriente, tra i 60 e i 40 mila anni fa.

Due individui, uno di 40 mila anni rappresentativo della popolazione EEC chiamato Tianyuan, e un individuo di 38 mila anni rappresentativo della popolazione WEC chiamato Kostenki14 sono stati utilizzati per indagare il profilo genetico della popolazione hub originale. Andando a ritroso e tenendo in considerazione che le popolazioni EEC e WEC (quest’ultima rimasta nella parte dell’Asia occidentale vicino all’hub) sono originate da una popolazione ancestrale comune a entrambi, gli scienziati hanno potuto ricostruire un framework genetico in termini di condivisione per discendenza degli alleli (DAS o Derived Allele Sharing).

A questo approccio genetico è stato affiancato un approccio spaziale che potesse registrare e integrare dati geografici e paleoclimatici. È stato infatti necessario stabilire se l’altopiano persiano fosse un’area adeguata, in termini di ambiente e clima, per una occupazione più o meno stabile da parte degli esseri umani. Non solo questa zona è risultata adatta, ma in grado di ospitare un deme anche più denso di altre regioni geografiche asiatiche.

Le nuove scoperte

Con questo studio gli scienziati hanno dimostrato che i primi deme di H. sapiens emigrati dall’Africa si sono stanziati per circa 20 mila anni nell’altopiano persiano. La componente genetica più vicina a quella della popolazione hub è infatti rappresentata dalle antiche e moderne comunità di quest’area geografica, che i dati paleoclimatici hanno confermato adeguata per insediamenti più o meno densi. 

Secondo Michael Petraglia dell’Università Griffith di Brisbane, uno dei coautori dello studio:

“L’identificazione dell’altopiano persiano come hub per le prime migrazioni umane apre nuove porte alla ricerca archeologica e paleontologica”

fonte: comunicato stampa

La scoperta della localizzazione geografica delle prime comunità di sapiens al di fuori dell’Africa è infatti un punto cruciale per la comprensione non solo delle prime migrazioni in Asia e Oceania, ma anche in Europa, regione dove la nostra specie avrebbe potuto incontrare i Neanderthal, cugini presenti anche nei Monti Zagros, una catena montuosa che cinge proprio l’altopiano persiano. Questa è quindi una ricerca che aprirà nuove porte sulla ricostruzione non solo della storia umana e la della sua espansione a livello globale, ma sopratutto anche delle sue relazioni con altri gruppi e lo sviluppo di tecnocomplessi e strumenti in pietra che ne ripercorrono le tappe.

Riferimenti: Vallini, L., Zampieri, C., Shoaee, M.J. et al. The Persian plateau served as hub for Homo sapiens after the main out of Africa dispersal. Nat Commun 15, 1882 (2024). https://doi.org/10.1038/s41467-024-46161-7

Immagine in apertura: dal comunicato stampa